Lo hanno fatto. Lo hanno fatto ed erano in tanti. Tutti lì, tutti in mutande, qualcuno per davvero, tutti metaforicamente come in mutande hanno messo tutti noi italiani. Sono scesi in piazza per manifestare contro il blocco stipendiale che riguarda le loro categorie lavorative. Sono gli uomini e le donne in divisa sono con stipendi da fame, che non riescono ad arrivare a fine mese, penalizzando ulteriormente le proprie famiglie. Quelli ai quali è affidata la nostra sicurezza, ma anche quella di chi li ha messi in mutande. Quelli che non chiedevano altro – come dichiarato in diverse occasioni – se non il sanare un’ingiustizia che si perpetra da oltre 4 anni e lo sbocco degli stipendi.
“Adesso basta” era lo slogan che il Partito Nazionale dei Diritti ha voluto per la manifestazione (alla quale hanno parte coloro che hanno aderito alla pagina del gruppo Facebook “Assegni di funzione e blocco Stipendiale Forze Armate” oltre 11mila, ed alla Comunità Facebook “Siamo Tutti Cretini” alla quale oltre 28mila persone hanno messo il proprio “like”) che si è tenuta mercoledì 24 settembre a Piazza Santi Apostoli a Roma. Un appuntamento ai quali in tanti hanno tenuto fede. Chi, come sempre accade in questi casi, non ha tenuto fede alle promesse, agli impegni, alle amichevoli pacche sulla spalla con il solito “tranquilli che tutto si risolverà”, sono loro, i signori della politica, dei palazzi e delle scrivanie che non hanno mai il problema di arrivare alla fine del mese.
“Poche ore a Roma – scrive su una nota pagina di Facebook uno dei presenti alla manifestazione -, per toccare con mano e visivamente quello di cui già si aveva certezza, palazzi e palazzoni, sedi di questo ministero o di quell’altro, palazzi e palazzoni, uffici di quei senatori o onorevoli, pure gli ex presidenti di camera e senato di 30 anni fa hanno gli uffici a spese nostre. Segretarie commessi e commesse, chi porta una borsa,chi porta un foglio, chi vigila e chi lecca, un via vai caotico, tutti sembrano fare qualcosa, ma nessuno fa niente…. Come, e ripeto come, si può dialogare con questi soggetti, ormai appiattiti nel loro mondo dorato. Sacrifici, libri scolastici, direttori di banche incazzati, questi non hanno proprio idea della vita reale della quotidianità….la storia dovrebbe insegnare…..patrizi e plebei, vassalli e ricconi…questi vivono un mondo loro, di menzogne, falsità, serate mondane orge e cocaina….Da chi dovrebbe venire la svolta,se non da noi tartassati….abbiamo iniziato spero che qualcuno di questi buffoni nel guardarsi allo specchio, si sputi per la vergogna…”.
Sì, forse non esistono parole che meglio di queste possano rendere l’idea di cosa significa stare dall’altro lato della barricata, stare dalla e nella Casta. Ma chi si gioca la pelle ogni giorno per uno stipendio da fame non fa certo parte di nessuna Casta. È solo incazzato e ha ragione di esserlo. Incazzato come milioni di italiani. E la stampa? Le forze dell’ordine, ma anche i pompieri, i vigili del fuoco e chiunque indossi una divisa, scendono in piazza a manifestare e noi, coloro i quali invochiamo “la libertà d’opinione, la libertà di stampa, il diritto a fare informazione, facciamo finta di nulla e al massimo dedichiamo qualche rigo. Dove sono i titoloni sui giornali che sappiamo scrivere quando scopriamo che una soubrette non è bionda perché “lì” non è bionda? C’è la guerra, l’ebola e tanto altro ancora, come si fa a trovare lo spazio per tutto? È vero. Ma è soltanto questo il problema o forse il fatto che scrivere di menzogne, falsità, serate mondane orge e cocaina e di un popolo incazzato e alla fame, rischia di deludere i padroncini dei finanziamenti e delle pubblicità?
Per la cronaca, così come riportato dal sito “infodifesa.blogspot.it” “La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha respinto il ricorso del M5S contro l’inammissibilità degli emendamenti al ‘dl stadi’ che avrebbero risolto il problema del tetto degli stipendi della polizia di Stato”.
Cosa accadrà adesso? Purtroppo loro, gli uomini e le donne in divisa, hanno un dovere e siamo certi lo faranno fino all’ultimo, ogni giorno, in ogni istante della loro giornata. Ma “loro”, gli altri “loro”, i signori politici che continuano a vivere nel loro bel mondo dorato, un po’ di vergogna, soltanto un pochino, non la provano mai? E non la proveranno neppure il giorno in cui migliaia di italiani senza neppure le mutande mostreranno qual è il vero colore naturale dei loro capelli? Ne parlerà allora la stampa? Staremo a vedere, per intanto abbiamo visto i poliziotti in mutande, il resto si vedrà…
Gian J. Morici