San Vito Romano (Roma) – Rita Genovesi, la donna costretta fin dalla nascita a vivere sulla sedia a rotelle, che non poteva portare un fiore sulla tomba del padre perché tumulato in un luogo del cimitero inaccessibile ad una carrozzina (anche la mamma di Rita, 83 anni, è su una sedia a rotelle), può tirare un mezzo sospiro di sollievo.
Della sua storia avevamo già scritto. Una storia fatta di aspetti burocratici, forse di distrazioni, di norme e urgenze. Ma, prima di tutto, una storia fatta di aspetti umani che non potevano essere ignorati.
“Siamo pronti a rimediare” – aveva dichiarato Amedeo Rossi, sindaco di San Vito Romano – “Lo dimostri”, chiedevamo noi a chiusura dell’articolo. E la risposta di Amedeo Rossi, il sindaco, non si è fatta attendere.
Il 30/6/2012, Rita si vede consegnare da un agente della Polizia Municipale una nota a firma del sindaco, redatta alla stessa data, con la quale si chiede di comunicare la disposizione ritenuta più opportuna, in maniera che venga data disposizione alla ditta incaricata di collocare le salme come indicato.
Rita Genovesi non ha perso tempo nell’individuare un’adeguata collocazione e, già stamane, ha provveduto ad inviarne comunicazione al Comune, indicando il blocco di loculi che risolverebbe pienamente e positivamente la problematica delle barriere architettoniche dalla stessa sollevata.
Si tratta di loculi, che risultano liberi, e la cui allocazione consentirebbe a Rita e alla mamma di poter portare un fiore sulla tomba dei propri cari.
Nel comunicare la disposizione dei loculi, Rita, così come aveva fatto invano in precedenza, ha espresso “la volontà di assistere personalmente alla nuova inumazione delle salme di famiglia, avendone intimo desiderio, non disgiunto al palese diritto di ogni congiunto ad accompagnare con amore le persone amate nell’ultima dimora”.
Siamo certi che il sindaco di San Vito Romano, Amedeo Rossi – che con la celerità con la quale ha dato seguito alla promessa d’esser “pronti a rimediare”, dimostrando che il buonsenso può prevalere sugli aspetti burocratici -, nel dare seguito alla comunicazione per la ricollocazione delle salme, terrà in debito conto la richiesta di una figlia che vuole accompagnare il padre all’ultima dimora.
Gin J. Morici