Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica nel numero 21 in edicola domani, in esclusiva, i verbali dei collaboratori di giustizia Sambuca di Sicilia, Calogero Rizzuto e di Maurizio Di Gati,ex barbiere di Racalmuto. Le loro testimonianze sono state rese nel processo “Scacco matto”, quello che si sta celebrando con il rito ordinario avanti il Tribunale di Sciacca, nel corso di un’udienza celebratasi a Bergamo. Per la prima volta viene fuori, e lo racconta Rizzuto, che il blitz Cupola, la retata antimafia per antonomasia, quando gli agenti della Squadra Mobile misero i ferri a quindici capifamiglia riuniti a Santa Margherita Belice per eleggere il nuovo capo famiglia, potrebbe essere stato favorito dalla soffiata di Giovanni Derelitto, boss di Burgio, in quel tempo caduto in disgrazia. “Era una voce che circolava nell’ambiente di Cosa nostra”, afferma Rizzuto e per questo Derelitto non ebbe un ruolo di capo all’interno della sua famiglia. Sempre Rizzuto conferma, ma non rivela il nome perché ci sono indagini in corso, che a Sciacca c’è un capofamiglia mafioso ed è libero di agire. Almeno per adesso. Ed ancora: come la mafia mise le mani sul golf resort di sir Rocco Forte. Poi Di Gati che racconta degli appalti nella zona della montagna: Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e Santo Stefano di Quisquina. Protagonisti assoluti, i fratelli Panepinto, attualmente sotto processo per associazione mafiosa. Nelle altre pagine: una lunga e significativa intervista di Diego Romeo al prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione che rivela: “Non voglio lasciare Agrigento”. Altre notizie di rilievo: il processo sulla realizzazione dei centri commerciali ad Agrigento subisce una clamorosa battuta d’arresto. Il dibattimento dovrà essere ripetuto. La richiesta di astensione (la seconda) del presidente Sabatino è stata accolta. Il processo dovrà ricominciare daccapo. Articolo di spessore sulla questione acqua in città. Gestire la sete ad Agrigento è un vero affare. Grandangolo spiega perché. Infine, una gara d’appalto revocata in autotutela dall’Ato Ge.Sa 2 che si occupa di raccolta rifiuti. Grandangolo, nel marzo scorso, aveva anticipato che la gara d’appalto relativa alla riscossione tributi (20 milioni di euro) presentava particolari anomalie che consentiva di poter individuare la ditta vincente. E Grandangolo aveva anche indicato il nome della società. Un parere legale chiesto in tutta fretta ha consigliato i dirigenti dell’Ato di sospendere le procedure e rifare il bando di gara.