11 Ottobre 2024
Home E non accusatemi d’esser meridionalista…

11 thoughts on “E non accusatemi d’esser meridionalista…

  1. OTTIMA ANALISI DIRETTORE!!!!MA PURTROPPO SIAMO UN POPOLO DI PECORONI SUPERBI NON CAPIREMO MAI!!!

  2. Dopo le Soft Revolutions della Primavera scorsa nel Nordafrica & la guerra Libica adesso il turno è arrivato alla Sicilia (quando chiesi a Pietro Ancona un anno fà q lo faranno la Rivoluzione anche in Sicilia nessuno capiva q che intendevo…!?) : all’inizio dell’anno del Drago, con la Sua Rivoluzione – sperando che sia Evoluzione 🙂

  3. Infiltrazioni mafiose? allora sono mafioso.
    Movimenti condivisi dalla estrema destra? allora sono fascista.
    Movimenti condivisi dai marxisti? allora sono comunista.
    …..
    Non me ne frega un ca..o,l’importante è proseguire,senza violenza,su questa strada.

  4. La smettano di scherzare. Inizino a cercare i grandi evasori e varino misure serie come la patrimoniale. I risultati di quello che hanno fatto in passato e di quello che si sta facendo oggi, non stanno tardando ad arrivare:
    http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/01/23/news/la_protesta_dei_forconi_raggiunge_il_piemonte-28602291/?ref=HREA-1

    http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/23/news/tir_autotrasportatori_bloccano_la_a4_nel_bergamasco-28605671/?ref=HREA-1

  5. Ottima radiografia di un stato sociale, quello del Meridione e della Sicilia in particolare,rappresentata dal Direttore, sempre preciso e puntuale.
    Mi permetto di fare tre osservazioni, relativamente alle infiltrazioni mafiosi nei movimenti che hanno bloccato la Sicilia per sette giorni:
    – il Presidente di Confindustria Sicilia Lo Bello, oltre a denunziare ha il dovere di fare nomi e cognomi dei mafiosi e le i Movimenti e le Istituzioni di isolarli;
    – quelle poche volte che in Sicilia si organizzano movimenti di rivendicazioni sociali subito sono bollati come mafiosi ;
    – se si pigliamo iniziative nel Nord Italia in difesa esclusimante del proprio Territorio contro gli interessi generali del Paese, quelle iniziative sono qualificate come segno di Civiltà.

  6. … effettivamente sì, vuol dire esattamente essere meridionalista perché io che mi sento italiana prima che siciliana e pur avendo in me tutta la sicilianità e la fierezza dell’essere siciliana… a me dello Statuto e dell’autonomia non me ne può fregare di meno, anzi, in tutta libertà: non sarebbe ora di finirla con le autonomie e i regionalismi?Non sarebbe ora di rivendicare invece un ugualianza, un appartenenza che deve porci al tavolo del confronto con in mano i diritti di tutti, non delle regioni “speciali”. Ci mettiamo a fare i siciliani incazzati con Roma quando avremmo a portata di forcone i nostri cari parlamentari siciliani? A casa mia si usa che prima pulisco dentro e solo dopo vado a mettere ordine fuori. Allora basta, seppure sono assolutamente in minoranza, mi rendo conto, ma basta per una volta di fare le vittime sacrificali sapendo che tra mafia e politica i nemici ce li abbiamo a casa!
    Sono nati moltissimi gruppi a sostegno dello statuto siciliano e francamente mi dispiace moltissimo che nella primavera siciliana sia questa la parola d’ordine, più coraggiosi, più seri, più coerenti saremmo stati se avessimo chiesto di diventare regione a statuto ordinario e l’immediato scioglimento del Parlamento Siciliano.

