Tratto dal romanzo “1717 – Un uomo qualunque”
Un senatore, i suoi baffetti e la sua massoneria:
– “Mi scusi, ma lei non è Ricci?”
– “Sì, senatore, sono io”
– “Volevo dirti che ti ho querelato. Querelato e diffidato…”
Il suo atteggiamento era cambiato.
– “Guarda che a me non è arrivato nulla…”
– “Sì, ho provato a notificarti il tutto alla tua residenza, dove non abiti… Ti ho querelato perché tu hai cambiato una sentenza…”
– “Non sapevo di avere questo potere…”
– “No. Hai scritto in un tuo articolo cose diverse da quelle che ha scritto il giudice nella sentenza”
– “Può essere. Non escludo di avere potuto commettere un errore. Ma dimmi, riguardo l’assunzione di tutti i tuoi parenti e su tutto il resto delle vicende che ti riguardano e delle quali ho scritto, per quelle non mi hai querelato?”
– “Che c’entra? Solo per la sentenza ti ho querelato…”
Un conoscente di entrambi, che si trovava per caso nei pressi, provò ad intervenire per fare da paciere.
– “Il senatore ha tutto il diritto di salvaguardare la sua immagine” disse Giorgio, respingendo cortesemente l’intervento di colui che cercava di smussare i contrasti.
– “Certo. Tu devi capire che io ho un ruolo. Io comando polizia, carabinieri e finanzieri…” (…)
– “Oltre a querelarti, ti ho anche diffidato chiedendo la rimozione di quell’articolo che è lesivo della mia immagine e onorabilità.
Se tu non provvedi, mi vedrò costretto a ricorrere ad un provvedimento d’urgenza ai sensi dell’ex articolo 700, chiedendo l’oscuramento del sito”
– “Sei ancora componente della Commissione Antimafia?”
– “Certamente”
– “Bene. Fammi oscurare il sito”
– “Ma io non voglio rovinarti…”
– “Stai tranquillo. Non mi rovini affatto. Sai che notizia, un senatore, componente della Commissione Antimafia, che fa oscurare un sito indicato come un sito antimafia? Mi renderesti più popolare del Corriere della Sera…”
Si tolse gli occhiali. Tornò ad inforcarli.
– “Che significa? Di quale sito parli?”
– “Del mio ovviamente. Di quel sito attraverso le cui pagine ho attaccato il malcostume con il quale sono stati gestiti aspetti che riguardano le attività del sindacato, della scuola, degli enti di formazione… di quello stesso sito, che è linkato dalla radio francese come ‘blog che si oppone alla mafia’ … Sai che bella pubblicità per me e per te che per ruolo istituzionale sei un antimafioso?”
Il senatore diventava sempre più serio e più cupo. La diffida e l’eventuale ricorso ad un provvedimento d’urgenza, dimostravano l’impotenza dinanzi un’informazione libera. (…)
Ancora una volta il senatore lo guardò. Poi, senza profferire parola, si girò e andò via. Le sue spalle sembravano curvarsi, come stessero reggendo il peso degli alberi di ficus delle quattro villette comunali che si trovavano all’ingresso della via principale di Collearso. Il passo lento accompagnava i pensieri dell’uomo. Il senatore, con i suoi baffetti e la sua massoneria, avevano incontrato l’uomo sbagliato…
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Sinossi:
Giorgio Ricci si è appena lasciato con Silvia, la donna con la quale aveva una relazione da diversi anni. All’amarezza di un rapporto terminato dopo anni, si aggiunge un’accusa, ingiusta.
La vicenda è ambientata a Collearso, piccola cittadina siciliana di provincia.
Sangue, paure, sesso, giornalismo, spionaggio, sentimenti, cinismo, fragilità e adrenalina, sono gli ingredienti della vita di un uomo apparentemente normale, come potrebbe esserlo il vostro vicino di casa.
Rapporti umani, politica, corruzione, fallimenti economici, ma anche strani personaggi legati alla malavita locale, oltre soggetti come Jo, un americano legato al mondo dei servizi segreti americani, per un noir mediterraneo, nel quale è difficile distinguere il confine tra realtà e fantasia nelle storie di terrorismo, mafia, malapolitica, spionaggio, vissute in buona parte in una cittadina di provincia dal nome Collearso.