di Cosimo Piovasco di Rondò (i vecchi lettori del sito ricorderanno certamente questo pseudonimo. Cosimo Piovasco di Rondò, dopo un lungo silenzio, torna a scrivere, e lo fa in occasione delle recenti primarie della lista “Agrigento Bene Comune”.
Certo, ognuno ha diritto a proclamare la propria innocenza. Ma quando a proclamarla sono i politici — ma ne esistono ancora? — un po’ di sana diffidenza è necessaria.
Le primarie della sinistra agrigentina si sono concluse con un grande sconfitto e lo spuntar di una nuova stella nel firmamento: il primo è Lillo Miccichè, la cui vittoria era data probabilmente dai bookmakers londinesi ad 1 a 100 (cioè scommetti 100 euro e se indovini te ne restituiscono 1!!!) mentre il secondo è Giampiero Carta, da qualcuno pre-definito “l’ottimo Carta”, che tanto ricorda l’Ottimo Massimo che Calvino ci fa conoscere in un suo capolavoro.
Su Lillo Miccichè nulla da dire, se non la sua “dabbenaggine” —e lo scrivo con affetto— nell’avere accettato una competizione dove aveva tutto da perdere e nulla da guadagnare.
Su Carta si può sinteticamente iniziare con la frase dialettale tipica: ma chi film ha fattu?
Per i non residenti spiego che tale espressione viene utilizzata a proposito di qualcuno di cui si narra un risultato eccezionale ma che risulta del tutto sconosciuto o che risultano sconosciute le qualità che giustifichino il risultato eccezionale. Insomma, è una frase che, con un po’ di cattivella ironia solleva qualche ragionevole perplessità intrisa di diffidenza mista a stupore su quanto accaduto o narrato, ritenendo l’autore dell’impresa non dotato personalmente delle qualità necessarie a compiere la stessa e quindi bisognoso di altro aiuto “esterno” che comunque è rimasto celato.
E, in una ragionata analisi del risultato ottenuto da Carta, l’uso di questa frase ci stà tutto.
Carta ottiene 510 voti, in una giornata in cui — ironia della sorte— fischiava il vento e urlava la bufera.
Orbene, immaginate ben 510 persone, agrigentine per giunta, in una simile giornata, in una competizione di cui gran parte della popolazione non sa cos’è e non ne ha neanche sentito parlare, in una Agrigento che esprime maggioranze bulgare di destra, dove c’è un solo seggio per votare e quindi deve allontanarsi da casa e raggiungere, magari dalle lontane e scomode frazioni, il centro città; immaginatevi queste 510 persone che vanno, con spirito encomiabile, a votare per Ausilia Eccelso…beh potrebbe essere, è una donna che, come si suol dire, “c’ha messo la faccia”, si è beccata querele o minacce e asti personali per la sua battaglia per il mare pulito; ha avuto buona visibilità sui media locali: insomma, se non proprio 510 persone almeno 150 li poteva pure coinvolgere!
Ma l’Ottimo Giampiero? Neanche Nello Hamel! Quest’ultimo, alle ultime comunali totalizzò circa 250 voti, ed è uno che siede in consiglio comunale dai tempi di Noè. Hamel, in un commento su questo giornale scrive, a giustificazione del risultato di Carta “… chi conosce la storia elettorale di Agrigento potrà rilevare che gli amici che hanno lavorato per IDV da almeno 15 anni registrano sempre lo stesso apprezzabile consenso…”: a parte la favola di 15 anni di IDV su cui preferisco sorvolare, che tutti ma proprio tutti gli elettori dell’IDV siano andati quel giorno, incuranti di “lampi e trona”, a votare alle primarie? Se è così assistiamo a fenomeni paranormali: neanche nella Russia di Putin!
Insomma, non me la bevo. A meno che Giampiero Carta, il cui impegno politico non è certamente così noto come quello di Miccichè o della stessa Eccelso, non abbia una grande e diffusa parentela, viene difficile capire da dove sono venuti questi voti. E poiché i votanti ci sono stati davvero (su questo non ho dubbio alcuno) non resta altro da pensare che è ricco di amici. E, si sa, cu è riccu d’amici è poviru di guai…
Cosimo Piovasco di Rondò
“agrigentine per giunta” probabilmente è la spiegazione più chiara del perchè di questi 510 voti, i votanti sono stati indirizzati con motivazioni forti questa volta…
eppoi, se deve fare un film, dovrà pur iniziare a farsi conoscere, le primarie sono un gran bel trampolino; se poi diventerà noto come l’Ottimo Massimo avrà raggiunto anche un incredibile successo…
Tuttavia non dubitare non si può…
L’autore del pezzo è certamente un uomo dotato di ironia quindi non se la prenderà se citando Charles Joseph de Ligne gli ricordo che “Ci sono due specie di sciocchi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto.”
Lillo Miccichè è stato già candidato a Sindaco per due volte se non erro, in entrambi i casi ha avuto delle ottime affermazioni ma mai gli agrigentini -che tanto lo amano- gli hanno permesso di ottenere le chiavi della città e nelle ultime elezioni la sua lista ha raccolto meno consensi rispetto a quella di Hamel. Sono andato a rivedere i candidati a Sindaco dal 1993 ad oggi, ed i nomi che ho trovato sono sempre gli stessi, io ritengo che l’avvento di volti nuovi possa fare solo bene ad una città, che almeno a parole, reclama un cambiamento.
