E’ on line, anche in versione stampabile, sul sito www.mariagraziabrandara.it, il programma elettorale di Mariagrazia Brandara, candidata di Grande Sud per il rinnovo dell’Ars. Otto punti per cambiare la Sicilia partendo dalla vivibilità e dal sostegno alle classi più deboli e proseguendo con il rafforzamento di settori produttivi come il turismo e la rete di piccole imprese.
Ecco in sunto i punti del programma:
1.Realizzare un disegno di legge per finanziare la “salvaguardia e valorizzazione dei centri storici con particolare riguardo ai centri colpiti da frane e dissesti idrogeologici”.
2. Attuare una sburocratizzazione del sistema di licenze e autorizzazioni da concedersi con Dia, la Dichiarazione di inizio attività.
3. Porre in essere un Ddl per ridurre le spese di funzionamento dell’Ars attribuite ai gruppi parlamentari ed eliminare fondi riservati al presidente della Regione, che si sono trasformati negli anni in una “borsa” da cui prelevare a piacimento. 4.Realizzare con i fondi risparmiati iniziative come un assegno mensile di sussistenza alle casalinghe, previo riconoscimento lavoro casalinga.
5. Istituire un bonus per l’acquisto di pannolini e latte per le fasce più deboli. 6. Puntare alla stabilizzazione dei precari, attraverso una razionalizzazione del lavoro e una ridistribuzione degli stessi.
7. Abbattere i costi carburante per residenti in Sicilia
8. Pensare ad agevolazioni per la costituzione e il funzionamento di piccole e medie imprese, che vadano a tamponare il vuoto occupazionale lasciato anche dai grossi impianti industriali, e che costituiscano una rete produttiva che meglio si sposa con la potenzialità turistica del nostro territorio.
“Si tratta di idee semplici – spiega Brandara – ma che possono rappresentare un primo passo verso la normalizzazione di quest’isola, che spende ogni anno milioni di euro in stipendi per dipendenti pubblici di vario genere ma non riesce a garantire i servizi minimi”.
Grande Maria Grazia, riponiamo in te molta fiducia.
In un articolo pubblicato su questo sito in data 11 ottobre 2012 si poteva leggere che la candidata Brandara definiva la politica “ … laboratorio sociale … un progetto che si costruisce attraverso la sintesi d’intenti tra elettori ed eletti …”.
Prima ancora di commentare gli otto punti del “ programma Brandara”, non ho ancora le idee chiare sulle affermazioni di principio che ho citato in precedenza.
Laboratorio politico. Un laboratorio, è in genere un luogo dove si ricercano e sperimentano nuove ipotesi scientifiche o tecnologiche, andando incontro a lunghi anni di fallimento prima di trovare “l’ideona”.
Però, non possiamo tener conto che la Sicilia non ha più molto tempo da perdere!
Il precedente Governo Lombardo ha consegnato alla storia di questa terra una lunga serie di “esperimenti politici” che hanno portato alla perdita di alcuni milioni di euro messi a nostra disposizione dall’Unione Europea.
Io come elettore non voglio ulteriori sperimentazioni, voglio semplicemente che la futura classe dirigente siciliana abbia le idee chiare, scegliendo se continuare con le solite idee (comuni a tutti i programmi elettorali) o cambiare rotta partendo dall’inventario dei mezzi oggi a nostra disposizione (scarsi) e conoscendo chiaramente chi sono i nostri interlocutori, Europa ed area mediterranea in testa.
Sintesi d’intenti. Questo è quello che mi turba di più. Sintesi degli intenti degli elettori, solo degli elettori. L’eletto non può avere intenti diversi da quelli dei propri elettori!
Riguardo al programma, apprezzo la volontà di sintesi, questa volta si, di racchiudere in solo otto punti il pensiero del candidato Brandara. Però non basta.
Primo punto. Ricostruire le ferite imposte dall’uomo e dalla natura ai nostri centri storici è da condividere. Ma come? Per finanziare gli investimenti necessari, ci rivolgeremo al mercato internazionale? rimoduleremo la spesa pubblica regionale? parteciperamo a programmi comunitari? ci affideremo al project-financing? nuove entrate fiscali regionali?
Secondo punto. Bene in linea di principio. Ma non dovremo anche inasprire le sanzioni per le dichiarazioni infedeli? Sarà prevista una procedura online unica su tutto il territorio della regione?
Terzo punto. E qui si entra nel campo della pura speranza. Lasciamoci l’idea che tutto sia possibile.
Quarto punto. Bene in linea di principio. Ma, a quali casalinghe? assegno universale o legato reddito? Per quanto tempo?
Quinto punto. E dopo lo svezzamento? Libri e materiale scolastico no? E per gli studi superiori?
Sesto punto. Pura demagogia se non si indicano le fonti di finanziamento. Si rischia di giocare con il fuoco.
Settimo punto. Siamo sicuri che non venga violata alcuna norma comunitaria in materia di aiuti di Stato e libera concorrenza?
Ottavo e ultimo punto. Ci abbiamo già provato. Forse dobbiamo mirare solo su iniziative imprenditoriali ad alto valore aggiunto, legate al mondo della conoscenza. Se puntiamo solo al contenimento dei costi, siamo già morti in partenza.
Spero che la candidata Brandara in questi ultimi giorni di campagna elettorale sviluppi meglio i suoi otto punti.