Renzi è riuscito a “mettere il cappello” sul prevedibile, previsto ed auspicabile “flop” del referendum sulla durata delle concessioni per le “trivelle” petrolifere, proposto da nove regioni con disinvoltura, approssimazione, supponenza ed ambiguità, tipiche del poco limpido ecologismo localistico italiano.
E’ stato, per Renzi, facile. E, soprattutto, è stato pure facilitato dal masochismo dei suoi avversari, specie del Centrodestra, che hanno, con rara stupidità, preteso di dare ai loro appelli a votare un significato “antirenziano”. Hanno voluto dar battaglia (anzi far finta di darla) all’avversario, che la battaglia se la stava inventando e che, comunque, l’aveva già vinta.
Al Senatore Malan, che con una e-mail “agli amici”, tipica espressione di un intervento ridicolo ed inutile, li invitava a votare “per dare una lezione al Governo Renzi”, ho risposto: A votare per il referendum ci vado, ma ad ottobre.
Si vedrà quale effetto questa baggianata pseudo ecologista potrà avere sul referendum “vero”, quello sulla riforma etrusco-vandalica costituzionale.
E’ sperabile che certi strateghi sopraffini non ci mettano le mani e, soprattutto la loro testa. Vadano, se vogliono fare qualcosa, ad attaccare manifesti.
18 aprile 2016
Mauro Mellini
Questo breve scritto valga di risposta alle osservazioni degli Amici Carmine Versace e Giovanni Arcadu.
A Mattia Niero, che mi domanda “perché, ad ottobre votare NO”, alla riforma costituzionale “i cui vantaggi sono superiori agli svantaggi”, risponderò in seguito. Intanto potrà rileggere diversi articoli che ho già scritto sullo “sconquasso” e la disarticolazione irrazionale della Costituzione operati dal duo Boschi-Renzi.