L’ombra del padrino Vito Rizzuto (che dovrebbe lasciare il penitenziario di Florence Colorado, dopo aver scontato una condanna a 10 anni per il suo coinvolgimento negli omicidi di tre luogotenenti del clan Bonanno commessi nel 1981 a New York tra poco più di un mese) sembra allungarsi sugli attentati incendiari subiti dall’impresa dell’imprenditore Domenico Arcuri, alla quale nel corso degli ultimi 10 giorni sono stati distrutti tre automezzi.
Nel mese di agosto, una molotov era stata lanciata contro un edificio commerciale di proprietà di un’altra società della quale Domenico Arcuri detiene delle quote.
Secondo fonti di polizia, questo potrebbe essere il “regalo” che amici vicini alla Sesta Famiglia avrebbero voluto fargli, in attesa che il padrino, rientrando a Montreal, prenda nuovamente il comando della famiglia mafiosa.
Domenico Arcuri è noto alle forze dell’ordine che nel corso dell’operazione antimafia Colisée lo intercettò più volte.
Arcuri, che già prima che scoppiasse la guerra di mafia in Canada aveva dissidi con Rizzuto, viene indicato, insieme a Joe Di Maulo, Raynald Desjardins, e Salvatore Montagna, come uno degli uomini che avrebbe messo sotto scacco i Rizzuto.
Successivamente, a seguito di un dissidio interno, Desjardins rimase vittima di un tentato omicidio. Qualche mese dopo Montagna venne attirato in trappola e ucciso.
Per quell’omicidio Desjardins e quattro altre persone vennero arrestate.
Se fino a poco tempo fa nessuno avrebbe scommesso sul ritorno di Vito Rizzutoa Montreal, adesso sono in molti a credere che il boss tornerà per riprendere il suo posto e vendicare i familiari uccisi.
Il tam tam del ritorno del boss circola insistentemente negli ambienti italiani, dove, si racconta che gli stessi membri della famiglia Arcuri abbiano cercato di avvicinare i fedelissimi di Rizzuto per giungere ad una sorta di armistizio.
Troppo sangue è però stato versato. Gli uomini che sono rimasti fedeli a quella che è stata certamente la più potente famiglia di mafia canadese, incoraggiati dall’imminente scarcerazione del boss, pare abbiano respinto senza complimenti la proposta di pace degli avversari dei Rizzuto.
Un segnale che può essere letto solo come la determinazione del clan a riprendere il possesso del territorio, anche a costo di scatenare una sanguinosissima guerra di mafia.
Del resto, secondo quanto appreso dagli inquirenti, Vito Rizzuto avrebbe confidato ad un compagno di cella le proprie mire espansionistiche che lo vedrebbero proiettato ad un ruolo di comando che andrebbe ben oltre i confini di quello che fino a poco tempo fa era il territorio dominato dalla Sesta Famiglia.
Gian J. Morici