Fonte: http://www.grandangoloagrigento.it/
Agrigento – L’immagine simbolo delle elezioni amministrative appena archiviate non è l’abbraccio, bellissimo, tra il neo rieletto sindaco, Marco Zambuto con la madre e nemmeno quella del bacio tra il primo cittadino e la moglie, Marzia.
La vittoria schiacciante, riconosciuta immediatamente dal candidato-avversario, Totò Pennica, non consente più di soffermarci su ciò che adesso rappresenta un dettaglio. L’immagine simbolo è un’altra, che complessivamente significhiamo in questa fotogallery: Pietro Vitellaro, il giovane definito da Arnone nella sua ultima pubblicazione (grondante di sciocchezze, manco fosse Grandangolo) senza storia e che, pur essendo senza storia ha raccolto da solo tanti voti quanti ne ha presi la lista dell’ex consigliere comunale (Lista utile per eleggere il miglio sindaco di Agrigento: siamo seri, ma una pernacchia sarebbe d’obbligo) moltiplicati per sei, ha cristallizzato con poche battute e fermezza di intenti ciò che l’elettorato agrigentino aveva già reso sentenza nelle urne.
La scena è questa: Vitellaro è ospite a Tva di Margherita Trupiano ottima professionista, ed insieme a Maurizio Masone (Pd); Sasà Manganella, sindaco di Favara e Mimmo Incardona, dirigente de “La Destra” stava commentando i risultati definitivi del ballottaggio.
Improvvisamente in studio entra Giuseppe Arnone e si siede, seppur non ritualmente invitato, per esporre la sua teoria, ossia che Marco Zambuto sarebbe stato votato in maniera plebiscitaria proprio perché lo stesso Arnone lo aveva sostenuto.
Mezzora prima, l’ex candidato sindaco, l’ex vice-vicepresidente del Consiglio comunale ed ex consigliere, l’ex esponente del Pd, nell’addomesticata Teleacras aveva brindato, con pessimo gusto, all’elezione di Zambuto con tanto di bicchiere di spumante mostrando tuttavia un gesto inequivocabile: si tappava il naso.
Dunque, Vitellaro, colto di sorpresa, come tutti gli altri presenti, conduttrice compresa (guardate le foto, sono eloquenti), dall’intrusione di Arnone, ha impiegato meno di mezzo minuto per alzarsi e andare via, salutando tutti tranne Arnone.
“Non mi confronto con lui” – ha detto – . “E’ sgradito”. Ed ha abbandonato lo studio.
Sono passati pochissimi minuti, il tempo di riflettere, e dalla schermata generale sono spariti in un battibaleno anche Sasà Manganella e Maurizio Masone.
Arnone, dunque, è stato lasciato solo al suo destino, esattamente come ha fatto la città mandandolo al macero.
Ecco, questo è il risultato più eloquente di questa competizione elettorale.
Chcchè ne pensi Arnone, che continua a tentare di speculare persino sulla sua prevista e devastante sconfitta, nonostante il sondaggio farsa che ha ammollato all’opinione pubblica che lo dava al primo posto tra tutti i contendenti, il dato che emerge è semplice: la sinistra di Arnone (inesistente e solo millantata) non ha fatto nulla per il neo sindaco.
Semmai è il neo sindaco che ha fatto molto per sé: ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe resuscitato (politicamente) un cadavere. Ecco la svolta: a fronte di tanta specificazione, dopo molti turbamenti dell’elettorato, la gente ha votato in massa per Zambuto consegnandogli un risultato elettorale preventivato ma non con questi numeri. Arnone deve farsene una ragione: deve tornare a lavorare. E politicamente deve ancora spiegare alla gente perché ha tentato di vendere una casa abusiva e tentato di impedire alla legge di sequestrarla. E spiegare i suoi rapporti con i fratelli Falzone, pessimi se accostati all’avvocato Totò Falzone, eccellenti se fanno affari con lui. Arnone deve scordarsi le prebende che gli sono immeritatamente piovute grazie alla carica di vice-vicepresidente del Consiglio comunale e quelle, eventuali, ipotizzate, paventate, di assessore. Ed oltre a tornare a lavorare deve tornare a difendersi in Tribunale dove l’aspetta, tra le altre gravi imputazioni, l’accusa di tentativo di estorsione e lesioni personali aggravate. Totò Pennica lo ha già fatto stamani e non ha impiegato vent’anni per riprendere ad esercitare il mestiere di avvocato. E non ha sperato di ottenere uno stipendio da sindaco atteso che, già a priori, aveva rinunciato. Agrigento da ieri sera, da quando Vitellaro, Masone, Manganella hanno lasciato solo Arnone in tv a parlare al vento, sa che può tornare a sperare in un futuro migliore. Non ci saranno litigi, insulti, aggressioni. Si parte dalla certezza di non avere tra i piedi personaggi che hanno rallentato, complice Teleacras di fresca informativa antimafia, la crescita di questa città. Anche Grandangolo ha tratto conclusioni inevitabili. Che saranno palesi sin dai prossimi numeri.
Buongiorno Agrigento. Buongiorno a tutti.
Arnone, non potendo più fare il protagonista, CERCA DI ACCODARSI PIETOSAMENTE a tutti i dibattiti degli altri, illudendosi di potere ancora mantenere il centro del palcoscenico. Lo vada a fare liberamente a Teleacras, che continua a dargli (chissà perchè…) ancora asilo, ma sarà costretto a fare i soliti monologhi, perchè nessuno lo vuole accanto. Hanno fatto bene a lasciarlo solo. Nessuno può, e tanto meno vuole, correre neppure il rischio di essere contagiato.
Concordo pienamente—siamo stufi di Arnone e della sua presenza asfissiante televisiva.
Questo giovane Vitellaro ha dimostrato di avere gli attributi.bravo–bravissimooooo.
FILAMENTE!!! SONO VEN’ANNI CHE SENTO PARLARE DI QUESTO PERSONAGGIO, E L’UNICA COSA CHE MI VIENE IN MENTE SONO LE GRIDA E LE INVETTIVE SU TUTTO E SU TUTTI, LE PRESUNTE ALLEANZE DEI VERDI ECC…..FORSE ORA SI SENTIRANNO MENO CHIACCHIERE E GRIDA E MENO INVETTIVE, E PIU’ FATTI, E NON MI RIFERISCO SOLO AL PERSONAGGIO IN OGGETTO, MA ANCHE AI SUOI SOSTENITORI.
AUGURI AGRIGENTO!!!!!!!!!!!!!