Un messaggio chiaro quello di Sebastian Kurz, ministro degli Affari Esteri e dell’Integrazione, che nel corso di una conferenza stampa ha illustrato come l’Austria si appresta ad una riforma delle leggi che riguardano la prevenzione in materia di estremismo.
“Se non si dispone di una regolamentazione giuridica adeguata, possono nascere pericoli… (di estremismo – ndr). – ha affermato il ministro per spiegare la necessità di un adeguamento delle leggi che, due anni dopo una sontuosa cerimonia per celebrare il centenario della “legge modello” austriaca sull’islam, si appresta a vietare ai musulmani la possibilità di ricevere o inviare finanziamenti all’estero.
La modifica di legge, che prevede comunque la possibilità per le organizzazioni musulmane di ricevere sovvenzioni una tantum, come nel caso di testamenti, a condizione che il patrimonio venga gestito in Austria, nasce dalla necessità d’impedire il flusso di finanziamenti che dall’estero arrivano ai wahhabiti di Vienna e che vengono poi utilizzati per finanziare molti di coloro che operano a Gornja Maoča Sangiaccato e a Novi Pazar e che utilizzano il denaro per fare proselitismo ed addestrare i terroristi.
Diverse organizzazioni umanitarie islamiche tra il 1992 e il 1995 aprirono la loro sede a Vienna e si calcola che solo attraverso la Die Erste Bank Osterreich durante quel periodo vennero movimentati 350 milioni di dollari derivanti da donazioni provenienti da paesi islamici. Soldi che vennero utilizzati per finanziare migliaia di mujaheddin provenienti dai paesi islamici che erano stati inviati nei Balcani per combattere e contrastare le ambizioni espansionistiche della Serbia di Slobodan Milosevic.
Finita la guerra, molti jihadisti non lasciarono la Bosnia, e grazie ai copiosi finanziamenti ottenuti dal governo saudita, con la costruzione di centri di educazione religiosa, hanno promosso l’Islam anche nelle sue forme più estreme ed intolleranti, come il wahabismo.
Tra gli obiettivi che si erano prefissati i bosniaci wahhabiti in Austria, l’acquisto di terreni e villaggi per creare delle MAR (Muslim Autonomous Regions – Regioni Autonome Musulmane) come Gornja Maoča, costituendo dei mini Stati Sharia .
La modifica di legge, seppur tardivamente, impedirà che i sussidi provenienti dall’estero vengano ancora utilizzati dagli imam per finanziare jihadisti che oltre andare a combattere in Siria e in Iraq – si calcola che attualmente siano circa 140 quelli provenienti dall’Austra – potrebbero al loro rientro colpire nella nazione di provenienza obbedendo alle indicazioni date da organizzazioni terroristiche come al-Qaeda o lo Stato Islamico.
gjm