Occorre riflettere sulle “questioni” che si riferiscono ai rapporti nord sud e sul ricorrente chiacchiericcio imperante su temi sensibili dello sviluppo del mezzogiorno.
Da molto, troppo, tempo tuttavia si assiste con scetticismo alla solita retorica, dei governi che, a parole, declamano l’intenzione di concorrere per l’attenuazione del gap di sviluppo: a fronte della realtà e della perdurante differenza tra le due italie e della forbice che si è sempre più divaricata.
I fatti ne dimostrano tutta la ipocrisia e la questione della emarginazione geografica alla luce delle azioni registrati negli ultimi anni assume la dimensione, la cifra, dello sfilacciamento del rapporto di fiducia dei cittadini (sudditi?) e la politica.Un tempo partire per il nord non era facile né piacevole tuttavia era una possibilità particolarmente significativa per raggiungere la parte più evoluta del paese: Bologna, Milano, Torino, Venezia.
Le Ferrovie dello Stato per anni hanno garantito un importante servizio pubblico, ma purtroppo si assiste da tempo al suo continuo smantellamento, in rapida successione: soppressione di molti collegamenti, riduzione dei treni, eliminazione dei vagoni letto.
Mentre Trenitalia inaugurava a Roma la nuova stazione Tiburtina per la linea Tav, con costi da capogiro (33° milioni di euro) , la stessa Trenitalia ha deciso di azzerare i convogli che collegano la Sicilia al Nord.
I treni partiti dalla Sicilia non raggiungeranno più Venezia,Torino e Milano. I treni ordinari per la capitale passeranno da 26 a 10 al giorno. Da quattro treni notte si passerà a 3 convogli con partenza alle 17,30, alle 18,30 e alle 20,30, ciò significa che dalle 10,07 alle 17,30 non ci sarà nessun collegamento tra l’isola e Roma. Inoltre, la composizione del treni notte passerà da 10 a 8 vagoni (l’attuale Palermo-Roma 1938 ne conta 13); sono stati cancellati tutti i treni previsti in periodi dell’anno con maggior traffico.
E c’è dell’altro: mentre la stazione della città della Valle dei Templi è stata tagliata completamente, fuori da tutti gli itinerari, l’immobile e le sue adiacenze saranno trasformati in un resort, in un fast food, in sportelli bancari, in parcheggi.
Infatti Rete Ferrovia Italiana spa, una delle aziende che costituiscono il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha incaricato Ferservizi, società del gruppo Ferrovie dello Stato, di bandire una gara d’appalto, per un progetto ben preciso: un albergo da 22 posti letto (un tempo utilizzato come foresteria per il personale), un ristorante con terrazza da 460 metri quadrati e un parcheggio all’aperto con una capienza di 110 posti auto, uffici e locali commerciali.
E’ urgente, pertanto, richiamare l’attenzione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Renato Passera, sulle intollerabili scelte aziendali che risultano particolarmente, vessatorie nei confronti dei cittadini del Sud.
Tutti concordi nel sottolineare i grandi disagi che scelte del genere arrecheranno ai viaggiatori, pendolari che fanno spola tra nord e sud e non hanno un’alternativa valida per ovviare agli inaspettati disagi.
Come risaputo la maggior parte dei centri siciliani non sono serviti da aeroporto e non esistono treni ‘veloci’ da Roma in giù. Non esiste dunque un’opzione che consenta un risparmio di tempo e denaro e allo stesso tempo garantisca una qualità di viaggio che eviti stress da ritardo e da coincidenza.
Occorre fare molta attenzione a questa perversa distribuzione dei servizi e delle risorse perché è su questo terreno che si giocheranno le carte decisive nella partita per il rilancio della crescita economica del paese.
A tale proposito è utile segnalare che in effetti i governi europei continuano a farsi influenzare dall’idea che collegamenti più efficienti possano aiutare a ridurre le disparità regionali e promuovere la crescita.
Per evitare che migliori collegamenti (vedi alta velocità) riservati esclusivamente alle aree più evolute ne rafforzino i vantaggi di posizione nel punto centrale della rete: nella quale le imprese presenti in regioni prosperose possono raggiungere con facilità aree più grandi, finendo per danneggiare le prospettive dei luoghi più poveri.
In relazione alle superiori considerazioni si è facilmente tentati di drammatizzare gli annosi problemi Ma oggi è indispensabile individuare soluzioni efficaci.
A partire dalla rimozione dello sconsiderato approccio aziendalista che l’AD Moretti ha riservato a un servizio pubblico diretto ad assicurare a tutti i cittadini indipendentemente dai luoghi in cui vivono il diritto costituzionalmente garantito, alla mobilità.
Che ha a che fare con altri diritti negati e che – come ovvio – contribuisce a far venire meno l’idea di legame sociale.
Alessio Lattuca
Presidente Confimpresa Euromed