“Basta business con Mosca!”

IMPORT-exportContinuo a tradurre ed a pubblicare gli appelli che mi arrivano da un gruppo di professori di Kiev. Gruppo che ha seguito dall’inizio con attenzione gli eventi ucraini con cognizione di causa. Alcuni di loro hanno partecipato alla rivolta di piazza Maidan ed il Prof. Ol exiy Haran ha contribuito a spiegare con precisione chi c’era, chi erano i gruppi sul posto.Dar loro visibilità mi sembra oggi più opportuno che mai. Non fosse altro per fugare i malintesi ed i cliché che leggo ogni giorno. Non stiamo parlando di buoni e cattivi, di russi o americani, di filorussi o filoamericano. Stiamo parlando di persone che hanno il diritto di vivere nonostante il fatto che il loro territorio sia bramato dai poteri internazionali politici e finanziari.

Sarà anche un’Utopia ma tagliare le gambe agli scambi economici e chiudere i rubinetti potrebbe essere l’arma migliore.

Luisa Pace

Petizione destinata a GOVERNI, SOCIETA’ ED ORGANIZZAZIONI CHE HANNO RAPPORTI COMMERCIALI O DI ALTRO TIPO CON LA RUSSIA 

(versione inglese)

 

“Basta business con Mosca!” – Pubblica Dichiarazione di Studiosi della Politica Post-Sovietica

Siamo studiosi e ricercatori spcialisti nella politica interna, nella vita culturale e negli affari internazionali dei paesi dell’area post-sovietica. Tenuto conto dell’interesse basilare per gli obiettivi della nostra ricerca, normalmente sosterremmo rapporti il più possibile stretti tra l’Unione Europea e la Federazione Russa. Noi tutti attendiamo il giorno in cui la Russia potrà reclamare il proprio legittimo posto nella famiglia delle nazioni europee ed essere inserita pienamente nel processo di integrazione europeo.

Tuttavia, visto quanto sta accadendo in Ucraina, ci preoccupa la situazione sempre più paradossale che si sta creando. Nell’ultimo decennio,  i rapporti economici, sociali e culturali tra la Russia e la UE si sono estesi  e stanno ulteriormente aumentando. Tuttavia, nell’ultimo anno, la Russia si è impegnata sempre più apertamente in una politica che mina il programma di una Eastern Partnership e la politica associativa della UE nell’Europa orientale e nel Caucaso del Sud. Queste attività stanno ora culminando nella evidente ingerenza della Russia in Crimea.

A causa di questa penosa situazione, riteniamo che la fondazione e lo scopo di una cooperazione internazionale e soprattutto di rapporti economici con la Russia debbano essere rivisti. Vorremmo chiedere ai governi, alle società ed alle organizzazioni occidentali e di tutti gli altri paesi – ma soprattutto dei paesi membri della UE – di rivalutare la loro attuale collaborazione  con il governo, le società statali  e le organizzazioni governative della Russia. Poiché l’UE è direttamente interessata negli avvenimenti che si sono svolti nell’ultimo anno tra la Russia e l’Ucraina, l’Occidente non può semplicemente stare in disparte e guardare.

In particolare, vorremmo chiedere ai paesi e alle società che acquistano merci e servizi dalla Russia di considerare se tali importazioni dovrebbero e potrebbero essere sostituite aumentando i rapporti commerciali con altri partner. Questa richiesta non riguarda in alcun modo gli Stati e le imprese europei che acquistano materie prime – soprattutto gas naturale – da società statali russe o da società private collegate con il Cremlino.

I motivi di questo appello sono ovvii: il commercio e la collaborazione con Mosca dei nostri paesi possono sostenere indirettamente la politica del Cremlino verso paesi come Ucraina, Georgia e Moldavia. Mosca sta incoraggiando le tendenze separatiste e spiegando truppe in ex repubbliche sovietiche creando in tal modo, attivamente, Stati falliti. Certamente, i leader dei paesi target del Cremlino non sono angeli ed hanno anche fatto molti errori. Tuttavia, la pretesa della Russia di avere invaso questi paesi per garantire i diritti umani non è plausibile visto il record del regime di Putin riguardante i suoi diritti umani: due guerre in Cecenia e gli evidenti scopi espansionistici che sottostanno a queste azioni. La Russia sta minando la struttura della sicurezza europea, la legge internazionale ed i rapporti diretti tra cittadini russi e le nazioni dei paesi invasi.

