29 Marzo 2024
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1 thought on “Signori, la barca affonda

  1. Il mondo continua ad affondare nel caos: la miseria si estende fino al cuore dei paesi più sviluppati, la disoccupazione massiccia e di lunga durata non risparmia più nessuno, la guerra tra Stati tocca quasi tutti i continenti. Tuttavia, di fronte a questa distruzione permanente, certi governi non smettono di parlare di benessere, di prosperità, di progresso: dov’è il progresso nella guerra che, quasi dovunque, decima le popolazioni e distrugge le città, i campi, le foreste? Dov’è il benessere quando migliaia di esseri umani muoiono tutti i giorni di fame? Dov’è la prosperità quando più nessun uomo su questa terra può sapere quale futuro lo attende?

    Di fronte a questo paradosso si è costretti a porsi delle domande: perché una società che si suppone debba progredire, portare sempre più benessere e sicurezza, riversa invece l’esatto contrario sull’umanità? Perché succede tutto questo? E’ forse una fatalità? La classe dominante dei paesi “ricchi” ha delle risposte: ci assicura che si tratta della “cattiveria” umana, della mancanza di democrazia, di difficoltà economiche passeggere dovute ad una cattiva regolazione dei flussi finanziari, al rialzo del prezzo delle materie prime sui mercati, all’appetito immorale degli speculatori sugli stessi mercati, ecc.

    Ma queste “spiegazioni” stonano con lo stato della situazione e nonostante che le propinino da tempo le cose non migliorano, anzi proprio il contrario. Allora, perché un tale disastro dopo tutti i progressi che ha conosciuto l’umanità? Perché tutta questa miseria quando sembrano esserci tante ricchezze da sfruttare? In effetti queste “spiegazioni” passano accanto, evidentemente volontariamente, alla sola realtà in grado di permetterci di capire. Questa realtà è quella di una crisi economica molto più profonda, internazionale (la Cina è ricca ma il suo popolo affamato….), il fallimento della globalizzazione. queste considerazioni non sono mie, ma le faccio mie e le condivido con voi, come una ulteriore “appendice” ad un articolo che, a mio avviso, coglie la “non speranza” di tempi migliori. buon lavoro!

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