non scrivo al mio giovane concittadino, ma al sindaco di Agrigento. Una città che, come più volte abbiamo detto, vive lo stadio terminale di una malattia endemica di natura virale, che non lascia speranze. Il morbo della malapolitica!
Un male atavico che non può a te essere addebitato. Noi agrigentini, e io lo sono in parte, meriteremmo di essere fatti oggetto di seri studi di antropologia culturale, per meglio poter comprendere l’origine di questa forma di masochismo che ci porta alle urne ogni qualvolta se ne presenti l’occasione.
Ma poiché al peggio si dice non ci sia mai fine, come accadde in Svezia nel 1973, quando due rapinatori presero in ostaggio quattro impiegati di una banca di Stoccolma e questi, una volta rilasciati, espressero sentimenti di solidarietà verso i propri sequestratori arrivando a testimoniare in loro favore, al nostro masochismo psicologico, uniamo quella che Conrad Hassel definì come Sindrome di Stoccolma.
Un vero legame sentimentale che ci induce a legarci al nostro carnefice, affinchè continui a soddisfare la nostra necessità di sentirci far del male.
Tra lazzi e sollazzi (ovviamente non per tutti), hai trascorso i tuoi primi cinque anni di sindacatura, nel corso della quale hai sempre addebitato ai tuoi predecessori il buco nelle casse comunali. Buco del quale avresti fatto la scoperta solo una volta eletto sindaco, dimentico del fatto di essere stato anche tu uno dei protagonisti di quell’Amministrazione attiva, nella quale hai rivestito il ruolo di Assessore al bilancio. Caro Marco, non potevi non sapere…
Tra lazzi e sollazzi è iniziata anche questa tua seconda candidatura. Teatri e teatrini, ballerini e lustrini, mentre la città affondava le sue radici nella melma del mare sanleonino, appositamente concimata allo scopo dai reflui fognari che per anni ti sei sforzato di non vedere.
Ma la melma, e non solo quella delle fogne sanleonine, presto o tardi viene a galla.
E così arriva il giorno in cui diventa necessario spiegare agli agrigentini in quale situazione economica versa il Comune di Agrigento. Scrivo “agli agrigentini”, perché molti di noi lo sapevano già. Certo, sei stato bravo a negare fino a pochi giorni orsono che persino gli stipendi degli impiegati comunali erano a rischio… Bravo, non perché sei riuscito a farti credere da noi (che non ti abbiamo creduto), ma soltanto per aver finto con i tuoi concittadini sino all’ultimo che tutto procedesse per il verso giusto.
Complice una certa stampa, quella che trasformandosi in partito (così come si è immodestamente autodefinita) hai continuato nella tua finzione degna di ben altre scene e sipari. Neppure Atene ebbe mai hypocritès della tua statura.
Purtroppo, lo spettacolo presto o tardi arriva al suo epilogo.
Così, un triste giorno – triste per i dipendenti del tuo ente e per tanti agrigentini – ti vedi costretto a pronunciare in conferenza stampa la fatidica frase: bambole non c’è una lira!
La parole d’ordine è: evitare a tutti i costi il dissesto finanziario!
Scopri, o fai finta di scoprire, la “crisi di liquidità”, che t’impone di rivedere la tanto decantata (prossimo alla campagna elettorale) “disobbedienza civile”. E l’IMU, che ti aveva portato a metterti contro il Presidente del Consiglio Mario Monti, da nemico da sconfiggere anche a costo di dichiarar guerra all’Italia, diventa, insieme alle aliquote Irpef, il tuo principale alleato nell’evitare il dissesto finanziario, che metterebbe in crisi l’ente, i creditori dello stesso, i servizi dal Comune erogati (ce ne sono ancora?), il posto di lavoro e il futuro di tante famiglie.
Sorvolo sulla necessità di far cassa vendendo i beni del Comune, visto che tale argomento – anche se solo in ordine ad una sentenza subita – ti ha visto protagonista di un mancato ricorso ad una assai discutibile sentenza, rispetto la quale, tu, da avvocato, nella qualità allora di assessore, ne avevi anticipato l’esito favorevole all’ente intendendo costituirti in giudizio. Una sentenza che, non soltanto ingiusta, non poteva a tuo parere essere emessa visto che la vicenda era già passata in giudicato e senza ulteriori possibilità di appello, con ampia vittoria del Comune.
Dopo aver sorvolato su transazione di beni, feste e festini e tanto altro ancora, converrai con me che non si può mettere le tasche nelle mani dei cittadini e sullo stipendio di impiegati che dovrebbero lavorare in attesa che tu, nella qualità di Amministratore, possa pagarli.
Una sospensione dello stipendio che, aldilà dei due mesi previsti, potrebbe riproporsi in futuro.
IMU e Irpef infatti non s’incassano ogni giorno. Stipendi, servizi, debiti verso creditori e quanto altro, vanno invece quotidianamente affrontati ed onorati.
Caro Marco, mentre la Tua Giunta e Tu stesso nella qualità, percepite emolumenti di gran lunga superiori a quelli di tanti poveri disgraziati vincitori di concorso che lavorano nell’Ente che rappresenti, con quale coraggio puoi dichiarare in conferenza stampa che potrebbe essere necessario postergare di due mesi il pagamento degli stipendi?
