Oggi pomeriggio, sembra quasi che la città abbia scoperto l’esistenza di Palazzo dei Giganti. Servivano un paio di assi, un cartello con la scritta “Chiuso” e le copie dell’ordinanza sindacale con la quale il sindaco di Agrigento ha sancito la chiusura dell’ingresso principale del Comune, per fare scoprire agli agrigentini l’esistenza della sede del governo di questa misera cittaduzza di provincia.
Ad onor del vero, gli agrigentini conoscono da sempre il palazzo di città, altro non fosse, per gli uffici che lo stesso ospita e di cui tutti i cittadini sono costretti, spesso loro malgrado, ad avvalersi.
Discorso diverso per quanto riguarda la sede di quella politica, che dovrebbe essere posta a servizio dei cittadini.
Quella sede, ai più, rimane da sempre sconosciuta. Un’azione di protesta quella del sindaco, nata a seguito del crollo di Palazzo Lo Jacono e del disinteresse dimostrato da una classe politica inefficiente e ingrata nei riguardi di una popolazione che viene riconosciuta tale solo in occasione delle competizioni elettorali, quando ci se ne ricorda per chiedere il voto.
Dopo che la Regione ha risposto picche allo stanziamento di fondi per il centro storico di Agrigento, è arrivata l’ennesima fregatura da parte dei ministri Alfano e Prestigiacomo e dei vertici della Protezione civile, che attesi nella città della Valle dei Templi, hanno ben pensato che forse non era il caso di darsi troppo da fare per un sindaco che in questi quattro anni non ha mai deciso da quale parte stare.
Una ripicca politica, che ancora una volta andrà in conto agli agrigentini.
Zambuto, lasciato solo da tutti quelli che son stati i suoi presunti santi protettori – a partire da Alfano, per finire con Lombardo -, ha così deciso d’inscenare una di quelle proteste tanto care al popolino, che finiscono sempre per attirare le simpatie degli ignavi, sempre pronti a plaudire quanti strepitano più forte.
“Piove? Governo ladro!” Sì, ma poi? Quali i progetti, quali le capacità d’intercettare finanziamenti? Quali e di chi le responsabilità? Su questo, tutti tacciono.
“E’ il momento di iniziative straordinarie – ha affermato il primo cittadino – perché con gli strumenti attuali non è possibile fronteggiare l’emergenza. In tanti hanno voltato la faccia quando abbiamo chiesto il sostegno, adesso intraprenderemo iniziative simboliche come quella di oggi nella speranza che servano a sbloccare qualcosa”.
E da un’iniziativa straordinaria all’altra, abbiamo continuato ad assistere allo sprofondamento di questa città… Leggi straordinarie, si chiesero e si aspettavano da Prodi, così come la stessa cosa venne chiesta a Berlusconi, allorquando si giustificò il cambio di casacca del sindaco, per poi passare a Lombardo, agli inciuci con il Pd etc etc, sempre con le stesse promesse, le stesse speranze.
Dopo aver preso da Palazzo dei Giganti il tricolore che sventolava sulla facciata del Comune, il ritratto del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e le bandiere con i simboli della Regione siciliana e della città di Agrigento, Zambuto, applaudito e accompagnato da un centinaio di cittadini, con in testa il gonfalone della città, ha attraversato le vie Bac Bac e Saponara, fino a raggiungere un piccolo locale nelle vicinanze del cumulo di macerie del settecentesco palazzo Lo Jacono-Maraventano.
L’edificio scelto dal Sindaco per lui e la sua Giunta, sarebbe a suo dire privo di agibilità. Un modo come dire ai cittadini, che anche i loro politici gli sono vicini e che rischiano allo stesso modo dei cittadini.
Inutile precisare che i cittadini vivono in quelle case ogni giorno, notti comprese, mentre quella del sindaco e degli assessori è solo l’ennesima azione di protesta – come quella del presidente della Provincia che per qualche giorno si accampò con la tenda nei giardini pubblici per protestare in favore dell’aeroporto -, pronta a rientrare al primo soffio di vento favorevole, e non certo agli agrigentini.
