Ad inviare la nota stampa, il Direttore della cooperativa Il Pozzo di Giacobbe di Aragona, Assunta Galluzzo.
Aragona (Agrigento) 25 maggio 2012
“La presente – scrive la Galluzzo – è per manifestare il dissenso della scrivente e dell’intero staff della cooperativa rispetto alle modalità di gestione delle problematiche legate ai disabili mentali, da parte dell’ASP di Agrigento.
Le problematiche che intendiamo affrontare sono relative ai malati stabilizzati, quindi già pronti ad una vita normale i quali hanno il diritto di essere assistiti nella propria vita quotidiana scegliendo anche la struttura abitativa nella quale essere inseriti, senza pregiudizi e influenze da parte di alcun organo.
Come è ben noto il disabile mentale, a seguito della legge Basaglia ha acquisito un diritto fino ad allora negato, rispetto alla propria dignità sociale e civile.
L’ASP di Agrigento pare dimenticare i diritti di tali soggetti , facendosi padre e padrone del malato e imponendo prassi e procedure non normate da alcuna legge ufficiale.
Di fatto, secondo l’ASP di Agrigento, i malati mentali stabilizzati, restano di competenza della stessa ASP negando loro ogni diritto di autonomia e subordinando l’inserimento in una struttura abitativa tipo casa famiglia, ad un “parere di congruità”.
Si ribadisce il termine abitativa, in quanto, com’è noto, le comunità alloggio per disabili non possono essere identificate come strutture riabilitative tenuto conto che si tratta di pazienti stabilizzati che hanno quindi già avuto e vissuto un percorso di valutazione della malattia e che sono in possesso di tutte le attestazioni necessarie a rivendicare i propri diritti di persone e di cittadini.
Il Piano Sanitario Regionale – prosegue la nota – definisce chiaramente la funzione delle comunità alloggio che integrano il panorama delle strutture residenziali e che hanno l’esclusiva funzione di garantire quei soggetti “in condizioni sociali precarie sotto l’aspetto relazionale, familiare e ambientale e che non si adattano ad un domicilio proprio”.
Le comunità alloggio sono le strutture che, nel 1995 hanno permesso la chiusura del manicomio e che, ad oggi hanno svolto una funzione sociale determinante, affiancando Organi quali ASP e Comuni, nella risoluzione di problematiche spesso “imbarazzanti”.
Ad oggi pare che i trascorsi 25 anni di esperienza siano da annullare e, come dimostrano i recenti fatti, le comunità alloggio vengono considerate le ultime risorse del territorio. Dimenticando quindi che dietro una comunità alloggio esiste una realtà di professionisti che hanno avuto modo di dimostrare la propria competenza in molteplici occasioni.
L’ASP di Agrigento ritiene di non dovere neanche invitare i rappresentanti del privato sociale nella definizione di un documento che (semprecchè necessario) fornisca linee guida sulla applicazione delle normative legate alla fase di assistenza dei malati mentali stabilizzati. Il documento è quindi pronto e al vaglio dell’Assessorato alla Famiglia, senza che i soggetti che negli ultimi 20 anni hanno avuto il carico di assistenza e sostegno a malati e famiglie abbiano alcun modo di apportare il proprio contributo. Quasi che il lavoro ad oggi svolto non sia capitalizzabile o da capitalizzare.
Altra cosa che appare strana e poco chiara è che, sempre secondo l’ASP di Agrigento, la scelta della comunità alloggio è fatta dal paziente ma “su indicazioni tecniche del CSM”.
Sarebbe importante – conclude il Direttore de “Il Pozzo di Giacobbe” – capire come, strutture definite di pari merito, possano essere sottoposte ad una scelta tecnica. Pare quasi che alcune comunità alloggio siano in qualche maniera preferibili. E secondo quali parametri? Forse che ASP e Comuni, nel rilasciare parere di autorizzazione al funzionamento abbiano applicato parametri differenti?”
Assunta sei grande.Non è facile trovare persone in gamba altruista,coraggiosa,quindi tenetela in prima lista ,l”amore per gli altri non si compra,la ASSUNTA C”è l”ha nel sangue….enza