Il Vicepresidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento Europeo, Salvatore Iacolino, ha depositato oggi in Parlamento Europeo un’interrogazione indirizzata alla Commissione europea e all’Alto Rappresentante della politica estera dell’UE nella quale chiede quali azioni concrete e urgenti si intendono intraprendere per fronteggiare l’eventuale nuova ondata di flussi migratori sulle coste siciliane.
“La morte in mare di cinque immigrati, la ripresa degli sbarchi provenienti dalla Libia e i timori su una possibile nuova ondata migratoria sulle coste siciliane dovuta al perdurare di situazioni di conflittualità in alcune aree del Corno d’Africa – afferma Iacolino – potrebbero far piombare Lampedusa e la Sicilia nell’emergenza, tenendo conto che il centro di accoglienza é tuttora inagibile e quindi risulta ancora più difficile fornire assistenza agli immigrati”.
“Secondo le stime dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono più di 1.500 i migranti e rifugiati morti affogati o dispersi nelle acque del Mediterraneo nel 2011, pertanto la Commissione dovrebbe valutare – prima ancora che si esprima il Parlamento Europeo – l’ipotesi di avviare le procedure di richiesta di asilo già in territorio libico e realizzare programmi di reinsediamento dal territorio libico all’Europa, anche con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni”.
“E’inaccettabile pensare di continuare a far pagare alla Sicilia e a Lampedusa il prezzo di una nuova ondata migratoria. La lotta all’immigrazione irregolare, il controllo delle frontiere e il contrasto alla tratta degli esseri umani impongono un rafforzamento delle relazioni bilaterali tra UE e Libia per consolidare il processo democratico, sostenere la crescita economica e regolare i flussi verso l’Europa”.
“Nella relazione al Budget 2013, di cui sono relatore perla Commissione LIBE, chiederemo di introdurre nuove risorse destinate alla gestione delle frontiere, alla migrazione e all’asilo. Solidarietà e responsabilità degli Stati membri dovranno convergere poi in un altro settore di cooperazione – la cooperazione di polizia e il contrasto al traffico di esseri umani – che sarà finanziato da uno strumento specifico del Fondo di Sicurezza Interna, di cui sono responsabile per il Parlamento. Abbiamo bisogno – conclude Iacolino – di una politica europea coraggiosa negli obiettivi e adeguatamente sostenuta negli strumenti finanziari per implementarla”.
“1% di risorse destinato a Sicurezza e Giustizia é insufficiente, fermo restando che tali risorse debbono essere utilizzabili con maggiore appropriatezza per sostenere la domanda di giustizia e di sicurezza dei cittadini UE a restituire fiducia della comunità nei confronti delle Istituzioni europee”.