“Compaiono articoli sui manifesti elettorali abusivi, e sulle possibili multe che comporta l’affissione fuori dagli spazi autorizzati. Mi meraviglia – ha detto Davide Giacalone, di LeAli alla Sicilia – che se ne scriva lasciando sullo sfondo il problema più rilevante: si stanno spendendo milioni, ci sono candidati che investono fortune e, al di là del considerare tale arroganza del denaro uno schiaffo alla miseria diffusa, resta evidente che se ci sono affissioni irregolari ci sono produzioni irregolari, lasciando aperta la porta a che le elezioni siano un’occasione per riciclare denaro sporco. Quanto meno di evasione fiscale”. “Il denaro corre a fiumi (anche nel mercato delle vacche legato alle candidature). Noi non siamo ipocriti e ben sappiamo che, per quel che riguarda i mezzi di comunicazione, accanto all’acquisto di spazi pubblicitari ci sono le dazioni redazionali. Non è solo un inquinamento e prostituzione della professione, è anche pagamento in nero. Ancora una volta riciclando denaro difficilmente frutto di leciti guadagni, fiscalizzati”. “Per questi motivi – ha concluso Giacalone – chiediamo formalmente il vigile intervento della Guardia di Finanza, per i controlli fiscali, e delle procure della Repubblica, per ogni altro aspetto penale. E’ pericoloso lasciar correre, salvo poi eleggere una classe dirigente candidata a essere inquisita. Meglio sapere subito se tanto narcisismo spendaccione è frutto solo di un delirio egolatrico, con relativa offesa all’estetica, o anche un’opportunità di riciclo, con relativa offesa al codice penale. Tutti i partiti, e tutti i singoli candidati, quindi, siano chiamati a documentare i movimenti di denaro con cui alimentano una spesa così eccessiva. Subito”.