Nel 2024 i lavoratori domestici contribuenti all’INPS sono stati 817.403, con un calo del -2,7% rispetto al 2023 (-23.036 lavoratori). Questo decremento è più contenuto rispetto a quelli del 2023 e del 2022 (-7,1% e -7,2%), che seguivano gli aumenti del biennio 2020-2021 legati al lockdown e alla regolarizzazione prevista dal Decreto Rilancio (D.L. n.34/2020). Fenomeni simili di calo si erano già verificati dopo le regolarizzazioni del 2009 (L. 102/2009) e del 2012 (D. Lgs. 109/2012), che avevano incentivato l’emersione di lavoro domestico irregolare. E’ quanto emerge dai dati esposti durante il convegno “Il lavoro domestico in Italia: una risorsa strategica per il welfare e l’economia”, organizzato da INPS e Nuova Collaborazione (associazione nazionale datori di lavoro domestico). Dal 2022, il numero dei lavoratori domestici è in diminuzione, con un trend simile per uomini e donne. Tuttavia, la presenza femminile è nettamente prevalente e in crescita: nel 2024 ha raggiunto l’88,9%, il valore più alto degli ultimi sei anni. Nel 2024 i lavoratori maschi sono scesi sotto quota 91.000, registrando un calo del -7% rispetto al 2023. Questo suggerisce che i processi di regolarizzazione abbiano avuto un impatto maggiore sulla componente maschile.
NUOVA COLLABORAZIONE /INPS la Sicilia è la regione con la più alta percentuale di lavoratori maschi
Nel 2024, il numero complessivo di lavoratori domestici in Italia è stato pari a 817.403, con una netta prevalenza di donne: 726.589 lavoratrici femmine, pari all’88,9% del totale, contro 90.814 uomini (11,1%). Questa tendenza alla femminilizzazione del settore si conferma a livello nazionale, ma con alcune differenze interessanti nelle diverse regioni. La Sicilia, secondo rielaborazioni a cura di Nuova Collaborazione sui dati regionali INPS, presenta un totale di 31.861 lavoratori domestici, con una composizione molto interessante: 24.567 donne (77,1%) e 7.294 uomini (22,9%). È la regione con la più alta percentuale di lavoratori maschi.
“Il lavoro domestico non può più essere considerato una questione privata: è una realtà che coinvolge milioni di famiglie e lavoratori e richiede un impegno e risposte concrete in termini di legalità e responsabilità sociale – ha dichiarato Alfredo Savia, Presidente di Nuova Collaborazione (Associazione nazionale datori di lavoro domestico). È necessario costruire una strategia nazionale condivisa tra istituzioni, famiglie e lavoratori, fondata su incentivi mirati, tutele adeguate e, soprattutto, su percorsi formativi strutturati. La formazione rappresenta una leva imprescindibile per garantire standard di qualità nell’assistenza a bambini, anziani e persone non autosufficienti e per valorizzare le competenze di chi, ogni giorno, svolge un ruolo delicato e fondamentale nella vita delle famiglie italiane. Come associazione datoriale, riteniamo indispensabile promuovere una cultura della legalità e della dignità nel lavoro, sostenere le famiglie con strumenti fiscali equi e duraturi e contribuire a politiche pubbliche capaci di riconoscere il valore sociale del lavoro di cura, sollevando le famiglie da una responsabilità che oggi ricade quasi esclusivamente su di loro.”