“ Siamo vicini alla Sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini e preoccupati per il crescente clima di intolleranza che si registra nell’isola di Lampedusa.
Abbiamo detto come CGIL da tempo , ad ogni livello, che la situazione che è stata, è e sarà sempre grave se non si prevedono canali di ingresso legali, se non si rivedono gli accordi presi con i paesi del Mediterraneo, se non si istituisce, con il contributo europeo, una flotta in servizio civile sotto l’egida dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che abbia compiti di pattugliamento, salvataggio e soccorso.
Certo non sarà l’ottusa miopia di qualche lampedusano ad impedire le fughe dei migranti da situazioni complicate che proseguiranno e sono assolutamente prevedibili, motivate anche da una ricerca di lavoro che invece, nei fatti, è impedita in Italia dal blocco al decreto flussi: al momento non sono previste forme di ingresso legale visto che il decreto flussi è stato bloccato prima dal ministro Maroni e oggi dal ministro Cancellieri”.
Ovviamente non ci sfugge il disagio dell’Isola e dei suoi abitanti, ai quali viene chiesto uno sforzo di solidarietà.
Ma oggi che siamo ben lontani dai giorni dell”emergenza sbarchi” appare ancora più incomprensibile una reazione così smodata, che resta sbagliata e condannabile da ogni punto di vista.
Lampedusa, il suo Sindaco e i suoi abitanti non possono essere lasciati soli! Siamo di fronte a problemi giganteschi di cui si deve fare carico l’intero Continente Europeo, non si può continuare ne col piangere questi nostri fratelli morti nel tentativo disperato di raggiungere l’Occidente ne scaricando per intero il problema sui Lampedusani, servono politiche lungimiranti che affrontino i problemi per quelli che sono e non è certo bruciando qualche barca o minacciando il Sindaco che si risolveranno”