A seguito della pubblicazione dell’articolo dal titolo “SI SCRIVE SISIFO SI LEGGE MIRACOLO”, riceviamo la diffida da parte del difensore legale SISIFO Consorzio di Cooperative Sociali a r.l. , con formale richiesta di immediata pubblicazione di nuovo articolo contenenti “doverose precisazioni” e l’altrettanta immediata rimozione dell’articolo incriminato.
“L’articolo incriminato – scrive l’avvocato Elio Antonio Signorelli – infatti, risulta obiettivamente fuorviante, in quanto il relativo contenuto è stato redatto in evidente dispregio e violazione dei canoni che devono sovrintendere al corretto esercizio del diritto di cronaca e di critica.
L’articolo redatto dal sig. Gian J. Morici, sia per le espressioni dichiarative rese nel testo, che per il tenore della intitolazione dell’articolo, risulta distorsivo della realtà dei fatti e privo dei necessari presupposti richiesti dalla Legge per connotarne di correttezza e liceità l’articolo medesimo, ossia la indispensabile “continenza”, consistente nell’esatta rappresentazione dei fatti storici, così come percepiti dall’articolista, il quale ha l’obbligo di aver cura di rendere inequivoco ai destinatario della comunicazione, il tipo di percezione.
Il titolo “SI SCRIVE SISIFO SI LEGGE MIRACOLO”, presenta una terminologia tale che qualsivoglia lettore sia posto nelle condizioni di percepire la sensazione dell’esistenza di un affare poco chiaro, che, associato al contenuto dell’articolo, fa intendere che la condotta di SISIFO sia carente di trasparenza.”
Val la pena di precisare come il titolo dell’articolo in questione (che, in ottemperanza alla diffida, ma anche in attesa di risposte nel merito, poiché non è sufficiente minacciare di querela senza argomentare, andiamo a rendere “privato”) sia coerente con quanto riportato, ovvero la lunga serie di rinvii concessi dall’Asp di Agrigento, permettendo a Sisifo di insediarsi alla metà del mese di aprile del 2013, nonostante avrebbe dovuto farlo già nel gennaio dello stesso anno; l’utilizzo di massoterapisti – e non di fisioterapisti, unici soggetti riconosciuti dalla Regione Sicilia come figure professionali abilitate a trattamenti fisioterapici di pazienti affetti da qualsiasi patologia e in particolare quelli affetti da patologie neurologiche, tollerato dall’Asp di Agrigento permettendo a Sisifo di organizzarsi per mettere in campo alcuni fisioterapisti che potessero operare a livello provinciale; il fatto che mentre altrove scattavano le denunce penali a carico del legale rappresentante del Consorzio e dei massoterapisti stessi per esercizio abusivo della professione, ad Agrigento c’era chi si prodigava nel sostenere l’operato di Sisifo asserendo che i massoterapisti potevano operare, incurante persino del fatto che gli operatori del Consorzio sarebbero assunti in regime libero-professionale i cui requisiti cozzerebbero con quanto previsto nel Capitolato Speciale di Appalto.
Per quanto riguarda questi aspetti, la diffida del legale di Sisifo non ci muove accusa alcuna, limitandosi al fatto che il titolo faccia “intendere che la condotta di SISIFO sia carente di trasparenza.”
E nel merito? Aspettiamo quella che riteniamo una “doverosa risposta” anche da quanti preposti ad esercitare il controllo.
“L’esordio dell’articolo – si legge ancora nella diffida redatta dall’avvocato – ove si riferisce che il Presidente di SISIFO, dr. Domenico Arena, nell’ottobre del 2014 in Bruxelles, ebbe a presenziare ad un incontro in rappresentanza degli imprenditori italiani col successivo accostamento del Consorzio SISIFO all’operazione “Mondo di Mezzo”, configura una implicita e non tanto sottaciuta finalità denigratoria di Consorzio SISIFO.
Parimenti l’accostamento di SISIFO con i soggetti coinvolti nelle vicissitudini giudiziarie del Cara di Mineo, è da considerare diffamante nei confronti del medesimo Consorzio stante che quest’ultimo ebbe solo marginalmente e per una quota oltremodo ridotta, a partecipare in A.T.I. nel settore dell’immigrazione, e per di più in tale occasione la relativa attività venne spiegata con dedizione e professionalità, e, comunque, SISIFO risulta ormai da tempo disimpegnatosi da detto settore”.
A tal proposito, occorre precisare che se una responsabilità c’è in tutta questa vicenda, forse è di chi non si è preoccupato di chiedere (visti i chiarimenti contenuti nella diffida) così come previsto dalla vigente normativa, la cancellazione degli articoli che accostavano il nome del Consorzio Sisifo ai fatti relativi all’operazione “Mondo di Mezzo”.
