21 Gennaio 2025
Home Confimpresa Euromed Sicilia: “Area di libero scambio euro mediterranea, un’opportunità da non perdere”

1 thought on “Confimpresa Euromed Sicilia: “Area di libero scambio euro mediterranea, un’opportunità da non perdere”

  1. Nello svolgimento delle campagne elettorali, e non solo, è mio assoluto piacere leggere e commentare liberamente i programmi elettorali di tutti i candidati, nonché i contributi che liberi cittadini e rappresentati di organizzazioni offrono agli stessi candidati coinvolti nella competizione democratica per il rinnovo della classe dirigente.
    La lettera aperta pubblicata dal Presidente Confimpresa Euromed Sicilia mi ha offerto in tal senso parecchi spunti di riflessione.
    In via preliminare non posso che sottolineare come l’affermazione “ .. ieri la Sicilia, teatro di tensione del Mediterraneo, militarizzata. Oggi, in un clima di pace e distensione, territorio propulsore di sviluppo per il sistema paese …” mi trova in completo disaccordo.
    Capisco perfattamente che il rappresentante di una organizzazione imprenditoriale deve possedere una gran dote di ottimismo, sopratutto nel contesto attuale, ma tutto questo ottimismo può compromettere la validità dell’intero ragionamento sulla centralità dell’area mediterranea.
    La guerra civile in Siria – la incompiuta primavera araba – la questione nucleare iraniana – gettano nostro malgrado un’ombra lunga sul concetto di stabilità politica dell’area del mediterraneo. Inoltre, la crisi economica e sociale che attraversa un paese come la Grecia è ancora lontana dal trovare una soluzione.
    La stessa area euro è un paziente sotto osservazione: l’agenda politica europea è troppo concentrata sulla difesa dei debiti pubblici di alcuni paesi membri contro la specuulazione finanziaria internazionale, per ritornare a pensare serenamente ai grandi investrimenti pan-europei. A titolo di puro esempio, sembra che un programma di valenza strategica come ERASMUS stia lottando per la sopravvivenza!
    Tutti ci auguriamo che nei prossimi anni 35 milioni di cittadini mediterranei trovino un lavoro, stabile e ben retribuito, ma oggi nessuno è ancora riuscito a capire come abbattare la disoccupazione nonostante l’economia nei suoi sporadici ed incostanti segnali di ripresa, in alcune aree del mondo, non sia grado di riassorbire gli individui esclusi dal ciclo produttivo.
    Sottolineo anche la questione che, verosimilmente, molta di questa probabile nuova occupazione sarà impegnata nella ricostruzione delle infrastrutture civili ed industriali dei paesi coinvolti in conflitti militari, con un contributo irrisorio alla produzione di servizi e beni ad alto valore aggiunto (ad esempio quelli IT).
    Detto questo, anch’io condivido l’importanza strategia che nel nostro prossimo futuro avrà l’area mediterrana, soprattutto perchè abbiamo molto spazio per crescere. Non resta quindi che leggere i numeri.
    Nel primo quadrimestre del 2012, la bilancia italiana degli scambi commerciali con i paesi dell’area MEDA manifesta un saldo negativo pari a 2.955 milioni di euro.
    Ancorchè i dati siano provvisori, la regione Sicilia nel primo semestre 2012 si colloca al 7° posto tra le regione italiane per valore delle esportazioni con il 3,3% per un valore assoluto di 6.458 milioni di euro Sul fronte delle importazioni, manteniamo il 7° posto nei confronti delle altre regioni italiane con il 4,9% ed un valore assoluto di 9.511 milioni di euro: siamo pertanto importatori netti con un saldo pari a – 3.053 milioni di euro (Fonte elaborazioni Osservatorio Economico MSE su dati ISTAT).
    Nel primo semestre 2012, la Sicilia ha cresciuto le sue esportazioni verso i paesi EXTRA-UE dello 27,6%; in particolare, verso gli USA le esportazioni sono cresciute dello 183,00% e verso la Turchia per il 53,6%. Nello stesso periodo, la Sicilia si è collocata al primo posto nella vendita di Coke e prodotti petroliferi con un variazione pari a +29,8% (Fonte ISTAT).
    Concludo, evidenziando le possibile questioni che i nostri prossimi rappresentanti regionali potranno approfondire.
    Primo punto: il settore petrolifero rappresenta ancora oggi una importante voce della bilancia commerciale siciliana. Ma qual’è il contributo all’economia reale di questo capitolo?
    Secondo punto: collegamenti internazionali e viabilità interna dovranno avere un posto di rilievo nella futura programmazione economica.
    Terzo punto: prima o poi la storia insegna che tutte le crisi economiche vengono superate (e con costi sociali elevatissimi). La formazione professionale dovrà sforzarsi di anticipare le tendenze del futuro, allargando gli orizzonti geografici sia dei formatori che dei formati.
    Quarto e ultimo punto: la sfida economica si vince oggi con prodotti ad alto valore aggiunto. La ricerca di base ed industriale deve essere favorita in tutti i modi possibili.

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