  7. Gent.ma Angela,
    non mi sarei mai aspettato che qualcuno un giorno mi avrebbe definito “meridionalista”, soltanto perchè ritengo che leggi, regolamenti e statuti, non debbano restare semplice carta straccia.
    Lei si sente italiana pur avendo tutta la sicilianità e la fierezza dell’essere siciliana, eppure, sembra non scandalizzarsi del divario nord/sud, nè del fatto che da anni – fin dai tempi dello sbarco dei Mille – il meridione sia stato derubato e i meridionali ridotti a vivere delle elemosine di uno Stato che li ha anche privati della loro dignità.
    Non sembra scandalizzarsi del fatto che viene consentito a parlamentari nazionali di bruciare la bandiera italiana, o di proclamare inesistenti nazioni (non regioni…) autonome.
    In verità, io credo che il popolo italiano, così come quello europeo, sia soltanto un’invenzione.
    Ad oggi, l’Italia esiste soltanto per il tricolore. Per tutto il resto, usi, costumi, lingua, economia etc, si tratta di universi diversi.
    Gli stessi paesi membri della Comunità Europea, hanno in comune soltanto l’euro.
    Condivido in toto la sua opinione sul fatto che sarebbe ora di finirla con le autonomie e i regionalismi; che sarebbe ora di rivendicare invece un’ugualianza, un’appartenenza che deve porci al tavolo del confronto con in mano i diritti di tutti, non delle regioni speciali.
    Ancor più condivido l’idea di smettere di fare i siciliani incazzati con Roma quando avremmo a portata di forcone i nostri cari parlamentari siciliani.
    Detto questo, non posso accettare che le nostre regioni (meridione d’Italia) vengano utilizzate come la pattumiera del paese e ne venga impedito lo sviluppo.
    Vogliamo cominciare dal ‘costruire’ quel popolo italiano che ad oggi ancora non esiste?
    Solo in quel caso si potrà abbandonare l’idea delle regioni autonome, degli statuti speciali etc.
    Con stima
    Gian J. Morici

  8. Carissimo,
    conoscendola e stimandola mi sono permessa di riprendere la provocazione del titolo, perché credo che condividiamo sia l’indignazione verso la politica dello Stato Italiano nei nostri confronti, sia la necessità di dare una sterzata all’interno della nostra politica. La mia preoccupazione è tutta tesa verso quei giovani che in queste ore stanno aprendo gruppi sui social in difesa di un autonomia che non è esente da colpe (non in sé, ma per quanto ha prodotto) e per essere una voce fuori da un coro che non mi piace, che ricorda i “Roma Ladrona”, che priva le coscienze di un analisi vera e profonda e capace di produrre cambiamenti seri. Per questo lancio una provocazione diversa, per non alimentare questi fuochi di paglia su cui buttano benzina le varie e potenti anime autonomiste che, ad oggi, non mi pare si siano prodigati per il bene della nostra terra.
    Sono stati bravi i nostri parlamentari a cavalcare l’onda, a far urlare a furor di popolo Sicilia! Sicilia! quasi facendoci dimenticare che loro e non altri sono lì, nelle sedi preposte alle decisioni politiche. Cadremo in questo stupido laccio? Io amo la mia Sicilia e amo l’Italia e quindi preferisco che i forconi restino puntati su chi ha gettato fango su entrambe. Nessuna regione d’Italia merita di essere trattata da pattumiera, nessuna regione d’Italia merita di avere uno Stato Centrale che scarica su uno Stato Regionale che riscarica sullo Stato Centrale con entrambi alla fine che scaricano sulla criminalità (al meglio) o sulla popolazione (al peggio) le cause dei problemi da loro stessi creati e perpetrati.
    Noi non meritiamo di essere ancora ostaggio di queste logiche perverse, credo dovremmo alzare ancora di più la voce e non permettere a nessuno, meno che mai ai traditori del proprio stesso popolo, di appropriarsi di una battaglia per il recupero della dignità.
    Non è un mai un crimine la rivendicazione di diritti sanciti ma in questi giorni forse meglio non unire le nostre alle tante ed essere voci diverse. La nostra Sicilia martoriata non merita di essere consegnata da noi stessi a questi signori, attenzione a non dare loro una legittimazione che solo un paio di mesi fa avevano completamente perso.

    Non l’annoio oltre con il mio dolore di vedere ancora una volta il popolo siciliano usato e strumentalizzato, la rabbia domata e utilizzata per i propri meschini interessi.

    Oltre alla stima l’affetto.
    Angela Candelaresi

  9. Come non trovarsi a dover concordare sul fatto che i forconi restino puntati su chi ha gettato fango tanto sull’Italia, quanto sulla Sicilia?
    Voglio soltanto sperare che quanti stanno affamando la gente, comincino a rendersi conto che con un popolo messo alle strette non si può scherzare.
    Con immutata stima e affetto
    Gian

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