Forse fu un avo di Capossela, il quale, non intendendosi di calzini a cui dedicare una canzone, pensò all’Errore. O forse fu che da un Errore nacque la città di Agrigento.
Comunque siano andate le cose, noi non lo sapremo mai, ma sta di fatto che da un Errore all’altro, Agrigento da decenni detiene il primato di Ultima Città d’Italia.
Parlare di Politica nella miserabile cittaduzza, è come parlare di ingegneria biomedica con un pastore Ovahimba della Namibia, ma, ciò nonostante, l’approssimarsi della competizione elettorale ci impone di sprecare qualche byte e perdere qualche minuto di tempo, che certamente avremmo meglio potuto investire.
Di Errori ad Agrigento se ne son commessi tanti. E se errare humanum est et perseverare autem diabolicum, non v’è dubbio che qualcosa di diabolico in noi agrigentini deve pur esserci.
È iniziata da tempo la campagna elettorale, che vede già alcuni protagonisti (altrove sarebbero comparse) sfidarsi in singolar tenzone.
A completare un quadro già di per sé demoralizzante, il ritorno di alcuni dinosauri di quella politica con la “p” minuscola, protagonisti di un passato che avremmo preferito dimenticare consegnandolo a giusta sepoltura.
Pietate erga deos sublata fides etiam et societas generis humani tollitur.
Ovunque, ma non ad Agrigento. L’Errore rinasce. E come l’araba fenice, risorge dalle proprie ceneri.
Agrigento è la città dell’Errore.
Chissà se Vinicio Capossela mosso a commozione non riscriverà “Il Paradiso dei calzini” (clicca qui per ascoltare la canzone), regalando anche agli Errori un Paradiso dove tutti possano ritrovarsi uniti e vicini…
gjm
a volte ritornano