Excursus storico della struttura contesa.
E’ noto che l’Ordine delle Suore Francescane “per mancanza di vocazione” fu costretto a lasciare Ribera, dopo avere svolto, fino ad alcuni anni fa, la loro attività religiosa, sociale e pedagogico – educativa. Di conseguenza venne meno la clausola per cui era stato concesso l’immobile. Oggi il patrimonio edilizio, in questione, è rimasto vuoto e certamente inutilizzato per le “finalità” per cui era stato concesso a titolo gratuito dal Comune di Ribera nel lontano 1945. L’edificio, spazioso e notevole per numero di vani, presenta il portone quasi in rovina così come tutti gli infissi esterni. Ha un notevole valore architettonico e pregio ragguardevole sia sociale che storico: è sempre stato di proprietà del Comune Crispino e negli anni adibito ora a sede della Pretura ora a sede del Fascio e poi ancora a ricovero di sinistrati di guerra. Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, fu occupato in modo illegittimo e abusivo dal neo partito della Democrazia Cristiana e utilizzato come sede politica e che avrebbe lasciato in seguito, a condizione che fosse dato in concessione ed utilizzato solo ed unicamente da un Ente Religioso e per finalità educative quale era appunto l’Ordine delle Suore Francescane.
In data 12 maggio 1945, con deliberazione n° 40, la Giunta Municipale composta dall’avv. Gaetano Bonifacio, presidente e dai componenti Gaspare Ciancimino e Domenico Pintauro della D.C. e Ignazio Mascarella e Ciro Cannata del Partito Comunista Italiano, decise a maggioranza di voti, con tre favorevoli e due contrari (Mascarella e Cannata) di assegnare e concedere gratuitamente i locali comunali (senza alcun onere locativo n.d.s.) del corso Umberto 1° n. 59 all’Arciprete di Ribera pro-tempore Pietro CASTELLINI, con la clausola di adibirli solo ed esclusivamente a Scuole con Asilo Infantile per l’Istituto del S.S. Redentore di Ribera, molto più accessibile ai bambini dell’attuale asilo Sant’Anna, sito all’estremità Ovest dell’abitato, definito troppo eccentrico per la sua ubicazione, il quale verrebbe a sua volta adibito ad ospizio di beneficenza per il ricovero dei poveri vecchi. Inoltre la motivazione della “concessione gratuita” era caratterizzata da: “Lo scopo prefisso è altamente morale ed è un’opera di beneficenza che viene incontro alla necessità del popolo, ed ai bisogni di tutta l’infanzia e della gioventù del paese”.
Sette anni dopo, il nuovo arciprete Vincenzo BIRRITTERI chiedeva al Comune di Ribera il rinnovo a suo nome della concessione dell’edificio. A ciò si provvedeva con deliberazione n. 62 del 12 maggio 1952, ribadendo la clausola della finalità pedagogica della concessione stessa, quale scuola con asilo infantile gestite dalle Suore Francescane. Il Birritteri, però, non autorizzato dal Comune di Ribera, non avendo la titolarità della proprietà dell’immobile, in data 9 dicembre 1959, (si presume commettesse un abuso, un atto illegale) registrava una donazione del medesimo immobile, presso il notaio Stalteri di Ribera, in favore delle stesse suore e sempre con finalità pedagogiche.
In data 3/12/1998 Maria Teresa Malgrati in religione Madre M. Roberta , Superiora Generale dell’ Istituto sopra descritto autorizzava Agnese Capelli rappresentante legale del medesimo Istituto a compiere la seguente operazione: – “Dichiarare di aver volontariamente ritirato le suore da Ribera e di lasciare libero l’immobile”.
In data 14/01/1999 presso il notaio Borsellino in Ribera, il Sac. Pasquale BARONE si registrava la proprietà sottoscrivendo un “verbale di accertamento di avveramento di condizione risolutiva quale clausola apposta dal Comune di Ribera alla concessione del fabbricato”.
Antonino Scaturro, sindaco di Ribera, con ingiunzione n° 10475 datata 30/06/2008 e con ingiunzione n° 16883 datata 22/10/2008 intimava rispettivamente il Sac. Pasquale Barone e il Vescovo di Agrigento Francesco MONTENEGRO a restituire entro 30 giorni il fabbricato. Decorso infruttuosamente tale termine sarebbero state intraprese le vie legali.