Sono stanchi i precari della scuola, che partendo dalla mobilitazione promossa ad Agrigento, alla quale hanno aderito la Flc-Cgil, i Cobas, il Coordinamento dei precari in lotta e i comitati provinciali, si ritroveranno domenica a manifestare sulle sponde dello stretto di Messina contro i tagli della legge 133 e la riforma del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
7 mila persone che chiedono la tutela dei posti di lavoro, per un miglior funzionamento della scuola pubblica, sottolineando come sia questa la vera priorità e non il ponte sullo stretto.
L’appuntamento per tutti coloro che arriveranno da più parti della Sicilia, è previsto alle 10,30 in via della Libertà, di fronte la zona degli imbarcaderi.
I manifestanti, hanno già fatto sapere che non è nelle loro intenzioni bloccare gli imbarcaderi, limitando la loro attività alla sensibilizzazione e al volantinaggio.
Anche sull’opposta sponda dello stretto, a Villa San Giovanni, è previsto l’arrivo di manifestanti che si sposteranno dalla Puglia e dalla Campania.
È necessario ricordare, come le regioni più penalizzate dalla riforma Gelmini, siano proprio la Campania e la Sicilia.
Quello che sta arrivando, sarà un autunno caldo sia sotto il profilo politico che quello occupazionale.
Non sono bastate né le rassicurazioni, né l’ottimismo, a scongiurare la crisi e le conseguenze della stessa per i lavoratori e le loro famiglie.
È necessario che il Governo comprenda che la politica ha il dovere di dare delle risposte alla gente e che le stesse non possono più essere rappresentate da parole rassicuranti e sorrisi smaglianti.
Gian J. Morici