Vi preghiamo  quindi di valutare e discutere coi vostri colleghi se voi, cooperando con organizzazioni e società russe, volete essere sostenitori involontari degli sforzi del Cremlino nell’ex impero sovietico. La collaborazione del vostro paese e/o della vostra società con la Russia può fornire indirettamente risorse finanziarie, tecnologie  o legittimità politica per le avventure neoimperialistiche del Cremlino. Se non volete sostenerle, una revisione dei vostri rapporti con la Russia è d’obbligo.

Alcuni di noi stanno studiando e pubblicizzando  in dettaglio  la collaborazione attuale e futura dei governi e delle società occidentali con lo stato russo.

Firmatari:

Dimitar Bechev, D. Phil., European Council on Foreign Relations, Bulgaria

Iryna Bekeshkina, Cand. Sc., Institute of Sociology, Ukraine

Uilleam Blacker, Ph. D., University of Oxford, United Kingdom

Giovanna Brogi, Dr. Phil., University of Milan, Italy

Halya Coynash, M. A., Kharkiv Human Rights Group, Ukraine

Olexander Demyanchuk, Dr. Sc., Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

Alexander Etkind, Ph. D., University of Cambridge, United Kingdom

Rory Finnin, Ph. D., University of Cambridge, United Kingdom

Joerg Forbrig, Dr. Phil., German Marshall Fund of the United States, Germany

Annette Freyberg-Inan, Ph. D., University of Amsterdam, The Netherlands

Alyona Getmanchuk, M. A., Institute of World Policy, Ukraine

Paul A. Goble, M. A., Institute of World Politics, United States

Jonas Grätz, Dr. Phil., Swiss Federal Institute of Technology, Switzerland

Olexiy Haran, Dr. Sc., Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

Alexandra Hrycak, Ph. D., Reed College, United States

Idil P. Izmirli, Ph. D., George Mason University, United States

Roger E. Kanet, Ph. D., University of Miami, United States

Olesya Khromeychuk, Ph. D., University of Cambridge, United Kingdom

Hrant Kostanyan, Ph. D., Center for European Policy Studies, Belgium

Volodymyr Kulyk, Dr. Sc., Institute of Political and Ethnic Studies, Ukraine

Serhiy Kvit, Dr. Sc., Ministry of Education, Ukraine

Vyacheslav Likhachev, M. A., Euro-Asian Jewish Congress, Israel

Nerijus Maliukevicius, Ph. D., Vilnius University, Lithuania

Yuriy Matsiyevsky, Cand. Sc., Ostroh Academy National University, Ukraine

Myroslav Marynovych, former prisoner of conscience, Ukrainian Catholic University, Ukraine

Inna Melnykovska, doctoral candidate, Free University of Berlin, Germany

Michael Moser, Dr. Habil., University of Vienna, Austria

Alexander J. Motyl, Ph. D., Rutgers University, United States

Michal Natorski, Ph. D., College of Europe – Natolin Campus, Poland

Stephan E. Nikolov, Ph. D., Institute for the Study of Societies and Knowledge, Bulgaria

Ghia Nodia, Dr. Sc., Ilia State University, Georgia

Jan Pieklo, M. A., Polish Ukrainian Cooperation Foundation, Poland

Andrei Rogatchevski, Ph. D., University of Tromsø, Norway

Halyna Senyk, LL. M., Politically Exposed Persons Watch (PEPWATCH), Ukraine

Anton Shekhovtsov, Cand. Sc., University College London, United Kingdom

Myroslav Shkandrij, Ph. D., University of Manitoba, Canada

Iryna Solonenko, Cand. Sc., European Viadrina University, Germany

Stephan De Spiegeleire, C. Phil., The Hague Centre for Strategic Studies, The Netherlands

Susan Stewart, Dr. Rer., German Institute for International and Security Affairs, Germany

Olexander Sushko, Cand. Sc., Institute for Euro-Atlantic Cooperation, Ukraine

Ihor Todorov, Dr. Sc., Donetsk National University, Ukraine

Taras Voznyak, M. A., Independent Cultural Magazine “JI”, Ukraine

Andreas Umland, Ph. D., Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

Mychailo Wynnyckyj, Ph. D., Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

Volodymyr Yermolenko, Ph. D., Kyiv-Mohyla Academy, Ukraine

[Project coordinator: Andreas Umland. Editorial advice by Stephan De Spiegeleire]

 

 

 

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