A tal uopo, per agevolare il lavoro del difensore legale, autore della diffida, produciamo alcuni link (soltanto qualcuno, perché in verità sarebbero tantissimi) ad articoli che riguardano le vicende di “Mafia Capitale” alle quali viene legato il nome del Consorzio:
http://www.gazzettinonline.it/2015/09/02/da-mafia-capitale-a-giarre-succursale_39685.html
https://www.nextquotidiano.it/mafia-capitale-indagati-cara-mineo/
Non possiamo dunque non stranirci dell’attenzione che il Consorzio, nella persona del suo legale rappresentante e dell’avvocato, ha nei riguardi del nostro modesto giornale, quando le più importanti testate regionali e nazionali non hanno mai cancellato gli articoli precedenti, continuando anche in quelli più attuali a citare i soggetti coinvolti in quella vicenda giudiziaria, legando i loro nomi a quello del consorzio de quo.
“Anche il riferimento all’inveritiero “regime di monopolio” – scrive ancora il difensore legale di SISIFO – in relazione alla gestione dell’assistenza domiciliare integrata nelle ASP delle Province siciliane, con riferimento all’orientamento in merito formatosi da parte del Presidente dell’Autorità Anticorruzione, dr. Raffaele Cantone, non rende merito alla Verità dei fatti, essendo all’uopo sufficiente richiamare la delibera dello stesso Consiglio dell’Autorità, adottata nell’Adunanza del 28.03.2018, richiamante integralmente le considerazioni formulate dalla stessa Autorità nella precedente nota del 07.11.2017, le cui conclusioni sarebbe stato necessario, oltre che opportuno, verificare prima della redazione dell’articolo incriminato.”
Sarebbe stato opportuno sì, come opportuno sarebbe stato il ricevere la nota del 07.11.2017, della quale non troviamo traccia nel sito della stessa Autorità, e il verificare le date. Infatti, la delibera del Consiglio dell’Autorità, adottata nell’Adunanza del 28.03.2018, alla quale l’avvocato fa riferimento, sarebbe stata adottata 13 giorni dopo la pubblicazione dell’articolo in questione. Ora, a meno che l’avvocato non ritenga che siamo dotati di poteri paranormali ai quali far ricorso per leggere il futuro, vorremmo capire quale responsabilità possa esserci nel non aver previsto una delibera che sarebbe stata adottata 13 giorni dopo.
In conclusione, la diffida precisa che la notizia “non deve mai eccedere lo scopo informativo e deve essere improntato a serena obiettività, con esclusione, quindi, di ogni preconcetto intento denigratorio e soprattutto deve aversi riguardo al preventivo controllo della serietà delle fonti della notizia, non essendo consentito affermare fatti assolutamente non corrispondenti a verità, per cui è necessario che l’autore dell’articolo eserciti la propria cronaca e/o critica esclusivamente su fatti del cui nucleo fondamentale risulta averne preventivamente verificato la corrispondenza al Vero.”
Orbene, in attesa di una smentita sui fatti, ovvero la lunga serie di rinvii concessi dall’Asp di Agrigento, l’utilizzo di massoterapisti e non di fisioterapisti, le denunce presentate per le medesime ragioni, gli operatori del Consorzio assunti in regime libero-professionale in contrasto con quanto previsto nel Capitolato Speciale di Appalto; per l’omesso controllo della serietà delle fonti della notizia (ovvero, per i riferimenti a “Mafia Capitale”, quanto riportato negli atti giudiziari, negli Atti della Commissione Parlamentare d’Inchiesta e nelle centinaia di articoli di testate nazionali (alle quali evidentemente nessuna richiesta di cancellazione è pervenuta) vista la scarsa considerazione in materia di serietà, che ne ha il difensore legale del consorzio, non possiamo che scusarci con i nostri lettori e con quanti si son risentiti per quanto riportato nel precedente articolo, riproponendoci per il futuro di rivolgerci a chi può aver contezza del “Vero”: Il Verbo!
E poiché oggi ricorre la resurrezione di Gesù, in attesa che si compia anche il miracolo che ci permetta le capacità divinatorie che l’avvocato sembra pretendere da noi, auguriamo una Buona e Serena Pasqua!
Auguri anche a lei, Avvocato!
Gian J. Morici
L’A.S.P. Di Agrigento andrebbe commissariata da imparziali funzionari, al fine di verificare l’operato dei vari D.G. che si sono succeduti negli ultimi dieci anni. Non è ammissibile che un’azienda sanitaria che assiste un bacino d’utenza di 450.000 abitanti abbia una dotazione di personale di oltre 3.500 dipendenti. Non è ammissibile che la ASP di Agrigento destini oltre un miliardo di euro per cure praticate da società di altre regioni ed in particolare società Lombarde quali Maugeri che nella loro terra erano sul punto di fallire. Ringraziamo l’assemblea regionale siciliana che ritiene che nella nostra terra non esistano le giuste professionalità. Siamo destinati ad un lento ed inesorabile declino. Povera Sicilia