La minaccia nordcoreana continua a tenere con il fiato sospeso gli americani. È difficile capire fino a che punto possono spingersi le provocazioni del giovane leader della Corea del Nord. Kim Jong Un è al potere da appena un anno e in un paese come la Corea del Nord, dove gran parte della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, ha necessità di consolidare il potere politico interno giustificando agli occhi del suo popolo le ingenti spese militari.
Il braccio di ferro sta però causando un maggiore rafforzamento della presenza nella regione degli Stati Uniti, che, con il pretesto di difendere sé stessi e gli alleati, hanno messo in campo la propria aviazione compreso i caccia di ultima generazione e i sistemi di difesa missilistica.
Una risposta a Pyongyang o a Pechino, suo alleato?
Non meno dura la risposta della Corea del Sud che alle minacce del Nord ha risposto promettendo una forte rappresaglia. Lo stesso Presidente della Cina, Xi Jinping, ha preso ufficialmente le distanze da Pyongyang, invitando Kim Jong Un a una maggiore moderazione.
Le probabilità che la Corea del Nord fosse in grado di montare una testata nucleare su un missile, fino a pochi giorni fa venivano giudicate assai scarse, ma funzionari dei servizi segreti degli Stati Uniti, per la prima volta, ritengono che sia possibile che il paese abbia un’arma nucleare abbastanza piccola da essere montata su un missile.
Intanto la Corea del Nord si appresta a lanciare un nuovo missile, nonostante le sanzioni delle Nazioni Unite che sono state imposte il mese scorso.
Gli Stati Uniti che hanno minacciato di abbattere eventuali missili della Corea del Nord, sembra lo farebbero solo nel caso in il missile fosse diretto contro l’America, la Corea del Sud o il Giappone. In quel caso, la risposta americana non si farebbe attendere. Le batterie di difesa anti-missile e gli aerei da combattimento americani nella regione sono stati destinati a contrastare proprio questa eventualità.
Anche il Giappone si prepara all’evenienza di un attacco missilistico. Entro il mese verranno infatti schierati missili Patriot Advanced Capability 3 (PAC-3) a Okinawa. Un intervento che era stato programmato entro il marzo 2015, ma che il precipitare della situazione ha fatto anticipare per timore di dover far fronte ad un attacco di missili balistici nordcoreani.
Il Giappone, dove le forze armate sono state autorizzate ad abbattere qualsiasi missile nord-coreano diretto verso il suo territorio, ha di stanza batterie di missili PAC-3 e ha già dislocato nel Mar del Giappone il cacciatorpediniere Aegis dotato di missili intercettori.
Nonostante i contatti militari tra Corea del Nord e Corea del Sud siano stati interrotti il mese scorso, tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord un canale di comunicazione esiste. Un canale utilizzato in precedenza per mettere in guardia gli Stati Uniti in merito al Back test nucleare della Corea del Nord nel mese di febbraio.
Difficilmente sarebbe ipotizzabile una guerra che porti all’utilizzo di testate nucleari. Una follia che Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e la stessa Cina non vorrebbero dovesse mai accadere. Più probabili azioni di guerra convenzionale tra Corea del Nord e Corea del Sud, che vedrebbero gli Stati Uniti pronti a un’adeguata risposta militare.
L’errore sarebbe quello che Corea del Nord montasse una testata nucleare su un missile. In quel caso, il rischio sarebbe quello della predisposizione di una risposta in automatico adeguata alla minaccia. Una risposta che nessuna nazione al mondo potrebbe condannare, con buona pace di Kim Jong Un che vedrebbe risolversi in brevissimo tempo il suo ruolo di leader di un paese che – oltre la fame – conoscerebbe la terribile risposta militare da parte di una potenza come l’America che non rimarrebbe inerte dinanzi un attacco nucleare.
Gian J. Morici