Un capitolo a parte, meriterebbero gli Straordinari pagati da un Ente che potrebbe non essere in grado di far fronte al pagamento degli stipendi ordinari, in merito ai quali ti allego le due determinazioni dirigenziali che ben conosci già:
Liquidazione lavoro straordinario
Con stima ed affetto, uno dei tuoi tanti concittadini masochisti affetti da Sindrome di Stoccolma (forse).
Gian J. Morici
ECCO I DEBITI DEI COMUNI A CAUSA DELLA ILLEGALE GESTIONE DEI RIFIUTI DA PARTE DELL’ATO AG 2, DA ME DENUNCIATA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI AGRIGENTO A FEBBRAIO DEL 2011!
RACALMUTO, MALGRADO TUTTO, E’ IL COMUNE MENO INDEBITATO DEI 19 DELL’ATO AG2.
EPPURE CI MANDANO UN COMMISSARIO REGIONALE PER RECUPERARE POCO PIU’ DI 800 MILA EURO, QUANDO AGRIGENTO HA UN DEBITO DI QUASI TRENTA MILIONI DI EURO O FAVARA DI QUASI 1O MILIONI DI EURO OD ANCORA PORTO EMPEDOCLE DI QUASI SEI MILIONI DI EURO!
EPPURE QUANTI DATI FALSI SONO STATI FORNITi SULLA SITUAZIONE DEBITORIA DEL COMUNE DI RACALMUTO?
IN REALTA’ RACALMUTO E’ IL COMUNE PIU’ VIRTUOSO DEI 19 CHE FANNO PARTE DELL’ATO AG 2!
di seguito i dati pubblicati anche da Bolg che hanno da sempre speculato contro il sottoscritto, diffondendo notizie false.
Per tali pubblicazioni, diffamanti e calunniose, ovviamente sono stati querelati.
Hanno da sempre fornito dati falsi, cifre false!
Per la prima volta, come viene riportato di seguito, dicono la verità!
“Ieri è arrivato al Comune di Racalmuto il commissario straordinario Giuseppe D’Anna con l’incarico di visionare il bilancio dell’ente alla ricerca di fondi da stornare per pagare i debiti nei confronti della società d’ambito Ato Gesa. Ricordiamo che il comune ha un debito di 881.765 euro verso il consorzio che gestisce i rifiuti.
La presenza di un commissario inviato dalla Regione inquieta non poco poiché rischia di aggravare ancora di più il bilancio.
In verità la realtà di Racalmuto è meno grave rispetto ad altri comuni dell’ambito, eppure non si capisce come mai paghiamo la tassa più alta d’Italia. L’Ato stabilisce dei costi (giusti o sbagliati) e noi paghiamo, inoltre dobbiamo stare in silenzio. Il cittadino ha perso tutti i diritti di controllo della spesa pubblica. Trasparenza zero. La nostra legittima richiesta di semplici cittadini di essere informati viene visto (sempre) come attacco personale. Una volta dal Comune si comunicava con manifesti pubblici adesso (squilla) il silenzio.
Vediamo la situazione debitoria di tutti i comuni dell’ATO Ag2, alla data del 31/12/2011”
Agrigento ha un debito di 27.904.383 euro;
Aragona 1.972.379;
Cammarata 1.013.363 euro;
Casteltermini 881.634 euro;
Castrofilippo 1.736.060 euro;
Comitini 91.451 euro;
Favara 9.265.690 euro;
Grotte 467.002 euro;
Joppolo Giancaxio 432.659 euro;
Lampedusa e Linosa 3.167.430 euro;
Montallegro 402.812 euro;
Porto Empedocle 5.796.367 euro;
Racalmuto 881.765 euro;
Raffadali 2.363.807 euro;
Realmonte 2.019.163 euro;
San Giovanni Gemini 1.125.867;
Sant’Elisabetta 919.692 euro;
Sant’Angelo Muxaro 409.622 euro;
Siculiana 2.578.437 euro;
Provincia Regionale di Agrigento 471.554 euro.
Non sono concordo con Petrotto per i debiti che secondo l’ATO i comuni hanno per i rifiuti perchè tra i soldi che reclama l’ATO vi sono quelli di tante “bollette pazze” non pagate dagli utenti.
Faccio un esempio : mia madre possiede un solo appartamento ma l’anno passato gli è arrivata la richiesta di pagamento per 2 (due) appartamenti. sono andato alla gesa ed hanno emesso una nuova bolletta per un appartamento che è stata regolarmente pagata.
Quest’anno è arrivata a mia madre un accertamento per pagare l0 stesso importo della tassa sui rifiuti per l’anno 2011 cche aveva pagato e due accertamenti per pagare la tassa sui rifiuti per l’anno 2012 su 3 diconsi tre appartamenti mentre mia madre continua ad essere proprietaria di 1 uno solo appartamento. Ho l’impressione pertanto che vengano emessi accertamenti su immobili inesostenti per poi fare dei ruoli e farseli pagare dai comuni.
A Stoccolma fa già freddo…