Aragona (Agrigento)- Martedì 13 dicembre 2011, in Municipio si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei genitori, il dirigente scolastico Pina Butera, l’assessore Filippo Gandolfo e il dirigente comunale Rosa Calleia, avente per oggetto la “Mensa Scolastica” per gli alunni dell’I.C. “Capuana”.
In tempi di crisi occorre che i sacrifici vengano fatti da tutti e chi più ha più deve contribuire per aiutare il corpo sociale. Diverse avvisaglie avevano fatto intendere che il costo del servizio mensa sarebbe aumentato a partire dal gennaio 2012, e il sindaco, Alfonso Tedesco, nel corso di un’intervista a noi rilasciata, aveva fatto intuire che i rincari potrebbero interessare diversi altri servizi al pubblico: “Siccome è finita l’era in cui il comune offre servizi gratuiti a tutti, la gente con riferimento al proprio reddito deve coopartecipare ai vari servizi”. Lo stesso sindaco aveva garantito che da gennaio ciascuna famiglia avrebbe contribuito al servizio di mensa scolastica, in base alla propria situazione reddituale. Genitori dai volti tirati che lasciavano trasparire tutta la loro preoccupazione per i possibili rincari dei buoni mensa. Mamme ignare del fatto che una determina sindacale stabilisce che la contribuzione delle famiglie non sarà più del 45% sul costo del pranzo, bensì del 60%. A partire dunque dal nuovo anno, le famiglie potrebbero esborsare ben 3€ al giorno per ciascun figlio che dovrà fruire della mensa scolastica.
Dai discorsi e dalle domande poste ai genitori presenti, emerge un quadro inquietante, poiché l’ASP non avrebbe dato il consenso per il piatto unico e il pranzo completo influirebbe troppo sulle uscite familiari. “Qui non si parla di Isee – sbraitava un genitore -, non considerano le famiglie monoreddito. Il problema è che poi ti obbligano ad avere il coso (il buono mensa – ndr). All’asilo chi non ha il buono non entra”. Per correttezza d’informazione, non tutti i genitori erano concordi a quest’ultima affermazione ritenendola ingiusta e affermando che nelle classi frequentate dai loro figli, non è così.
“C’è chi non manda i bambini a scuola – riferendosi alla scuola materna – perché non ha la possibilità di fare i buoni. Che è bello!”, afferma una madre, con la chiara intenzione di invitare i presenti a un attimo di riflessione.
Nel corso del dibattito, Rosa Calleia, dirigente dell’ufficio assistenza del comune di Aragona, ha spiegato ai genitori che il suo ufficio si stava muovendo per poter garantire da gennaio un piatto unico come richiesto da molte mamme. Ciò però non sarebbe possibile, perché dall’ASP hanno fatto sapere di non poter predisporre la tabella dietetica che dovrebbe prevedere il piatto unico, perché avrebbero “i monitor rotti”. Per l’Asp dovrebbe dunque intervenire il comune per redigere la nuova tabella in sostituzione della precedente. Non ci sarebbe alcun problema confermando la tabella dietetica precedente, che prevede il pranzo completo. Inoltre, il piatto unico deve avere lo stesso apporto calorico – così avrebbero spiegato dall’ASP – del pranzo completo. Visti i pochi giorni a disposizione per predisporre il bando ed espletare la gara d’appalto, quasi certamente, ha fatto intendere Rosa Calleia, si opterà per il pranzo completo come previsto per l’anno scorso, evitando di far ricorso a nuove tabelle alimentari.
Sul costo, difficilmente l’amministrazione potrà intervenire per ridurlo, poiché è previsto un aumento. Secondo la dott.ssa Calleia, dovrebbe essere “la dirigente a programmare delle sezioni dove non ci sia il tempo prolungato, perché noi abbiamo un numero esorbitante di alunni per le materne e le elementari che fruiscono del servizio mensa”. Pertanto, a parere della Calleia, bisogna dare alle persone la possibilità di scegliere se mandare i figli al tempo prolungato o meno. Peccato che le soluzioni proposte da chi dirige l’ufficio assistenza non siano state all’altezza del problema, visto che le future classi non a tempo prolungato potrebbero costituire la scelta obbligata per quelle famiglie economicamente deboli. Pina Butera ha sottolineato il fatto che una scelta, tra fruire del servizio mensa o meno, potrebbe essere possibile per gli alunni della scuola primaria, non per i bimbi della materna, visto che per loro il tempo normale prevede le 8 ore giornaliere. Le mamme dei ragazzini delle elementari, consce che i loro figli non mangiano o per un problema di bilancio familiare, potrebbero optare per una classe senza tempo prolungato; “scelta condivisibile ma non condivisa, mi sembra troppo antidemocratico e soprattutto sperequativo dover vincolare le scelte di un genitore al proprio reddito e alla propria condizione economica – ha tenuto a rimarcare la Prof. Butera”. Vibranti le proteste di alcune delle mamme al discorso della dott.ssa Calleia, “alla fine – è stato lamentato da un genitore – non c’è un venirci incontro reciproco. I sacrifici dovranno farli le famiglie”.
