Sciopero degli autotrasportatori, Movimento dei Forconi, Sicilia nel caos, c’è dietro la mafia, i vertici dei movimenti hanno etichette politiche, difendono solo interessi di categoria, etc.
Quanto c’è di vero dietro queste parole?
Forse tanto, ma in pochi oggi si chiedono realmente cosa significhi tutto quello che sta accadendo e quali saranno le conseguenze delle azioni di questo governo, frutto di scelte scellerate di chi lo ha preceduto.
Senza voler fare paragoni tra quello che accade oggi in Sicilia con la Primavera araba, della quale pure si potrebbe dir tanto dietro gli interessi che l’hanno alimentata, il dato certo, è il malessere di un popolo sempre più affamato.
Categorie che difendono interessi corporativi? Sicuramente. Ma avete mai considerato come l’aumento del carburante significhi un aumento dei costi dei prodotti che noi vorremmo commercializzare fuori regione?
Prendiamo come esempio i prodotti dell’agricoltura. Se pensiamo di vendere il prodotto nostro sui mercati del Nord, considerate le distanze e l’aumento del costo del trasporto, sarà nel prezzo competitivo rispetto ad un prodotto coltivato in una regione più vicina?
Il risultato è quello della crisi che investe i nostri settori produttivi.
Senza considerare che questo significa l’aumento del costo della vita in una delle regioni più povere d’Italia, destinata a diventare sempre più povera.
Cominciamo con il chiederci cosa ne è stato dello Statuto Siciliano e della relativa applicazione (leggi qui lo statuto). Quanti di noi sono consapevoli che in Sicilia viene raffinato il 50% della benzina che serve a tutti gli italiani? E quanti sanno che i gasdotti che attraversano questa regione riforniscono il resto d’Italia? Circa l’80% percento dell’energia prodotta nell’isola, serve per il resto della nazione.
Qualcuno sa spiegarci perché in altre regioni d’Italia, i costi energetici debbano essere inferiori a quelli dell’isola che questa energia fornisce (leggi qui)? Qualcuno vuol dirci per quale motivo dovremmo ospitare ben due rigassificatori che altre regioni italiane, alle quali servono, non vogliono? Il motivo c’è. Tutto quello che è il prodotto dell’isola, serve allo Stato per garantire creditori come BCE e FMI, garantendo nel contempo speculatori finanziari che trovano ancora una volta nella Sicilia il salvadenaio dal quale attingere a piene mani, ubriacando il popolo con una politica assistenzialista, che oggi concede sempre meno, e narcotizzandolo con dosi massicce di disinformazione.
I movimenti sono infiltrati dalla mafia? Ebbene, si abbia allora il coraggio di isolare i mafiosi e denunciarli, senza per questo porre etichette generiche a quanti manifestano soltanto per la loro stessa sopravvivenza.
Il vero problema, è quello dell’accidia di un popolo pronto a lamentarsi solo quando le tasche nelle quali mettere le mani sono quelle proprie.
Ma quando dopo i precari della scuola, i pensionati e quanti sono stati già penalizzati, le imprese private si vedranno costrette a chiudere e toccherà ai dipendenti pubblici il vedersi tagliare gli stipendi e arriveremo ai licenziamenti nella pubblica amministrazione, cosa avverrà?
Parleremo ancora di infiltrazioni e strumentalizzazioni?
L’unico appunto da fare a chi manifesta il proprio stato di sofferenza, è forse quello di avere sbagliato il metodo.
Anziché penalizzare ancor di più la propria regione, avrebbero forse dovuto alzare il tiro e spingere la protesta laddove avrebbe avuto ben altra risonanza, senza che si potesse tentare di soffocarla nel silenzio.
O, meglio ancora, chiamare a rispondere del dissesto economico del paese, tutti quei politici e burocrati che hanno rubato a piene mani dalle tasche degli italiani, e che oggi si godono il frutto dei loro crimini mentre il popolo ne patisce i disagi.
Ma per fare questo, sarebbe stata necessaria l’unità di un popolo che oggi sembra non esistere, preso così com’è dal guardare dentro la propria tasca e rincuorarsi nel trovarci ancora qualche euro.
Di chi quell’euro non ce l’ha più, poco importa. Povero italiano che non sa ancora che presto o tardi toccherà a tutti mettere la mano in tasca e non trovarci più nulla…
È un crimine chiedere in Sicilia che venga attuato lo Statuto Siciliano?
È un crimine quello di associarsi alla richiesta dall’Assemblea Regionale, di abbassare le accise petrolifere e devolverle alla Sicilia?
È questo l’essere meridionalisti?
