Caro Direttore.
Più volte, l’onesto e vigoroso impegno politico a favore della collettività ha come prezzo la calunnia, le intimidazioni, la violenza mafiosa, fino allo scoraggiamento finale di chi lo gestisce e lo vive, fino a ribaltare il senso di un impegno di una vita.
In una terra come la nostra, non è difficile “eliminare” una persona scomoda.
Si può fare con accenni di accuse, con piccole intimidazioni, con elaborazioni calunniose.
Un sindaco battagliero solitamente è una persona “incontrollabile” un rompiscatole un politico fuori dagli schemi, un uomo da “fermare” a tutti costi.
Voglio ricordare a questo proposito, le battaglie di Totò a favore dell’acqua pubblica e quelle contro il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
L’avere tradotto democraticamente il senso dell’incarico istituzionale con le immediate dimissioni, dovrebbe innescare in tutta Italia, un atto da compiere nell’immediato nel caso di iscrizione nel registro degli indagati.
Questo a mio giudizio è la forza della democrazia ed il rispetto delle leggi.
Oggi, Salvatore Petrotto non è più indagato, l’accusa per associazione mafiosa (riferiti agli anni 1993-2002-2007-2011) e stata archiviata .
Il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Palermo ha deciso di archiviare l’indagine.
Le ombre che erano calate sulla vita di uomo prima e Sindaco dopo sono diventate chiare e limpide.
Aldo Mucci