Il discorso di politica generale del Primo Ministro Valls è partito da lontano: Gaza, Ucraina, il terrorismo, “la mobilitazione francese assume totalmente le proprie responsabilità per una risposta globale sia a livello interno che estero”. Un inizio dal tono quasi presidenziale poiché solitamente è il Presidente francese in carica a parlare di politica estera in momenti difficili. Esattamente il tono che avrebbero dovuto sconsigliargli per non mostrare un’eventuale impressione di rivalsa su Hollande che lo sta trascinando nella sua spirale negativa.
L’appello all’unità ce lo aspettavamo tutti, come unico modo per mantenere a freno i frontisti che vanno contro la politica di austerità del loro stesso governo. “L’unità nazionale si impone in un momento così critico” ha dichiarato con fermezza ed il tono che gli conosciamo.
“Ovviamente esiste anche la crisi economica che spezza tutte le certezze e che tormenta le vite”. “Comprendo i dubbi e l’impazienza quando la disoccupazione raggiunge un tale livello. Governare è resistere, governare è riformare, governare è dire la verità, governare è andare a cercare la fiducia, soprattutto quando è difficile. Sollecito la vostra fiducia (…)”.
“La perdita di competitività dell’economia francese… Nessuna creazione di posti di lavoro”. Governare significa dire la verità, ma il popolo francese si è già accordo del declino economico. Valls ha difeso il patto di stabilità che dovrebbe dare i primi risultati ma sempre in onore della “verità” ha aggiunto che bisogna continuare su questa strada per uscire dalla crisi. “Il patto non deve essere il modo per aumentare i dividendi ma per dare speranza alle aziende”.
Fiducia, speranza, responsabilità, dialogo sociale… “dialogo sociale che contraddistingue questo quinquennio”… ma è proprio il dialogo sociale che manca ai francesi, a meno che Valls non intenda per sociale soltanto quello con le aziende. Aziende che devono assumere le proprie responsabilità in seno al patronato, dixit.
“Investimento: la chiave della ripresa”… ha ragione Valls, ma come intende risanare la Francia soffocata dalla crisi? Pragmatismo, altro termine ripetuto e sottolineato…
“Riformare è liberare le energie creative”… siamo tutti d’accordo.
“Una politica dell’impiego più efficace”… senza stigmatizzare i disoccupati, una carezza dopo l’annuncio del governo di applicare misure di controllo a chi percepisce i sussidi disoccupazione.
“Le 35 ore non saranno ridiscusse”, ha sottolineato dopo che il nuovo ministro dell’economia aveva iniziato il proprio mandato proprio con l’idea di rivederle.
Riformare, riformare, riformare…. Rifiutare l’austerità… “Rifiutando l’austerità proteggiamo i più fragili della società”, vuole forse rassicurare i piccoli pensionati che hanno sfiorato il rischio di vedere le proprie pensioni congelate.
“Dobbiamo scegliere insieme, compreso il Presidente della Repubblica che tipo di società vogliamo”, bene, Hollande c’è ancora quindi.
“Governare è agire, affrontare le difficoltà… dobbiamo riunirci attorno ai valori che difendiamo tutti”, “Chiedere lo scioglimento del Parlamento e le dimissioni del Presidente è mettere in difficoltà il paese”. Un chiaro appello ai frondisti!
“Smettiamo di stigmatizzare le popolazioni rispetto alle loro origini”, …ma se ha cominciato lui stigmatizzando i Rom.
Insomma Manuel Valls ha denunciato, la xenofobia, l’omofobia, l’antisemitismo citato tutto e tutti, ha citato le banlieues, l’integrazione…la parità uomo donna, i diritti dei giovani, i ritmi scolastici… mentre chiedeva per la seconda volta in cinque mesi la fiducia!
Un ottimo oratore, questo non può negarglielo nessuno, con o senza fiducia!
Luisa Pace