Con la legge 5 del 2009.la Regione Siciliana intendeva rimettere al centro del sistema sanitario, la persona, non solo per curarla ma anche per “prendersene cura”. Un sistema sanitario disegnato sul fabbisogno del cittadino, partendo dalla deospedalizzazione per finire alla riqualificazione dell’offerta. Si intendeva coniugare l’efficienza con il risparmio con la creazione dei distretti territoriali.
Il Piano della Salute della Regione Sicilia per il triennio 2010-2012 giunge a seguito della legge 14 aprile 2009 n.5 e percorrendo letteralmente la stesura di esso, si può notare un’introduzione che analizza: la centralità del territorio con la riorganizzazione dell’assistenza primaria e il potenziamento della rete assistenziale territoriale finalizzato alla riduzione degli accessi impropri nelle strutture di emergenza. L’integrazione socio-sanitaria.- L’Assistenza ospedaliera e nuova configurazione dell’offerta – La Salute della donna e del bambino e dell’età giovanile – Ben fatto, ma sul versante tempi di attesa per gli esami, ancora una volta si lamentano tempi eccessivamente lunghi soprattutto sulla diagnostica d’emergenza e preventiva. Qualche esempio: Ecografia mammella 9 mesi,(quasi gestazione) – Mammografia bilaterale 8 mesi (http://www.ienesiciliane.it/cronaca/il-codacons-si-rivolge-alla-procura-di-catania-550-giorni-per-una-mammografia-365-per-una-risonanza.html) –Visita cardiologica – 6 mesi – Risonanza magnetica nucleare del torace con contrasto 11 mesi – Risonanza magnetica della colonna 8 mesi.
L’assessorato alla Regionale alla Sanità (o alla Salute Pubblica) ha emanato un Decreto –Il n° 01220 del 2011 intitolato: ‘Piano per il governo dei tempi di attesa 2011/2013’,dove si imponeva alle ASL di predisporre un “Piano Attuativo Aziendale” entro 60 giorni dall’emanazione del decreto. Ma basta chiamare il numero verde delle varie C.U.P Centro Unico Prenotazioni, per rendersi conto che
si può anche “morire” d’attesa.
E mi torna in mente Omero, con la sua Odissea: “Narrami, o Musa, dell’uomo dall’agile mente, che tanto vagò, …. “