Agrigento – “Serve il buon senso da parte di tutti”. Era stato questo il commento del sindaco Marco Zambuto, il giorno successivo ad un consiglio comunale del novembre 2010, dai toni abbastanza accesi. A riscaldare l’atmosfera, la lettura in aula di una lettera del comandante della polizia municipale , Cosimo Antonica , rivolta al sindaco, all’qllora assessore Franco Iacono, al direttore generale Burgio e al presidente pro tempore Callari.
Antonica, senza mezze misure, accusava alcuni consiglieri comunali, ma anche qualche assessore, di atteggiamenti lesivi della dignità degli agenti di polizia municipale, avvenuti a seguito della notifica di contravvenzioni per divieti di sosta non rispettati nel piazzale dinnanzi al Comune.
Frasi oltraggiose e rimproveri rivolti agli agenti, che a parere di Antonica incidevano “profondamente sul piano psicologico, generando nel loro animo un elevato senso di afflizione, tale da comprometterne l’autostima e la fiducia in se stessi.”
Nella missiva, il comandante, oltre a chiedere un intervento dei destinatari della stessa, ricordava che la qualifica di polizia giudiziaria rivestita dagli appartenenti al Corpo, imponeva ad essi il rispetto dei conseguenti obblighi di legge, precisando che in caso venissero reiterati episodi di oltraggio, lo stesso comandante si sarebbe trovato a fianco degli agenti.
Una lettera, quella del comandante della polizia municipale, che in molti definirono “intimidatoria”, chiedendo che Antonica relazionasse in Consiglio e chiarisse davanti alla città. Tra questi, il consigliere Maurizio Calabrese.
Sul finire del mese di dicembre dello stesso anno, dopo l’inchiesta scaturita dalla pubblica denuncia del comandante Antonica, il cui rapporto venne consegnato al procuratore Renato Di Natale e all’aggiunto Ignazio Fonzo, a Calabrese venne notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per oltraggio a pubblico ufficiale, visto che il consigliere comunale, secondo l’accusa, con più azioni del medesimo disegno criminoso, in luogo pubblico ed in presenza di più persone, avrebbe offeso l’onore e il decoro dell’agente di polizia municipale Annarita Coppola mentre questa compiva un atto del suo ufficio.
Stamane, presso il Tribunale di Agrigento, dopo che anche la Procura della Repubblica, con il pubblico ministero di udienza, Caradonna, aveva chiesto l’assoluzione dell’imputato, il giudice monocratico Ottavio Mosti, accogliendo le tesi difensive degli avvocati Luigi Troja e Roberto Vella, ha assolto con ampia formula liberatoria – “perchè il fatto non sussiste” – il consigliere comunale Maurizio Calabrese.
Una vicenda che aveva fatto molto scalpore in città, e che a seguito dell’assoluzione, continuerà certamente a fare discutere, viste anche talune posizioni politiche che erano state assunte in merito.
gjm
I miei comlimenti agli avvocati del Consigliere Calabrese, Liugi Troja e Roberto Vella. I miei auguri al Consigliere Calabrese. Il mio rammarico per il dipendente comunale Antonica….
e ora chi paga? lunga mano nel portafoglio degli agrigentini?
non si vergona nessuno, o anche questo è tutto normale?
Ma il Comune non si doveva costituire parte civile secondo qualcuno?
Ora a chi chiederà il risarcimento dei danni?
uno, nessuno, centomila. chi ha buone orecchie per intendere intenda e se serve un po’ d’aiuto, pensi a via imera o via santo stefano…
‘episodi che si sono verificati soprattutto in seguito alla notifica di contravvenzioni per divieti di sosta non rispettati nel piazzale dinnanzi al Comune. Agenti sottoposti ad ingiusti e plateali rimproveri, ai quali sono state rivolte frasi oltraggiose, lesive della dignità e del prestigio personale. “Simili atteggiamenti anzicchè infondere sicurezza e certezza agli operatori di polizia municipale, incidono profondamente sul piano psicologico, generando nel loro animo un elevato senso di afflizione, tale da comprometterne l’autostima e la fiducia in se stessi. Nel confidare in un autorevole vostro intervento auspico un’immediata inversione di tendenza, ricordando che la qualifica di polizia giudiziaria rivestita dagli appartenenti al Corpo, imporrà, ad essi, il rispetto dei conseguenti obblighi di legge, in caso vengano reiterati episodi di oltraggio, ed io sarò al loro fianco’…..Antonica
Assolto “perchè il fatto non sussiste”; i difensori hanno infatti dimostrato che il comportamento del consigliere comunale era esclusivamente finalizzato alle funzioni di indirizzo e di controllo che ogni consigliere deve operare nei confronti di tutti i rami dell’amministrazione.
Senza parole………….
E’ una vicenda emblematica di come….. si svolgano vicende di questo genere e di come, con eccessiva foga e scontata faciloneria si dia per “certo” che l’inviso consigliere comunale M.C. (nella sua qualità) sia stato il…… “bravo” di manzoniana memoria che ha “oltraggiato” un integerrimo agente di “Polizia Locale” (come ama inculcare il neo comandante ai suoi sottoposti).
Ebbene l’odierna vicenda dimostra che non si può fare………… di tutta l’erba un fascio e/po generalizzare:
il Consigliere Comunale non è sempre e comunque il “Mostro”
ed il Vigile urbano non è sempre e comunque “la vittima”.
Una casistica ricca ci dice che spesso (non…. sempre) i Consiglieri Comunali non brillino per metodi e modi urbani, ma un’altrettanta casistica equivalentemente ricca (se non di più) annovera casi di intollerabile arroganza da parte di ALCUNI Vigili urbani.
E’ riduttiuvo quindi… cercare di minimizzare l’episodio con …la bravura degli avvocati del Consigliere M.C.o peggio – intendendo “galleggiare” … – cercare la sponda nell’atteggiamento agnostico del Sindaco (cosa speravate?) o in un “solidarietà” (?!?) pelosa al Comandante .
Solidarietà di che?
Forse del fatto che dovrebbe indagare sul comportamento del personale che governa, al quale – pensate – è anche data un’arma ??????????????????????????????????????????????????
Meditate !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!