28 Marzo 2024
Home Palestina all’ONU – Speranze e Timori

2 thoughts on “Palestina all’ONU – Speranze e Timori

  1. A proposito dello Stato Palestinese ammesso come osservatore all’ONU
    Premetto la mia convinzione che ogni popolo ha diritto ad un territorio su cui vivere e alla sua sovranità. Ciò è anche scritto nella nostra “Costituzione”. Nessun credente, di qualsiasi religione appartenga, può negare. Purtroppo la maggior parte della gente non è ben informata di come stanno realmente le cose, della storia di un popolo e le sue origini. Ognuno emette “sentenze” attraverso fatti “isolati” e non nella loro globalità e, soprattutto, dove non si intravedono colpe “evidenti” della gente che si accusa. Detto questo, desidero ricordare che se Israele ha un pezzo di terra (un territorio) è grazie all’aiuto americano che “giustamente” , dopo la seconda guerra mondiale, vollero dare un “territorio” agli ebrei (che erano, però e guarda caso, fra i maggiori finanzieri del mondo, quindi loro amici), ignorando gli interessi dei palestinesi (che era, ed è tutt’ora, un popolo senza “pretese economiche”). Naturalmente, questo “pezzo di terra” lo dovevano prendere da qualche parte? Gli ebrei indicarono un territorio assegnato a loro attraverso le Sacre Scritture della Bibbia. Bastò questa indicazione “divina” a dare ragione a loro ed essere aiutati ad entrare in possesso di ciò che gli era dovuto da secoli. Espropriate le terre a coloro che già le occupavano da molto tempo, furono assegnate, grazie all’aiuto americano, agli ebrei. Poi, per evitare gli scontri fra i vecchi e i nuovi “proprietari” fu creata una “zona di demarcazione”, cioè una “striscia di terra” che divide i contendenti, sulla quale nessuna costruzione dev’essere fatta perché serve come confine (e margine di sicurezza), sottoposto al controllo delle parti interessate. Successivamente, Israele pensò, “giustamente”, che la terra lasciata così senza nessuna cura, cioè “abbandonata”, senza culture agricole era un peccato, quindi lasciò che la sua gente la andasse ad occupare, creando fattorie agricole. Questi sono i fatti! Adesso, mi chiederete quale è il famoso “pomo della discordia” ? Beh, ognuno può credere a ciò che vuole o può trarne le proprie conclusioni, ma un fatto è certo che se non si dà un territorio, e sovranità, anche ai palestinesi non penso che si possa cancellare l’odio fra i due popoli e mettere fine a questi… massacri.

  2. C’è ancora qualcuno che ha dubbi sul fatto che il presidente israeliano non ha nessuna intenzione di porre fne al conflitto con i palestinesi? La decisione di costruire 3000 nuove abitazioni separando la Cisgiordania del sud da quella del nord la dice lunga. Che fine hanno fatto le rassicurazioni di Netanyahu a Barack Obama sul fatto che il progetto di El era stato congelato, in base a quanto stabilito dalla roadmap siglata nel 2003?

    Fortunatamente, Netanyahu perde anche il consenso dei suoi elettori e non solo per la risposta che con il voto all’Onu ha dato la comunità internazionale, compreso i paesi da sempre amici, ma anche per una presa di coscienza del popolo israeliano che vorrebbe poter vivere senza fare tutti i giorni i conti con l’odio di altri popoli.
    Laddove hanno fallito le diplomazie, forse la spunteranno i popoli.

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