Il dramma dell’A320 ha creato angoscia, tristezza, incredulità, perplessità. Di fronte a quello che ormai è dichiarato un “suicidio” del copilota Andreas Lubitz è coerente porsi delle domande. Coerente finché si resta nei limiti del ragionamento analitico e non ci si allarga alle più stravaganti speculazioni.
Esperti di aereonautica, psichiatri si alternano sulle onde radio o in televisione per spiegare quali sono le regolamentazioni che gestiscono la salute fisica e mentale di un pilota. Questo dopo tutte le teorie di traiettoria del volo Barcellona Dusseldorf e sul come l’aereo si è disintegrato. Tutto questo ha un senso, c’è bisogno di capire come un tale dramma può accadere. Un dramma che colpisce ancor di più in un periodo in cui il pensiero del “terrorismo” è il primo che attraversa le menti al primo incendio, alla prima esplosione.
A poche ore dal disastro il computer del pilota tedesco era già confiscato ed apparentemente forniva rivelazioni importanti a chi ne ha letto i contenuti. Informazioni che avrebbero confermato la sua instabilità mentale. Mentre alcuni ipotizzano un suo passaggio all’Islam nella sua cittadina che conta diverse moschee già sotto controllo, la fidanzata e l’ex fidanzata confermano l’instabilità mentale di Lubitz.
Chiunque fosse in realtà resta il fatto che ha ucciso 150 persone che non avevano voglia di morire assieme ad un suicida. Un suicida o altro.
Potevamo accontentarci delle dichiarazioni del Ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ed anche di informazioni contraddittorie. Informazioni la cui veridicità potrebbe non essere così vitale. Non possiamo far rivivere i passeggeri di quel maledetto volo.
Ma la depressione di Lubitz sembra essere troppo sventagliata. Quantità ingenti di antidepressivi sarebbero state trovate nella sua dimora. Certificati medici, ricoveri in ospedali psichiatrico, diversi psichiatri lo avrebbero avuto in cura. L’ultima rivelazione riguarda “problemi di vista”. La vista sarebbe la ragione del certificato malattia secondo il quale non avrebbe dovuto lavorare il fatidico giorno.
Ogni ora viene fuori una nuova rivelazione. Le prove contro Lubitz sono talmente tante che cominciano a diventare troppe. E’ assolutamente possibile che si trattasse di un suicida che ha mostruosamente trascinato con se la vita di tanti, troppi innocenti. Ma continuare a fornirci prove della sua instabilità comincia a far sorgere dei dubbi. Devono convincerci di qualcosa? Perché se così fosse andrebbe ricordato che le bugie hanno successo solo quando sono semplici.
Luisa Pace