Aragona – Liquami fognanti per strada, bimbi che giocano e tanta puzza che investe l’aria, rendendola irrespirabile sotto la calura del sole africano. Non siamo in una periferia del terzo mondo o in qualche strada sterrata di uno sconosciuto e povero villaggio africano bensì, ci troviamo in un popoloso quartiere di Aragona e, precisamente, nella via Attilio Barbieri dove, oltre agli immaginabili disagi, potrebbe scoppiare un’emergenza sanitaria.
La mamma Loredana Picone, si dice preoccupata sia per i bimbi che quotidianamente giocano per strada che per se stessa e tutti gli abitanti del quartiere ormai, esasperati dopo tante segnalazioni e proteste sia verbali che scritte agli enti competenti.
Il 17 marzo 2010, un sabato, allarmata dalla vista di questo liquido fortemente maleodorante che scorreva per la strada, Loredana Picone si recò presso la sede della locale polizia municipale per fare la relativa segnalazione.
Gli agenti, dopo aver preso nota di quanto riferito dalla signora, si precipitarono sul posto per prendere atto di quanto segnalato e scattare delle foto. Purtroppo, nulla da fare ci racconta la signora Picone perché, nei giorni avvenire nessuno si fece né vedere né sentire e, tutto rimase tale e quale.
A questo punto Loredana si è vista costretta a scrivere, segnalando il problema al responsabile di “Igiene Urbana” che, con sollecitudine, anch’egli si è recò sul posto per constatare personalmente la fuoriuscita di liquami potenzialmente pericolosi per la salute dei residenti. La soluzione?
Due giorni dopo il sopralluogo fu fatto un espurgo da una ditta specializzata. “Un palliativo, poiché da lì a poco la situazione peggiorò, – ci racconta Loredana Picone – e i liquami ripresero a scorrere più di prima riempiendo l’aria di odori pestilenziali”. Molti mesi dopo questi fatti, gli operai del comune iniziarono ad effettuare dei lavori, operando degli scavi in più punti, per riparare la perdita. Tutto sembrava risolto per la tranquillità degli abitanti dell’intero quartiere; ci è stato spiegato infatti che i miasmi interesserebbero anche le vie adiacenti alla A. Barbieri.
Neppure gli operai del comune riuscirono in ciò in cui altri avevano già fallito perché il liquido fognario riprese a scorrere in superficie. Intanto i mesi passano e la puzza resta. Si arriva così al febbraio 2011. Riprende la solita trafila di richieste per Loredana Picone che recandosi presso l’ufficio tecnico comunale ed esponendo verbalmente il problema riceve tante rassicurazioni ma nessun intervento.
Tra le tante segnalazioni scritte dal 17 marzo 2010 ad oggi, con le quali si chiedeva di risolvere questo grave problema, una è stata protocollata in municipio e, per conoscenza, dalla stessa Picone consegnata nelle mani del Sindaco Alfonso Tedesco. “Come ho avuto modo di dire precedentemente – ci spiega la signora Picone – il responsabile di igiene urbana è intervenuto recandosi sui luoghi mentre, del sindaco neppure l’ombra”.
Effettivamente si tratta di una situazione antigienica e pericolosa, sia perché molti bambini si riuniscono a giocare nella via Attilio Barbieri, ma anche perché la stessa via serve il mangimificio Galluzzo e i liquami in questione rischiano anche di causare danni infiltrandosi all’interno dello stabilimento produttivo.
Un altro residente avvicinandosi esclama “E’ veramente uno schifo! Siamo abbandonati a noi stessi” e si augura che il sindaco si faccia carico personalmente di risolvere il problema, poiché con la bella stagione arriveranno le zanzare e gli insetti che, in virtù di questa indecenza, potranno con le loro punture infettare i nostri figli procurandogli qualche malanno. Un’altra signora ci racconta di aver visto dei ratti, sbucare fuori dal punto in cui sgorgano i liquami e invita seriamente le istituzioni a voler prendere le dovute precauzioni, restituendo serenità e quieto vivere ai residenti ormai esasperati.
La signora Picone afferma che ad oggi, maggio 2011, alcuna risposta scritta alle richieste da lei avanzate e protocollate è mai pervenuta presso il suo domicilio.
Nei prossimi giorni cercheremo di saperne di più chiedendo chiarimenti sia al sindaco che agli uffici competenti.
Totò Castellana