Gli investimenti su sicurezza, lavoro e ambiente restano al palo mentre i sindacati temono tagli e mobilità per 400 chimici e nell’indotto. L’allarme sul fronte della salute
di Alida Amico
“GELA. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, nei giorni scorsi, preannunciando la firma del protocollo con l’Eni, aveva anche plaudito alle prossime iniziative dell’ente. “L’Eni, con le varie società presenti – aveva annunciato – investirà circa 1 miliardo e 800 milioni in Sicilia. Garantendo, grazie a questo protocollo, attenzione all’ambiente, alla sicurezza, alla salute ed allo sviluppo.
Rifarà la diga foranea a Gela di proprietà della Regione – aveva preannunciato Lombardo – coprirà il parco di pet coke, realizzerà i doppi fondi nei serbatoi, rateizzerà il credito con la Regione”. Una serie di opere ed interventi, insomma, da tempo attesi.
L’OKAY DI LOMBARDO. “Con l’Eni – ha ribadito il presidente Lombardo – si è messo in piedi un sistema sostenibile di sviluppo ed attenzione all’ambiente, alla sicurezza e al lavoro. Un rapporto sano e corretto, che intendiamo perseguire anche con altre aziende”.
”Non basta dire che è tutto buono e bello, bisogna anche fare in modo che le cose previste si realizzino – spiega il segretario della Cgil gelese Alessandro Piva – sulla diga foranea, c’è da chiarire gli aspetti commerciali tra la Regione siciliana e la Raffineria, che permetterebbero di sbloccare 140 milioni di investimenti. Sul parco coke, è stato avviato un percorso di copertura… Ma il grosso degli investimenti, riguardano in particolare l’ammodernamento della centrale termoelettrica” ammette il segretario della Cgil di Gela. Tagli occupazionali. Ammodernamento, che secondo l’Eni, comporterà un esubero di 400 lavoratori chimici dello stabilimento diretto, con ricadute pesanti anche nell’indotto. Le accise dell’Eni alla Sicilia. ”Perché in questi anni, si è parlato tanto ma nulla si è fatto – spiega il capogruppo del Pd Cirrone Cipolla – soprattutto sul fronte ambientale: l’aria è sempre più irrespirabile e l’incidenza di neonati malformati, ma soprattutto di neoplasie, è elevata. Chiederemo al governo nazionale – preannuncia il capogruppo del Pd – di predisporre una norma che obblighi l’azienda a versare le accise sulle produzioni in Sicilia. E che la stessa Eni, impieghi parte dei suoi utili per scopi sociali” La richiesta, viene anche caldeggiata dal deputato regionale gelese Lillo Speziale e dal senatore Giuseppe Lumia. Intanto, il presidente del consiglio provinciale Michele Mancuso, in quota Fds, preannuncia la convocazione, per fine mese, di una seduta straordinaria ad hoc in viale Regina Margherita. “L’Eni, piuttosto che parlare di ampliamento di attività già esistenti – afferma Mancuso – dovrebbe pensare alla bonifica dei siti all’interno degli impianti. “Il sindaco di Gela Angelo Fasulo, delinea quale dovrà essere il rapporto “completamente diverso” tra territorio ed industria. ”Non deve fare compromessi, né voltarsi dall’altra parte sulle tematiche che riguardano i cittadini e l’ambiente” sostiene. “L’unico interesse, è di avere uno stabilimento che sia competitivo, e che rispetti le norme che riguardano le immissioni per la sostenibilità ambientale, dando a Gela la possibilità di un futuro di città industriale”. Già perché la Raffineria, è l’unica in Italia a lavorare gli scarti del petrolio grezzo: il pet coke. Messo al bando in Europa – tant’è che lo stabilimento gelese, fu ad un passo dalla chiusura – grazie ad un decreto del governo Berlusconi di alcuni anni fa, l’utilizzo di questo scarto di lavorazione del petrolio (altamente inquinante), venne pertanto consentito, anche se solo nella Raffineria di Gela…”