Ma quando accadrà anche in altre regioni, si passerà all’accusa d’esser nordisti, o finalmente tutti capiranno che un popolo affamato non può continuare a stringere la cinta, mentre c’è chi s’ingrassa continuando a saccheggiare ciò che resta?
gjm
OTTIMA ANALISI DIRETTORE!!!!MA PURTROPPO SIAMO UN POPOLO DI PECORONI SUPERBI NON CAPIREMO MAI!!!
Dopo le Soft Revolutions della Primavera scorsa nel Nordafrica & la guerra Libica adesso il turno è arrivato alla Sicilia (quando chiesi a Pietro Ancona un anno fà q lo faranno la Rivoluzione anche in Sicilia nessuno capiva q che intendevo…!?) : all’inizio dell’anno del Drago, con la Sua Rivoluzione – sperando che sia Evoluzione 🙂
Nn c’è Tempo nè Spazio x litigare rossi / blù, nord / sud, solo x Lavorare & Gioire: Insieme, Risolvendo, anche se Diversi 🙂
Infiltrazioni mafiose? allora sono mafioso.
Movimenti condivisi dalla estrema destra? allora sono fascista.
Movimenti condivisi dai marxisti? allora sono comunista.
…..
Non me ne frega un ca..o,l’importante è proseguire,senza violenza,su questa strada.
La smettano di scherzare. Inizino a cercare i grandi evasori e varino misure serie come la patrimoniale. I risultati di quello che hanno fatto in passato e di quello che si sta facendo oggi, non stanno tardando ad arrivare:
http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/01/23/news/la_protesta_dei_forconi_raggiunge_il_piemonte-28602291/?ref=HREA-1
http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/23/news/tir_autotrasportatori_bloccano_la_a4_nel_bergamasco-28605671/?ref=HREA-1
Tutti mafiosissimi sono………….e fascistissimi………..
http://notizie.virgilio.it/cronaca/al-via-protesta-dei-tir-blocchi-assemblee-in-tutta-italia_162039.html
Alla protesta stanno aderendo anche i pescatori marchiggiani e rischia di allargarsi ad altre categorie. Adesso titoleranno che 50milioni di italiani sono mafiosi. Tutti tranne i politici che hanno causato questo.
Ottima radiografia di un stato sociale, quello del Meridione e della Sicilia in particolare,rappresentata dal Direttore, sempre preciso e puntuale.
Mi permetto di fare tre osservazioni, relativamente alle infiltrazioni mafiosi nei movimenti che hanno bloccato la Sicilia per sette giorni:
– il Presidente di Confindustria Sicilia Lo Bello, oltre a denunziare ha il dovere di fare nomi e cognomi dei mafiosi e le i Movimenti e le Istituzioni di isolarli;
– quelle poche volte che in Sicilia si organizzano movimenti di rivendicazioni sociali subito sono bollati come mafiosi ;
– se si pigliamo iniziative nel Nord Italia in difesa esclusimante del proprio Territorio contro gli interessi generali del Paese, quelle iniziative sono qualificate come segno di Civiltà.
… effettivamente sì, vuol dire esattamente essere meridionalista perché io che mi sento italiana prima che siciliana e pur avendo in me tutta la sicilianità e la fierezza dell’essere siciliana… a me dello Statuto e dell’autonomia non me ne può fregare di meno, anzi, in tutta libertà: non sarebbe ora di finirla con le autonomie e i regionalismi?Non sarebbe ora di rivendicare invece un ugualianza, un appartenenza che deve porci al tavolo del confronto con in mano i diritti di tutti, non delle regioni “speciali”. Ci mettiamo a fare i siciliani incazzati con Roma quando avremmo a portata di forcone i nostri cari parlamentari siciliani? A casa mia si usa che prima pulisco dentro e solo dopo vado a mettere ordine fuori. Allora basta, seppure sono assolutamente in minoranza, mi rendo conto, ma basta per una volta di fare le vittime sacrificali sapendo che tra mafia e politica i nemici ce li abbiamo a casa!
Sono nati moltissimi gruppi a sostegno dello statuto siciliano e francamente mi dispiace moltissimo che nella primavera siciliana sia questa la parola d’ordine, più coraggiosi, più seri, più coerenti saremmo stati se avessimo chiesto di diventare regione a statuto ordinario e l’immediato scioglimento del Parlamento Siciliano.
Gent.ma Angela,
non mi sarei mai aspettato che qualcuno un giorno mi avrebbe definito “meridionalista”, soltanto perchè ritengo che leggi, regolamenti e statuti, non debbano restare semplice carta straccia.
