Assunzioni allegre; debiti dei Comuni; scioperi. Ma non mancano neppure aspetti ‘particolari’, come il riferimento alle pisto…(le?) o alla “differenziata indifferenziata”. Un consiglio comunale dai toni un po’ più sulle righe…
A seguito dell’emergenza rifiuti che ha interessato molti comuni della nostra provincia, tra i quali Aragona, mercoledì 20 aprile su specifica richiesta dei consiglieri comunali è stata invitata a relazionare in seno al Consiglio comunale del paese delle Maccalube, la dott.ssa Teresa Restivo, attuale Amministratore Liquidatore dell’Ato Gesa Ag2.
La Restivo è arriva all’Ato Gesa Ag2 nel luglio 2009 come Commissario ad Acta, successivamente, subentrata all’avv.. Truglio divenene Amministratore Unico e dal 27 gennaio riveste la carica di Amministratore Liquidatore.
L’Amministratore, ha cercato di spiegare qual è stato il suo lavoro, dal luglio 2009 ad oggi, nell’ambito di un contesto già esistente, difficile e perverso, come lo ha definito il sindaco Alfonso Tedesco.
Un momento di transizione difficile che a breve vedrà la nascita dei nuovi Ato provinciali, le cosiddette SRR, a cui spetterà di procedere alle gare per l’individuazione delle ditte chiamate a svolgere il servizio di rimozione dei rifiuti. Una società l’Ato Gesa, che in virtù della situazione venutasi a creare non avrebbe credibilità all’esterno sia nei confronti delle banche che degli stessi cittadini, nè all’interno, da parte dei sindaci/soci.
La Restivo, esclude categoricamente – contrariamente a quanti lo ritengono possibile – che i comuni in futuro potranno ricorrere a contrattisti o LSU per il servizio di spazzamento. “Questo non si può fare, è vietato. Non si possono far entrare nel ciclo dei rifiuti – ha spiegato la dottoressa – altri soggetti, perché questi poi acquisirebbero dei diritti con tutto quello che ne conseguirebbe”. Malintesi e convinzioni quindi, che sarebbero nati da una erronea interpretazione dei sindaci circa i contenuti della legge regionale n. 9.
Nel corso dell’incontro, è stata toccata anche la questione delle “ASSUNZIONI ALLEGRE”, considerata tra le cause determinanti dell’appesantimento dei bilanci della società. Ne è nata una spaccatura netta in seno all’assemblea dei soci, tra i sindaci che volevano mantenere il personale e quelli di nuova elezione, tra cui il sindaco Tedesco, non disposti a far pesare sui propri concittadini i costi di queste assunzioni scriteriate volute dai propri predecessori.
“Non assumere più nessun dipendente” in seno all’Ato è diventata una delle priorità più importanti degli ultimi anni. Nonostante ciò, i pesanti bilanci non consentirebbero più il mantenimento di questo sistema riconosciuto come “Perverso” dalla stessa Restivo. Viene evidenziata l’impossibilità di bandire una gara d’appalto per una società in liquidazione come l’Ato Gesa che al più presto dovrebbe cedere il passo alla SRR. A quest’ultima, infatti, l’onere di bandire la gara preparando il relativo bando che per essere conveniente dovrebbe prevedere la durata minima di un quinquennio.
La strada corretta da percorrere, secondo la dott.ssa Restivo, doveva essere indicata dai soci (i sindaci), che al momento giusto avrebbero dovuto incoraggiarla invitandola a bandire la necessaria gara d’appalto anziché, creando spaccature e divisioni interne, metterla in difficoltà.
“Io ho avuto uno sciopero per tratti arbitrario – afferma la Restivo – perché era stato proclamato per l’11 aprile ma dal 31 marzo hanno iniziato a non lavorare. E credetemi – dichiara Teresa Restivo – che, veramente, c’è da preoccuparsi. Venivano con le pisto…(pistole? ndr) cioè … non abbiamo a che fare, tra virgolette, con LSU o/e contrattisti …..purtroppo è tutta un’altra categoria che io, purtroppo, sto conoscendo e conoscevo perche anch’io provengo”dal comune. “Io provengo da un comune che è molto simile ad Aragona. Lo dicevo poco fa al sindaco, il mio comune è Capaci. Io ho vinto lì un concorso, non ho parenti a Capaci ed andai a lavorare lì”.
Sicuramente avranno inquietato e non poco i presenti le parole pronunziate in una pubblica assise dalla Restivo che, lasciando poco spazio all’immaginazione, aprirebbero squarci oscuri sia su quanto accade presso l’Ato Gesa che su probabili pressioni esterne e pericoli a cui, ancora oggi, potrebbe incorrere un dirigente di un qualsiasi comune della Sicilia, nell’espletamento della sua attività lavorativa.
