Abbandonati o quasi dalla scuola, dei personaggi del passato ci solo grazie alla classe politica agrigentina. Tra nomine, autonomine, accuse, analogie e sillogismi, dalla moderna Akragas negli ultimi anni, a parte le fiere come i leoni (rinoceronti e gatti non ci risulta…) utilizzate originariamente in quello che era conosciuto come Anfiteatro Flavio, sono tornati di gran moda personaggi come Achille, Ulisse, Ponzio Pilato e altri ancora.
Sarà che il Colosseo (l’antico Anfiteatro Flavio) era in grado di contenere grossomodo un numero di spettatori pari a quello degli abitanti di Agrigento (50.000), sarà che ad iniziarne la costruzione fu Vespasiano, il cui nome potrebbe facilmente essere ricollegato alla nostra meravigliosa città degli anni 2000, sta di fatto che nessuno vuol rinunciare al suo momento di gloria o di spettacolo.
Ultimo, ma non certamente in ordine di rilevanza, il moderno Icaro che avendo contribuito – anche se in verità soltanto da poco tempo – alla costruzione di quell’ennesimo labirinto che è l’Amministrazione D’Orsi, pensa già ad una via di fuga.
Alla variante delle ali di cera, che tanto costarono ad Icaro, l’Assessore Provinciale con delega all’Università Francescochristian Schembri, sembra preferire le solide ali di un moderno aereo. Un tema caro al Presidente D’Orsi, da rispolverare in campagna elettorale dopo che gli scioperi in tenda (lontano da quello che fu il campo cartaginese, ma attrezzato con tanto di antenna parabolica e cartellone abbattuto dallo stesso a colpi di mazza poche settimane orsono) non hanno prodotto alcun risultato.
In attesa delle solide ali di assai improbabili aerei, e non volendo fare la fine di Icaro, l’assessore si lancia in innocui voli pindarici decantando lodi e virtù di un’idea progetto costata già tanto e destinata a rimaner tale.
Gli unici voli ad oggi certi, sono quelli del denaro pubblico e quelli di un filmato commissionato dal presidente della provincia e proposto un po’ da tutti i mass media locali.
“La Sicilia– spiega Schembri, riferendosi alla Wind Jet – rischia un’ulteriore isolamento territoriale: la crisi aziendale della compagnia low cost siciliana ha fatto aumentare i costi dei biglietti aerei per il Nord Italia. Un ridimensionamento del traffico aereo che allontana il confine fisico, culturale, sociale ed economico dell’Isola dai centri nevralgici della politica e dell’ economia italiana, ma anche dei Paesi emergenti. Una profonda emarginazione territoriale che investe tutte le nove province siciliane, ma che assume un aspetto drammatico per la provincia di Agrigento a causa di una fragile economia che, in questo modo, rischia la completa paralisi.
Privo di alternativi ed efficienti collegamenti ferroviari e navali, e con una rete stradale inadeguata, il territorio agrigentino si ritroverebbe definitivamente tagliato fuori dalle scelte economiche e finanziarie che la New economy sta ridisegnando”.
Non fa una grinza. Se la Wind Jet non ce la fa, l’unica soluzione resta quella di realizzare qualche altro aeroporto. Non un aeroporto qualsiasi che colleghi Agrigento a Roma o Milano con un volo una tantum (di questo si sarebbe trattato) come promesso da D’Orsi, bensì uno scalo aeroportuale interamente finanziato da un Ente Locale, in un territorio che guarda al Nord Africa.
Del resto, come ci informa l’assessore grazie al suo comunicato stampa, “in una recente intervista rilasciata da Oliviero Baccelli, docente di economia dei trasporti all’Università Bocconi, per il sito “ Il sussidiario”, si parla di gestione degli scali da parte degli Enti Locali. Il noto docente affermava di essere convinto che alla fine nessuna Provincia sceglierà di chiudere il proprio aeroporto, perché “ I costi di gestione di un piccolo aeroporto non sono particolarmente proibitivi e gli Enti troveranno sempre un modo per finanziare e sanare il bilancio della società di gestione”.
E poi, a parte i costi di gestione che gli Enti troveranno sempre il modo di finanziare, “la Provincia di Agrigento – afferma Schembri – ha intensificato, negli ultimi anni, gli scambi culturali ed economici con alcuni paesi del Maghreb attraendo, sinergicamente, importanti finanziamenti della Comunità Europea. Mi riferisco, in particolar modo al progetto PO Italia – Tunisia 2007/2013 che integrando la filiera agricola della provincia di Agrigento con la filiera di quattro Governatorati della Tunisia (Jendouba, Bizerte, Nabeul, Tunis), intende creare un sistema in grado di cogliere ogni possibilità commerciale, tenendo conto dei bisogni dei consumatori e dell’offerta al fine di produrre prodotti di qualità e l’etichetta per migliorare la competitività del prodotto e favorirne la distribuzione”.
Peccato che nessuno venga a spiegarci perché questi scambi culturali ed economici con alcuni paesi del Maghreb non abbiano fatto sì che decollassero altre realtà siciliane, le quali, già dotate di aeroporti turistico commerciali di ben altre dimensioni, avevano da offrire collegamenti viari, ferroviari e marittimi ben diversi da quelli che possiede la provincia agrigentina.
E così, mentre il mono binario di epoca borbonica trasporta ancora qualche povero disgraziato attraverso l’entroterra siciliano; mentre di mitologico ci sono solo i massi ciclopici indicati in un manifesto nel quale si portava la cittadinanza di lavori effettuati, per un ammontare di € 200.000,00.”, ma invisibili come i vestiti dell’imperatore nella fiaba di Andersen (nessuno ha mai risposto a queste domande sull’invisibilità dei lavori effettuati), i sogni volano su ali di cera…
Gian J. Morici
ma come è disfattista sig. Morici. La seguo per le sue battaglie per la Valle dei templi contro il dissalatore. oggi come oggi è facile gridare il proprio NO: No Tav- No global …No aeroporto….Diventa veramente difficile essere propositivi. capisco il dissalatore che sarebbe devastante per il paesaggio della Valle…ma perchè tutta questa polemica per uno aeroporto che potrebbe contribuire a far vivere meglio anche lei e i suoi familiari??? risponda la prego..
Gent.mo Giuseppe,
la ringrazio per l’attenzione manifestata verso un progetto di forte impatto sull’ambiente (ma non solo…) che a suscitato l’interesse di molti agrigentini, qual è quello del rigassificatore (non del dissalatore).
Sulla vicenda aeroporto, non è mia intenzione polemizzare, nè assumere posizioni in favore o contro.
Quella mia voleva essere seplicemente una riflessione su quello che per troppo tempo è diventato il cavallo di battaglia di molti politici (in particolare del presidente D’Orsi) e la cui fattibilità appare ad oggi assai discutibile.
Non nascondo comunque che, a mio modesto avviso, ben altre sarebbero le priorità per lo sviluppo del nostro territorio.
A prescindere dalla mia personale opinione sull’aeroporto, spero solo che gli agrigentini aprano gli occhi e la smettano di farsi attrarre come allodole da facili specchietti, quali sono le promesse elettorali.
Cordialmente
G. J. Morici
infaati volevo dire rigassificatore…..comunque grazie per la risposta. La invito ad essere sempre presente con le sue battaglie civili e sociali
Grazie a lei e a quanti continuano ad interessarsi della nostra città.
NNon necessariamente si deve pensarla nello stesso modo ed è quando ci sono opinioni diverse, che si può sperare in un dibattito costruttivo che possa aiutarci a cambiare un po’ le cose.
Cordialmente g.j.