BERGAMO, 12 giugno 2012 – Italcementi respinge con decisione le accuse di aver tenuto atteggiamenti poco responsabili sulla vicenda della chiusura di due impianti produttivi a Vibo Marina e Porto Empedocle e richiama tutti gli attori coinvolti a un serio confronto con la realtà dei fatti, che purtroppo parla di un momento di grave difficoltà per l’economia dell’Italia e di diversi Paesi europei, ampiamente testimoniato anche dalle cronache di questi giorni.
La profonda crisi del mercato dei materiali per le costruzioni è stata segnalata già tre anni fa dalle aziende del settore a Governo e Organizzazioni Sindacali. Da allora a oggi, il quadro è stato ribadito durante tutta una serie di incontri in cui è stato rappresentato il difficile scenario caratterizzato da una strutturale sovracapacità produttiva, accentuata in maniera insostenibile dalla verticale caduta del mercato degli ultimi tre anni, che ha registrato negli primi mesi di quest’anno una ulteriore accelerazione con un nuovo calo del 20 per cento.
Per affrontare l’attuale congiuntura, Italcementi si trova dunque a dover porre mano a una razionalizzazione del proprio apparato produttivo, attraverso la chiusura di alcuni impianti la cui redditività, nel mutato scenario di mercato, non presenta margini di sostenibilità economica. A Vibo Marina e Porto Empedocle, tra l’altro, il contesto in cui si è trovata a operare la società ha frenato in passato nuovi investimenti strutturali e in alcuni casi ha precluso soluzioni logistiche e normative che avrebbero consentito di mantenere un adeguato livello di competitività industriale.
In seguito alle decisioni assunte a livello di Gruppo, Italcementi ha avviato come da prassi delle relazioni industriali gli opportuni confronti con le organizzazioni sindacali di categoria, informando le rappresentanze sindacali con larghissimo anticipo dei provvedimenti industriali che si intendono adottare nei prossimi trimestri. Affermare che si tratta di «provvedimenti assunti in modo unilaterale ed in spregio alle più elementari regole di relazioni industriali», come ha fatto il sindacalista della Cisl Luigi Sbarra, ha il solo effetto di accentuare le tensioni già latenti a causa del difficile contesto economico nazionale e di ostacolare qualsiasi ipotesi costruttiva che le parti possono esaminare insieme alle istituzioni.
La società richiama pertanto tutti a un maggior senso di responsabilità nell’affrontare una situazione così difficile per i lavoratori e per l’Azienda.