Centro Studi A. Hardcastle
Agrigento
I punti essenziali del pacchetto di misure contro l’immigrazione clandestina in Europa è stato presentato ieri dalla Commissaria europea per gli affari interni, Cecilia Malmstrom.
Reintrodurre rapidamente in Europa l’uso dei visti «in caso di improvvisi aumenti dei flussi migratori» ; una nuova politica comune per l’asilo; l’avvio di accordi «su misura» con i Paesi del Nord Africa; facilitazioni per l’ingresso nella Ue di studenti e ricercatori. Il pacchetto di misure ha lo scopo di «gestire meglio i flussi migratori dalla sponda sud del Mediterraneo» e «far sì che il regolamento attuale dei visti non permetta abusi». E’ «assolutamente cruciale», per la Commissione, «la solidarietà con gli Stati membri più esposti di fronte alle pressione migratoria «Quello che si è proposto – ha detto la Commissaria – va oltre l’urgenza. Il piano va nella direzione di sviluppare una cooperazione più strutturata con i paesi del Nord Africa. È interesse tanto della Ue quanto dei paesi nordafricani di promuovere la mobilità ed una migrazione ben gestita». «L’Europa sarà sempre più dipendente dai lavoratori immigrati. Il potenziale offerto dal Nord Africa dovrebbe essere sfruttato con benefici per entrambe le parti,utilizzando regole certe». Nel pacchetto di misure è prevista anche l’introduzione di una «clausola di salvaguardia» nella attuale politica europea dei visti. Si tratta di una norma da approvare, che, passando per una «corsia preferenziale», permetterà entro poche settimane di rivedere con estrema rapidità la lista dei paesi i cui cittadini hanno bisogno di visto per entrare nell’Unione europea. Attualmente il processo di entrata ed uscita dalla lista dura anni, lo scopo della clausola è quello di «impedire abusi» e fronteggiare «ogni possibile conseguenza negativa delle liberalizzazione dei visti». Lo scopo è quello di poter rinforzare le frontiere esterne rapidamente «in casi eccezionali e ben determinati» di fronte a «imprevedibili e improvvisi» flussi migratori. Attualmente i visti sono necessari per tutti i paesi del nord Africa, mentre sono stati liberalizzati per i paesi come Serbia, Macedonia, Montenegro e Albania. La Commissaria ha detto che la clausola è pensata come «ultima ratio», e che si spera «di non doverla usare mai», ma che essa sarà necessaria «per garantire l’integrità del sistema» che se non opportunamente difeso con norme adeguate al cambiamento della storia potrebbe causare problemi non indifferenti alla vecchia Europa.
Il presidente
Prof. Pippo Alaimo