Il dibattito si accende quando si parla di agevolazioni per le famiglie numerose e/o in difficoltà economiche, poiché attualmente tutti indistintamente sono tenuti a pagare lo stesso prezzo per fruire della mensa. L’ente potrebbe far pagare equamente tutti tenendo conto dell’ISEE, però, è stato precisato, senza esonerare nessuno da un pagamento minimo. Neppure i più bisognosi. I presenti a quel punto hanno fatto notare che famiglie numerose con più di due figli e possibilmente, con un reddito basso, dovrebbero essere totalmente esonerate dal pagamento, mentre famiglie benestanti, all’occorrenza potrebbero coprire per intero il prezzo del pranzo. Per tenere conto dell’ISEE, “si potrà andare a fare con il regolamento, però, in tempi non brevi– ha spiegato la Calleia”. Eppure il sindaco Tedesco ci aveva assicurato che col nuovo bando avrebbero regolamentato anche quest’ultimo aspetto (clicca qui).
L’assessore Gandolfo è stato molto schietto nello spiegare le difficoltà economiche dell’ente. Quello del piatto unico rinforzato è stato dunque un escamotage per garantire il servizio mensa. “Però col piatto rinforzato – ha dichiarato l’assessore -, ve lo debbo dire, si sono scatenate molte parolacce e minacce velate di denunce e contestazioni, che hanno messo l’ufficio nelle condizioni di non poter serenamente lavorare. Quindi, di corsa abbiamo fatto il piatto completo”. Questo, dunque, il vero motivo perché si è ritornati al piatto completo. Un fallito tentativo di economizzare sul cibo degli alunni, anziché attuare la scelta saggia, ma impopolare, di far pagare chi non dovrebbe fruire di agevolazioni.
Alcune mamme non ci stanno e da gennaio vorrebbero prelevare i propri figli alle ore 13, oppure farli pranzare col panino che si porterebbero da casa. Basta con aumenti e velate imposizioni. “Una opzione formativa, scelta liberamente da voi, non può essere imposta come ricatto; se non volete pagare il ticket – è stato fatto presente dal dirigente scolastico – date ai vostri figli un panino, ma in nessun modo potrò acconsentire né a una riduzione dell’orario né al prelievo anticipato dei figli”.
Gli uffici del provveditorato nei mesi di gennaio e febbraio contatteranno l’ente per sapere se garantirà il servizio di mensa per l’anno scolastico 2012-13. In caso di risposta negativa, il tempo prolungato non verrà attivato. Filippo Gandolfo fa sapere che tutto dipenderà dalle entrate economiche che il comune avrà. Attualmente non sarebbe possibile.
“Non ho difficoltà a rinunciare a tutto quello che come scuola ho diritto di ricevere da parte del comune e vi prego di riversarlo tutto a profitto della mensa – ha dichiarato pubblicamente la Prof.ssa Butera rivolgendosi all’assessore Gandolfo”. Questo perché i bilanci scolastici non prevedono nessuna voce “Mensa Scolastica”. Martedì 20 dicembre, alcune mamme incontreranno in un’altra riunione l’amministrazione comunale per fare il punto sull’avanzamento dei lavori/iter burocratico. Stando così le cose, da lunedì 19 dicembre il servizio mensa verrà sospeso, e dall’8 gennaio 2012, il costo del buono mensa potrebbe superare i 2,50euro, per arrivare a toccare i 3 euro. Il timore che i figli delle famiglie meno abbienti vengano discriminati o penalizzati, nella realtà socio-economica italiana odierna prendono sempre più forma e concretezza.
Totò Castellana