Sembrerebbe terminata la serie di articoli a puntate, con i quali il direttore di sicilia24h.it deliziava i lettori del suo giornale durante questa calda estate agrigentina. Peccato. Tra un’involontaria ammissione di responsabilità, un messaggio più o meno chiaro all’indirizzo di qualcuno, il direttore di quel giornale – con l’aiuto più o meno consapevole di chi lo intervistava o chi si è trovato ad essere suo compagno di un viaggio mediatico – ha regalato ai lettori momenti davvero esilaranti, ma ha anche lasciato tante curiosità destinate a rimaner tali. Poche le certezze, peraltro confermate dallo stesso giornalista:
1) Dopo aver dichiarato che “ad Agrigento il settore dell’informazione in alcuni casi è controllato dal vento, dalla munnizza e dall’acqua” ci regala l’affermazione: “Uno dei nostri principali sponsor era proprio l’acqua e ce l’hanno tolta”, anche se è necessario aggiungere come sostenga che nonostante ciò mai nessuno ha esercitato la propria influenza per “ammorbidire” qualche notizia;
2) Tolta l’acqua e rimasto all’asciutto, il giornale ha “molta sete”;
3) Implicitamente dichiara di aver consentito a Giuseppe Arnone, di attaccare i vertici della Procura di Agrigento (Certamente non potevo avallare – anchi si pi na pocu di voti lu fici -, ca chistu attacca così violentemente i magistrati);
4) Dichiara, ancora una volta implicitamente, di aver consentito sempre all’Arnone di diffamare altri attraverso il suo giornale (Appena ci tagliavu i diffamazioni u me giurnali addivintà u peggiu di tutti).
Tantissime invece le incognite: chi sarebbe il personaggio che non avendo soldi chiede prestiti per un’amica (tale C.C. come riportato nell’articolo)? Chi il noto imprenditore di Agrigento molto amico di Arnone, e cosa disse per una “miserabile bolletta d’acqua”? Chi l’avvocato – e a quale titolo – con il quale G.S. (fotografo di sicilia24h ndr ) commenta su Facebook a proposito di mancati pagamenti? Chi è il “galantomu”, definito lurido e miserabile, protagonista di un suo prossimo libro? E chi sono sua figlia, sua sorella, tutti i suoi parenti non meglio identificati (zii, genitori, nonni, cugini ecc) sui quali ci sarebbe tanto da dire? E cosa? E ancora: Chi sarebbero il pugno di miserabili (definiti anche “munnizza”) che farebbero la guerra al giornale?
Troppe domande. Troppe mancate risposte. Ma una domanda soprattutto: a cosa dovevano servire queste illazioni o allusioni senza citare nomi o fatti che fossero riconducibili a soggetti inequivocabilmente identificabili?
Quantomeno, bisogna riconoscere ad Arnone, che nello scrivere di Lelio Castaldo nel suo libro, non lascia dubbio alcuno sull’identità del soggetto e narra anche gli episodi (tutti da provare) dei quali il giornalista si sarebbe reso protagonista. Lo indica in maniera inequivocabile quando racconta delle scuse pronunciate quasi balbettando su un’intervista mai mandata in onda da Teleacras; lo indica a proposito di un comunicato stampa che sicilia24h doveva pubblicare; lo descrive quando avrebbe sorriso con lo stesso Arnone sui contenuti del comunicato stampa in danno di un Magistrato; lo indica quale responsabile della successiva rimozione del comunicato dal sito.
Fallito il tentativo di Arnone di coinvolgere la Procura agrigentina in un botta e risposta che avrebbe potuto far guadagnare al soggetto in questione la possibilità di far “migrare per altri lidi” i suoi processi, un’altra trappola – forse questa volta involontaria – si è presentata dinanzi i magistrati agrigentini.
Se è pur vero che Lelio Castaldo con le sue affermazioni ha contribuito a chiarire qual è stato il ruolo del suo giornale nell’aggressione alla Procura, ammettendo candidamente di aver consentito all’Arnone di diffamare talune persone, altrettanto vero è il fatto che un’eventuale, quanto assai improbabile, azione legale contro il direttore di sicilia24h da parte dei magistrati lesi nella propria dignità umana e professionale, regalerebbe ad Arnone quella possibilità che non ha avuto con le aggressioni mediatiche e con la pubblicazione del suo libro.
Questo non vale però per tutte quelle persone che in questi ultimi anni si sono viste diffamate dai comunicati pubblicati sul giornale di Lelio Castaldo, che, avendolo querelato (e di querele ne sono state presentate…), hanno adesso, grazie alle dichiarazioni dello stesso giornalista, la prova di come lo stesso fosse perfettamente consapevole dei contenuti diffamatori degli scritti che venivano pubblicati da quello che Arnone definiva “il miglior giornale online di Agrigento”.
Gian J. Morici