Lei si sente italiana pur avendo tutta la sicilianità e la fierezza dell’essere siciliana, eppure, sembra non scandalizzarsi del divario nord/sud, nè del fatto che da anni – fin dai tempi dello sbarco dei Mille – il meridione sia stato derubato e i meridionali ridotti a vivere delle elemosine di uno Stato che li ha anche privati della loro dignità.
Non sembra scandalizzarsi del fatto che viene consentito a parlamentari nazionali di bruciare la bandiera italiana, o di proclamare inesistenti nazioni (non regioni…) autonome.
In verità, io credo che il popolo italiano, così come quello europeo, sia soltanto un’invenzione.
Ad oggi, l’Italia esiste soltanto per il tricolore. Per tutto il resto, usi, costumi, lingua, economia etc, si tratta di universi diversi.
Gli stessi paesi membri della Comunità Europea, hanno in comune soltanto l’euro.
Condivido in toto la sua opinione sul fatto che sarebbe ora di finirla con le autonomie e i regionalismi; che sarebbe ora di rivendicare invece un’ugualianza, un’appartenenza che deve porci al tavolo del confronto con in mano i diritti di tutti, non delle regioni speciali.
Ancor più condivido l’idea di smettere di fare i siciliani incazzati con Roma quando avremmo a portata di forcone i nostri cari parlamentari siciliani.
Detto questo, non posso accettare che le nostre regioni (meridione d’Italia) vengano utilizzate come la pattumiera del paese e ne venga impedito lo sviluppo.
Vogliamo cominciare dal ‘costruire’ quel popolo italiano che ad oggi ancora non esiste?
Solo in quel caso si potrà abbandonare l’idea delle regioni autonome, degli statuti speciali etc.
Con stima
Gian J. Morici
Carissimo,
conoscendola e stimandola mi sono permessa di riprendere la provocazione del titolo, perché credo che condividiamo sia l’indignazione verso la politica dello Stato Italiano nei nostri confronti, sia la necessità di dare una sterzata all’interno della nostra politica. La mia preoccupazione è tutta tesa verso quei giovani che in queste ore stanno aprendo gruppi sui social in difesa di un autonomia che non è esente da colpe (non in sé, ma per quanto ha prodotto) e per essere una voce fuori da un coro che non mi piace, che ricorda i “Roma Ladrona”, che priva le coscienze di un analisi vera e profonda e capace di produrre cambiamenti seri. Per questo lancio una provocazione diversa, per non alimentare questi fuochi di paglia su cui buttano benzina le varie e potenti anime autonomiste che, ad oggi, non mi pare si siano prodigati per il bene della nostra terra.
Sono stati bravi i nostri parlamentari a cavalcare l’onda, a far urlare a furor di popolo Sicilia! Sicilia! quasi facendoci dimenticare che loro e non altri sono lì, nelle sedi preposte alle decisioni politiche. Cadremo in questo stupido laccio? Io amo la mia Sicilia e amo l’Italia e quindi preferisco che i forconi restino puntati su chi ha gettato fango su entrambe. Nessuna regione d’Italia merita di essere trattata da pattumiera, nessuna regione d’Italia merita di avere uno Stato Centrale che scarica su uno Stato Regionale che riscarica sullo Stato Centrale con entrambi alla fine che scaricano sulla criminalità (al meglio) o sulla popolazione (al peggio) le cause dei problemi da loro stessi creati e perpetrati.
Noi non meritiamo di essere ancora ostaggio di queste logiche perverse, credo dovremmo alzare ancora di più la voce e non permettere a nessuno, meno che mai ai traditori del proprio stesso popolo, di appropriarsi di una battaglia per il recupero della dignità.
Non è un mai un crimine la rivendicazione di diritti sanciti ma in questi giorni forse meglio non unire le nostre alle tante ed essere voci diverse. La nostra Sicilia martoriata non merita di essere consegnata da noi stessi a questi signori, attenzione a non dare loro una legittimazione che solo un paio di mesi fa avevano completamente perso.
Non l’annoio oltre con il mio dolore di vedere ancora una volta il popolo siciliano usato e strumentalizzato, la rabbia domata e utilizzata per i propri meschini interessi.
Oltre alla stima l’affetto.
Angela Candelaresi
Come non trovarsi a dover concordare sul fatto che i forconi restino puntati su chi ha gettato fango tanto sull’Italia, quanto sulla Sicilia?
Voglio soltanto sperare che quanti stanno affamando la gente, comincino a rendersi conto che con un popolo messo alle strette non si può scherzare.
Con immutata stima e affetto
Gian