Raramente la crisi dei partiti si è manifestata nella nostra città con l’evidenza riscontrabile nell’attuale scenario politico-elettorale. Una crisi di credibilità e di rappresentanza che si esprime nella difficoltà o nella deliberata rinuncia ad esprimere candidature di partito, che ha alimentato un gioco di alleanze, rotture, veti incrociati sempre meno decifrabile e del tutto sconnesso dai temi che dovrebbero animare la discussione in vista dell’elezione del nuovo governo della città e che trova il suo fondamento nel discredito crescente del ceto politico della seconda Repubblica.
In questo quadro l’esperienza di Épolis è apparsa come una reazione quasi fisiologica al declino della nostra città e all’incapacità dell’attuale sistema dei partiti di arginarne e invertirne la progressione. La dichiarata autonomia dalla vecchia politica da parte di Épolis si è infatti coerentemente accompagnata all’interesse mostrato per le questioni reali del nostro territorio, dall’abbandono del centro storico al dissesto e isolamento dei quartieri periferici, dalla diffusa sofferenza sociale alla necessità di progettare il rilancio della città a partire dalla centralità delle sue risorse paesaggistiche e culturali.
Questo processo di costruzione di un nuovo spazio di partecipazione offerto ai cittadini, di analisi e progettazione del futuro della città, va difeso contro ogni tentativo di snaturarne e tradirne l’ispirazione e ciò al di là della scelta di votare o no Pennica.
L’indicazione da parte del PDL del candidato di Épolis, Salvatore Pennica, come proprio candidato alla poltrona di sindaco è il tentativo disperato e spregiudicato di sottrarre ad una sicura sconfitta elettorale il partito di Berlusconi e Alfano e di soffocare sul nascere l’autonomia e la credibilità del un nuovo soggetto politico cittadino.
Ci auguriamo che l’avvocato Pennica voglia garantire il presupposto della stessa ragion d’essere di Épolis confermando la sfida di offrire all’elettorato una candidatura coerentemente sganciata dalle logiche e dagli uomini dei partiti. Solo così è possibile ricostruire il nesso fra la società civile e quella politica, fra la periferia e il centro, fra il locale e il nazionale, fra la pratica amministrativa e quella politica, offrendo alla città una credibile prospettiva di rinascita.
L’accettazione di un apparentamento elettorale con il PDL, con il partito che più di ogni altro è responsabile della crisi attuale, sarebbe per Épolis una scelta suicida e per la città la fine un’esperienza che ha alimentato finora un diffuso ma anche disincantato interesse, attraversato da speranze e scetticismo.
Confermare quelle speranze e smentire lo scetticismo di quanti non hanno mai creduto all’autonomia di Épolis dipende adesso dalle decisioni di Pennica e dei suoi collaboratori.
Pietro Baiamonte insegnante
Domenico Balletti architetto
Beniamino Biondi scrittore
Vincenzo Campo avvocato
Antonino Cuffaro consulente finanziario
Viviana Di Nunno avvocato
Marco Falzone guida turistica
Franco Fasulo pittore
Camillo Gulotta insegnante
Alfonso M. Iacono filosofo, Preside di Facoltà
Giuseppe Minio avvocato
Daniela Natale avvocato
Davide Natale architetto
Elena Nocera avvocato
Marcello Peretti impiegato
Angelo Pitrone fotografo
Lillo Rizzo fotografo
Riccardo Rosso avvocato
Luca Sclafani avvocato, pittore
Tano Siracusa fotografo
Giovanni Taglialavoro giornalista