Eccellente Sandino, se dovessi prendermela per la sua citazione sarei davvero sciocco, ma poichè la stessa mi ha fatto ridere, anzi mi ha fatto abbondantemente ridere, mi viene il dubbio (toh! un altro!) che forse sciocco lo sono lo stesso. Ahimè, pazienza. Ma poichè in terra di ciechi chi ha un occhio è re, resto seduto sul mio virtuale trono. Ritornando al suo pregevole commento, ritengo sia sufficiente una sola precisazione: forse che Ausilia Eccelso e Marcella Carlisi erano facce vecchie? E poi, si sa, si vota per il “nuovo” mica per chi fa le battaglie,soprattutto in un elettorato di “nicchia” come quello di sinistra ad Agrigento. Mi permetta lei una citazione, più popolare, il cui autore non ha bisogno neanche di essere ricordato: ma mi faccia il piacere!!!
Diciamola come dice un personaggio Politico Lillo Miccichè e sempre Lillo, auguri al Candidato Sindaco.
Peccato per Lillo
tutto cambia,nulla cambia.dal cilindro altro coniglio dal proletario piazza,al proclamatore di coraggiosi cambiamenti zambuto adesso il nuovo carta.a buon intenditore poche parole
Tutto questo svolazzare di pseudoinfamità, questo venticello di calunnie non può che far volare Carta. Denigratori insulsi, siete avvisati. Vi chiedete ancora cu è? Picchì cu è Pennica? Cu è Grillo? Unni hannu statu? Per non parlare del sindacuzzo uscente e dell’altro candidato sindaco: se non ci fossero stati la loro invenzione sarebbe stata superflua.
Le primarie son finite, sono state democratiche e sono state vinte onestamente.
Se una pinco pallina qualunque può prendere 60 voti da amici e parenti senza piagnucolare a destra e a manca, senza avanzare pretese inaudite da altre forze politiche, senza vantare presunti crediti… allora perché l’ottimo (che è sempre meglio di eccelso), fine comunicatore Giampiero Carta non può raccogliere un consenso più largo? Qualcuno c’è rimasto male a vedere che la squadra funziona, cavoli suoi. Divide et impera, no grazie!
C’è chi sparge zizzania nella coalizione, magari? Questo mi viene da pensare. Ma la squadra è compatta e anche affiatata. C’è fiducia. E c’è voglia di fare cose buone per questa città.
La passione spesso ottenebra la ragione. E lei, sig.ra Bice, ne è un ottimo esempio (si, decisamente siete una squadra dell’ottimo!). Ad una analisi del voto lei risponde con proclami, dando la patente di “fine comunicatore” a Carta —e, per quanto ne so, nulla toglie che lo sia davvero, e le sarò grato se vorrà indicarmi quale film devo guardare— ed offendendo volgarmente e vigliaccamente l’Ing. Marcella Carlisi (non possono esserci dubbi a chi lei si riferisce), definendola “pinco pallina qualsiasi”. Marcella Carlisi è stata, nonostante le notevoli difficoltà personali, una donna che si è spesa, e si sta spendendo, con tutte le sue energie nelle battaglie sociali in cui ha creduto, e sono davvero tante, e nel solo interesse di un’Agrigento migliore. Posso solo provare vergogna al posto suo, ritenendola priva, per genetica, della capacità di farlo da sola, per ciò che ha scritto nei riguardi di Marcella, che comunque non ha bisogno certamente della mia difesa.
Il tempo è galantuomo e ci dirà il valore di ognuno. Se Carta dovesse avere un lusinghiero risultato alle vere elezioni, sarò felice di ricredermi perchè vorrà dire che veramente ad Agrigento qualcosa si può muovere. Oggi, intanto, mi chiedo chi sono le 510 persone che lo hanno votato alle primarie, con analisi e non con proclami da guerra santa.
Detto questo, avendo cose più serie da fare che non salvare Agrigento dagli agrigentini, la lascio alla sua passione, cogliendo l’occasione per dire che non replicherò più a commenti che non rispondono con analisi e ragionamenti ma solo con isteriche difese d’ufficio.
P.S. L’Avv. Pennica e l’Avv. Grillo, aldilà delle simpatie o antipatie che possono attirare, sono certamente più noti in Città che non Giampiero Carta. Questo, ovviamente, non vuol essere un metro per misurare la qualità ma soltanto un dato oggettivo.
Non era mia intenzione offendere Marcella Carlisi. Anzi. Ne lodavo il risultato ottenuto e lo paragonavo a quello dagli altri candidati che hanno affrontato queste primarie caricandole di aspettative e rincorrendo voti. Non mi meraviglia il risultato 10 volte superiore di Carta. Ma è molto più comodo far finta di non comprendere quello che volevo dire, vero?
I lettori possono trarre le loro conclusioni. Io resto in attesa di conoscere il titolo del film.
La gente si fa i film in testa e poi pretende titoli! Immagino che la filmografia a cui allude non si discosti tanto da: La stangata, Presunto vincente, Il signore di Nello, Il codice DAI VINCI, L’avvocatessa alle grandi manovre, In fila per la vittoria, La corazzata Poitiunchio, Speriamo che sia femmina, Le primarie dei morti viventi, Via i voti col vento… W il signor quindici palle!