Melissa è morta. Un attentato dinanzi la scuola. Senza ancora un perché. Senza una ragione, una scusa, uno straccio di motivo che ci aiuti ad accettare un fatto. Ma si può accettare quello che è successo?
Daniela Marra ha solo un paio di anni in più di quelli che aveva Melissa. Noi adulti di parole ne abbiamo già dette e scritte tante. Fiumi di parole, a volte inutili, a volte ciniche e fredde come può esserlo un fatto di cronaca. Parole. A volte le parole dei ragazzi, dei nostri ragazzi, sono più profonde e più sensate di quelle nostre.
Scrive Daniela:
“Le parole, le parole … le parole hanno un’importanza fondamentale , sono mezzi di comunicazione potenti . Bisogna aver sempre qualcosa da dire, bisogna saper sempre cosa dire.
Alla luce dei fatti accaduti il 19 Maggio, però … io non riesco a trovare le parole giuste. Parole che portano con loro rabbia, indignazione. Credo che non esista una parola che porti con sè la rabbia delle persone, una parola che contenga in sè il vuoto nella vita dei due genitori , una parola che contenga lo sgomento degli amici, dei compagni, di noi tutti .
Si può morire a 16 anni? Quando ancora la parola” morte” è così lontana dai pensieri . Per quale motivo poi? Qualsiasi esso sia, è ingiustificabile . I colpevoli non sono degni di essere chiamate persone.
Adesso però, c’è bisogno di legalità, c’è bisogno di far vedere che siamo uniti . C’è bisogno di manifestare . E più di tutte le cose c’è bisogno di parlare e di parlarne . Per non dimenticare, mai. ”
Grazie Daniela!
Ci diranno che è stato un pazzo. Ci diranno che è stato un terrorista o un mafioso. Qualsiasi cosa ci diranno, Melissa non c’è più e migliaia di Daniela si chiederanno ancora perchè si muore a 16 anni.
Non servono molte parole e chi ha scritto la lettera ha usato quelle giuste nella giusta misura. Da questi ragazzi abbiamo tanto da imparare
Grazie !