Altrettanto inutile precisare che i locali scelti appartengono al Comune e che se fossero inagibili e pericolanti, ci sarebbe ancor più da meravigliarsi, visto che per Palazzo Lo Jacono si cercano le responsabilità dei privati, quando poi il Comune possiede immobili inagibili…
Il portone principale del municipio, chiuso a chiave dal sindaco, resterà simbolicamente così e gli impiegati comunali saranno costretti ad entrare da un ingresso secondario.
Il sindaco, vicino ai suoi cittadini del centro storico, sfiderà con loro la sorte, in un edificio privo di agibilità. A accompagnarlo, i simboli comunali e un crocifisso.
Dopo la Madonna, alla quale è stata votata questa città, dopo il viaggio da Padre Pio, è arrivato il momento di Gesù Cristo, per chiedere nuovamente il miracolo…
Agli agrigentini, altro non resta che sperare che il miracolo non faccia la stessa fine delle leggi speciali, dei finanziamenti speciali, dei poteri speciali e di quanto altro di speciale esiste sulla faccia della terra…
Ma qualcosa di ‘normale’ no?
Mai che a qualcuno venga in mente di punire gli eventuali responsabili dei disastri – politici e non – cercando nel contempo le soluzioni ai tanti problemi che attanagliano la nostra città?
Gian J. Morici
patetici (in malafede)
Gentile direttore questi siamo gli agrigentini. Purtroppo ci lamentiamo nelle strade, nei bar, facciamo capire che siamo stanchi che vorremmo fare la qualsiasi ma poi in effetti non siamo in grado di fare niente perchè quando c’è da protestare, protestare seriamente, spariamo nel nulla perchè forse ci affruntiamo.
Ma che vogliamo, questo è ciò che ci meritiamo.
Gentile Sig.Morici ,a mio avviso questa farsa non sta ne’ in cielo ne’ in terra ,non é questo il modo di protestare .
Al suo posto pianterei una tenda a Palermo con tutti gli assessori e tutti i consiglieri comunali a fare lo sciopero della fame .
Se vuole il Sindaco puo’ farsi consigliare dal Senatore MARCO PANNELLA CHE IN MATERIA é UN MAESTRO .
E’ molto puerile il comportamento . Non è una chiusura spettacolare del portone del palazzo di città che può dare i rsultati. La Città ha bisogno di un Sindaco che partecipi tutto ai partiti, le volontà politiche e le direttive da intraprendere per risolvere le questioni collettive. La mancata esperienza e la giovane età , i consigli errati dei ” personaggi” della triste compagine rappresentativa socio-politica e le direttive suggerite completamente sbagliate , hanno evidenziato che la politica ” al di sopra dei partiti ” ha alla fine portato a questi miseri e risultati disastrosi nella solitudine . Lo slogan al disopra dei partiti ed il coraggio di cambiare si sono dimostrati solo degli efficaci energizzanti slogan elettorali , e basta. Il Sindaco al di fuori dei partiti è rimasto solo , tristemente solo , perchè senza la politica dei partiti e delle capacità di mediazione , senza l’appartenenza chiara e netta , l’iter del governo della Città ha dato questi miseri risultati , frutto di incompetenza e capacità politiche per errori di giovinezza. Ci auguriamo che alle prossime amministrative si riesca a trovare ” una Personalità ” in grado di abbracciare con i partiti e con responsabilità , le soluzioni migliori per dare le risposte adeguate alle aspettative collettive dei cittadini. Il denaro non è arrivato e non arriverà in Città , se non si adopera con impegno e grande capacità di convinzione, coinvolgendo di più parti politiche. Bisognava essenzialmente impegnare i partiti e i loro rappresentati a mettersi a confronto con le problematiche della società cittadina in nome del concetto di responsabilità.
Secondo il mio personale giudizio e quello di tanti altri , marco zambuto,non è stato il miglior sindaco che abbia avuto agrigento, semmai una persona che ha finito la sua carriera di sindaco e può prepararsi i bagagli per un ritorno alla sua attività , insieme ai suoi diversi ( non tutti ) suggeritori che lo hanno portato a questa fine dopo essersi presentato alla gente con tanta eleganza e bonarietà .
Mi dispiace che marco possa leggere queste considerazioni,che sono il frutto di sincere valutazioni ed espressioni vere prive di adulazioni, che altri,invece ,hanno profuso abbondantemente per poi lasciarlo da solo.
aldo capitano