Il Consiglio viene poi aggiornato circa le problematiche della riscossione e sulle difficoltà nel racimolare le somme necessarie a pagare le ditte affinché, queste paghino poi gli operatori addetti alla rimozione. Altra criticità è costituita dalla discarica Catanzaro a cui si devono mensilmente ben 700.000€ per l’utilizzo.
Siamo forse in attesa di una nuova catastrofe, tra un po’ di tempo – chiede un consigliere – potremmo avere un altro sciopero?
“Siamo a fine aprile e il comune di Aragona mi ha versato l’altro giorno 60.000€ per il 2011. Che cosa faccio con 60.000€ – precisa l’amministratore liquidatore – quando il comune dovrebbe versare 100.000€ per ogni mese di servizio? Con questo – conclude la Restivo – penso di aver risposto”.
I presenti, da queste poche parole, si saranno ben resi conto che il ritorno allo sciopero e con esso l’emergenza rifiuti è solamente una questione di tempo. Ma soprattutto, è apparso chiaro che il comune di Aragona, già per i mesi del 2011, risulterebbe debitore di circa 340.000€ nei confronti dell’Ato rifiuti.
Il consigliere Bellanca prendendo la parola, esterna la sua preoccupazione per il fatto che l’Ato Gesa ha debiti per 25.000.000 €, “ci sono i crediti poi – interviene la Restivo”.
Platealmente Biagio Bellanca mostra un volantino pubblicitario “a firma del sindaco di Porto Empedocle” col quale si comunica agli empedoclini che il loro comune sarebbe in regola con i pagamenti nei confronti dell’Ato Gesa Ag2. Bellanca si chiede quali siano effettivamente i comuni in debito con l’Ato.
La Restivo ha dichiarato che molti comuni tramite diffida sono stati invitati a far fronte al loro debito nei confronti dell’Ato Gesa, tra questi non ci sarebbero i comuni di Aragona, Grotte e Racalmuto mentre, il comune di Porto Empedocle è stato diffidato perché debitore per circa 800.000€.
Viene sollevato dal consigliere Raimondo Cipolla il caso della raccolta differenziata. Secondo Cipolla rispondendo agli inviti del sindaco “Continuate a fare la raccolta differenziata” c’erano molti aragonesi che scrupolosamente differenziavano, depositando negli appositi cassonetti di raccolta. “Poi ci siamo accorti, io, il consigliere Seminerio ed altre persone – afferma Duccio Cipolla – che gli autocompattatori caricavano tutto indifferenziatamente” (v. video). La Restivo esclama che non è possibile e Raimondo Cipolla ribatte: “questo è vero ed è stato riportato anche da “La Sicilia” del 5 nov. 2009”. Anche altri consiglieri, quasi per gesto istintivo rispondono contemporaneamente alla Teresa Restivo per spiegare che risulta a verità quanto affermato dal consigliere Cipolla.
Parrebbe strano che solamente l’amministratore dell’Ato Gesa Ag2 fosse all’oscuro dei fatti, peraltro ben noti agli aragonesi. Il fatto che la Restivo ignorasse quale fosse la realtà in merito alla raccolta differenziata che non veniva fatta, per un attimo ha creato stupore misto a sconcerto in tutti i presenti.
Alla nuova SRR verranno consegnate complessivamente 100 unità lavorative, di cui 70 operatori e 30 amministrativi. Un’emergenza sociale per quanti, esclusi da questa lista, si ritroverebbero senza lavoro. C’è poco da stare allegri, poiché dietro l’angolo oltre all’ennesima emergenza rifiuti, potrebbe ingigantirsi anche l’emergenza disoccupazione.
Data l’importanza del lavoro svolto dall’amministratore liquidatore, che richiederebbe in loco una assidua e pressoché, costante presenza, c’è da augurarsi che la Dott.ssa Restivo abbia eletto domicilio nella città dei templi.
Grave sarebbe infatti se in tempi di difficoltà economiche, mentre si chiedono agli utenti sempre più sacrifici per un servizio che lascia a desiderare e si procede a tagli occupazionali, un amministratore dovesse soggiornare in albergo, spostandosi continuamente dalla propria residenza al luogo di lavoro, a spese di una società che, a detta di molti, alimenta un sistema perverso.
Ormai non stupisce più nulla la certezza sono i soldi che i cittadini pagano in bolletta. Certo che se la signora Restivo soggiorna in hotel e girovaga per la città con taxi a spese della società (per lavoro.. beninteso!) sarebbe veramente una brutta cosa dopo che si beccherà chissà quanti migliaia di euro di stipendio e, visti anche i tagli al personale che ho letto faranno quanto prima.
Se crisi deve essere dovrebbe esserlo per tutti anche per i vertici non solo per la base.