Berlusconi ritira i suoi Ministri e apre la crisi. E con quale diritto costituzionale? E soprattutto a che titolo? Da quando i Ministri gli appartengono?
Ma quel che è peggio è che il tracollo del Governo non può e non deve essere imputato solo a lui ma anche all’irresponsabilità politica e morale di tutti gli occupanti di Montecitorio che da mesi perdono tempo a discutere sulle faccende dell’ex premier mentre l’Italia affonda tragicamente e sempre più rapidamente in una crisi economica che non merita. Non la meritano i lavoratori, non la meritano i disoccupati, i pensionati, i piccoli imprenditori che stanno chiudendo a migliaia le proprie attività, non la meritano i ragazzi che sempre più vedono il proprio futuro oltre frontiera. Perché l’Italia, grazie a quei signori che fingono di governarci, sta ridiventando un paese di emigrazione. Responsabili sono anche quei milioni di italiani che si sono intestarditi a credere al “sogno berlusconiano” che poteva eventualmente avere un senso vent’anni fa ma che avrebbe dovuto restare un fenomeno circoscritto. Vero è che Sua Emittenza ha lobotomizzato parte della popolazione grazie ai propri media ma l’essere umano dovrebbe mantenere una capacità critica e non farsi trasportare da promesse da reality show, non credere a fantasiose teorie su complotti vari, non farsi sviare dalla realtà.
Vergogna a questo assurdo governo dalle impossibili larghe intese. Intese mai esistite, con un Pd poco grintoso, e litigioso, ed un Pdl al mero servizio del suo leader, già giudicato e condannato due volte e con altri processi che lo aspettano. I deputati, i senatori ed i ministri del Pdl hanno dimenticato di dover essere al servizio dei cittadini e non di un patetico guru. Vergogna ad Angelino Alfano che con il suo improbabile cumulo dei mandati tra i più alti della Repubblica, si è permesso di tenere propositi che mettono a rischio la sicurezza del paese, sicurezza che dovrebbe garantire nella sua qualità di Ministro dell’Interno.
Sono riusciti a far cadere il governo prima di fare la nuova legge elettorale. Non la fece Prodi, non la fece Berlusconi, non la fece Monti… figuriamoci questo governo da salotto. E se andiamo alle urne ora col “porcellum” cosa cambia? Nulla, siamo punto e a capo. E se viene votata la fiducia cosa cambia? Niente, trasciniamo gli stessi personaggi per qualche altro mese. In conclusione siamo allo stallo o all’orlo del baratro a seconda che si veda questa catastrofe da un punto di vista ottimista o pessimista. Tutto ciò a causa di una legge elettorale il cui nome la dice lunga su qualità, effetti e paternità di chi la volle. Solo grazie a questa legge un pregiudicato può muovere ministri e parlamentari come fossero le pedine di un Risiko.
Nei dibattiti che si stanno susseguendo in televisione c’è ancora chi si chiede se rischiamo la crisi istituzionale. Come fanno a non accorgersi che ci siamo già e da tempo? Che andiamo avanti con toppe tanto varie quanto inutili già da diversi anni?
Forse una delle peggiori dichiarazioni l’ha fatta proprio il Presidente Napolitano: “Valutare amnistia ed indulto” riferendosi al sovraffollamento nelle carceri sbagliando il momento visto che dà adito a chi vede in tale dichiarazione l’apertura di una via di fuga per Silvio Berlusconi.
Resta il fatto che il destino dell’Italia dipende dall’arroganza e dalla prepotenza di un uomo che ha trasformato la sede del Parlamento in un bivacco nel quale trovano posto giullari e ballerine fedeli e servi del loro padrone.
Luisa Pace