Ha preso il via questa mattina davanti alla Corte d’appello di Palermo la requisitoria del Pg Luigi Patronaggio nel processo di secondo grado a carico dell’ex presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. “Prendo la parola sapendo che c’è un diffuso movimento popolare che grida all’innocentismo nei confronti dell’imputato Salvatore Cuffaro. Parafrasando Alcide Gasperi, sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me” – ha detto Patronaggio all’inizio della sua requisitoria. Cuffaro sta già scontando in carcere una pena definitiva a sette anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Adesso l’altro processo per concorso esterno. Il sostituto procuratore generale ha anche ricordato che Cuffaro, che sta scontando una pena definitiva a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, “sta avendo un ottimo comportamento in carcere” ma “tutto ciò non deve impedire a procedere con la giusta severità. Sono fatti su cui nessuno può chiudere gli occhi”. In primo grado il Gup Vittorio Anania lo aveva prosciolto con la formula del ‘ne bis in idem’, ma la Procura impugnò la sentenza. Nella scorsa udienza il Presidente della Corte d’appello Biagio Insacco rigettò la richiesta del Pg Patronaggio di ascoltare al processo il pentito Stefano Lo Verso, che accusa l’ex presidente della Regione di avere avuto contatti con Cosa nostra. Per il Pg, Salvatore Cuffaro avrebbe ”avvantaggiato il mandamento mafioso di Brancaccio, la famiglia mafiosa di Villabate e concretamente gli interessi di Cosa nostra e di Bernardo Provenzano nella sanità attraverso Michele Aiello”.
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