Prosegue fino al 24 luglio, nella sala delle esposizioni temporanee della Real Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, la mostra “I segni nel tempo. Disegni spagnoli degli Uffizi”, che all’inizio del 2018, in una nuova versione comprendente anche dipinti e sculture in dialogo con le opere cartacee, sarà possibile ammirare a Firenze, nei nuovi locali dedicati alle mostre temporanee, sotto la Biblioteca degli Uffizi.
Apertasi lo scorso 11 maggio, la mostra è praticamente al “giro di boa” ed è già stata vista da circa 3mila visitatori, che hanno potuto osservare il risultato di un rigoroso progetto di ricerca destinato ad approfondire la conoscenza della collezione di disegni iberici degli Uffizi, la più importante esistente fuori dalla Spagna, pervenuta in massima parte con la donazione di Emilio Santarelli (1866). Promossa dalla Fondazione Mapfre, dalla stessa Accademia e dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi, la mostra curata da Benito Navarrete (con l’aiuto di un Comitato Scientifico internazionale in cui figurano Eike Schmidt, Marzia Faietti e Giorgio Marini per le Gallerie degli Uffizi, Alessandro Nova e Gerhard Wolf per il Kunsthistorisches Institut in Florenz) riunisce infatti 129 disegni che configurano un ampio percorso attraverso le opere degli artisti spagnoli più rappresentativi dal XVI al XVIII secolo, un’occasione unica per scoprire una quantità significativa di disegni fino ad ora poco conosciuti, a fianco di altri già esposti al pubblico.
Il curatore della mostra, frutto di un lavoro di ricerca durato più di due anni e i cui risultati sono tangibili in questa selezione, come pure nel catalogo che la correda, ha svelato l’appartenenza alla scuola iberica di diverse opere della collezione degli Uffizi erroneamente attribuite negli antichi inventari ad autori italiani, fiamminghi e tedeschi, avvalendosi peraltro degli studi precedenti di Alfonso E. Pérez Sánchez, a loro volta culminanti in una memorabile mostra tenutasi agli Uffizi nel 1972. Da segnalare in particolare, tra gli anonimi tedeschi, la scoperta di uno dei bozzetti più importanti del valenciano Juan de Juanes per un quadro andato perduto, il Cristo morto sostenuto dagli angeli.