Era prevedibile, siamo al “terzo atto” di questa sgradevole faccenda voluta dalla presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, la Signora Noemi Di Segni, che continua a non accettare la legittimità di questa Comunità riconosciuta da Israele, dagli Stati Uniti e da validi rappresentanti dell’ebraismo.
Torno a dire che non si tratta di “ebrei contro ebrei” come talune testate insistono a scrivere. Trattasi dell’Ucei contro la Comunità ebraica di Catania. Le parole hanno un senso!
E’ dal gennaio 2023 che lo si spiega. Atto I: Il caso di Catania, ossia l’Italia ed il paradosso dell’Unione delle comunità ebraiche. Atto II: UCEI versus Catania… continua…
L’Atto III è dell’8 febbraio 2024 e si è svolto presso il Tribunale di Catania dove l’Ucei ha trascinato la Comunità. Un autogoal a favore di questa Comunità che alcuni si permettono di considerare “ribelle”.
All’udienza dell’8 gennaio non si è presentato nessuno dell’Ucei, nonostante la procedura preveda la presenza di entrambe le parti. Presente solo l’avvocato catanese che si è detto dispiaciuto. L’Ucei non si è neppure premurata di inviare un proprio rappresentante munito di procura speciale. Nessuno nemmeno dalla sezione di Napoli, considerata dall’Ucei come referente per il Sud Italia.
Tutto è possibile ma si è andati oltre.
Quale Giudice non sarebbe rimasto perplesso di fronte a una tale assenza? Un’assenza che ha impedito ogni tentativo di conciliazione fra le parti – peraltro passaggio obbligatorio – nonché la richiesta di chiarimenti. Una sottrazione al contraddittorio che ha impedito l’accertamento dei fatti. La Comunità di Catania, rappresentata dall’Avvocato Giuseppe Sciacca, membro della Comunità, ha presentato un faldone con tutte le carte. Presenti, in rappresentanza, il Presidente della Comunità di Catania, l’avvocato Baruch Triolo ed il Vicepresidente Alessandro Scuderi.
Risultato: rinvio al 24 gennaio 2025!
Il tentato sfratto
Questo non l’avevamo ancora scritto, in attesa di chiarimenti ma ormai…
Nell’articolo del 19 gennaio 2024 scrissi: “La Signora Di Segni si è anche data la pena di recarsi a Catania presso alcune Autorità della città, tra le quali il Sindaco al quale ha chiesto di privare la Comunità dei locali della Sinagoga, che la Municipalità stessa aveva concesso. Tra l’altro un luogo di culto è un bene inalienabile!”.
Andiamo avanti, il 24 gennaio, la Comunità di Catania ha ricevuto dal Comune una lettera con oggetto: “Rilascio dei locali in uso all’Istituto Internazionale di cultura ebraica”. Lettera che fissava al “15 gennaio ore 09:00 un sopralluogo per verificare lo stato dei luoghi propedeutico alla riconsegna delle chiavi”.
Debita risposta da parte del Direttivo della Comunità che ha ricordato anche che i luoghi di culto sono beni inalienabili.
Il firmatario della lettera ha contattato telefonicamente il presidente della Comunità, l’Avvocato Triolo, per scusarsi e si attende la conferma per iscritto della revoca della lettera indicante la richiesta di restituzione dei luoghi…
Cosa dire? La Signora Di Segni sta facendo una fissazione su Catania? Non ricorda che la città fu sede di due sinagoghe distrutte da catastrofi naturali? Dimentica forse la forte presenza ebraica nell’isola? Presenza che subì la prepotenza della regina Isabella di Castiglia e del sovrano Ferdinando di Aragona che 1492 emanarono il decreto, noto come il decreto dell’Alhambra, che stabiliva l’espulsione del popolo ebraico da tutti i territori spagnoli e la Sicilia ne faceva parte.
Perché invece di gioire per questa rinascita insiste nel combatterla contro sia la Legge ma anche contro la religione ebraica secondo la quale la diffamazione o Lashon hara’ è un grave peccato?
La Signora Di Segni va contromano e manca di coerenza per il ruolo che detiene. Forse per questo non c’era nessun rappresentante Ucei in Tribunale?
Non resta che sperare che, in questo anno di attesa del nuovo incontro davanti al Giudice nel gennaio 2015, non vi siano altri attacchi a mezzo stampa o altro per la serenità di una Comunità che non cerca il litigio. Ricordo inoltre la necessità di solidarietà tra ebrei in questo periodo di tensioni che, da Israele che si sta battendo contro il terrorismo di Hamas, si sono trasferite anche in Europa ed oltreoceano, con l’aumento degli atti antisemiti.
Altrimenti scriverò l’Atto IV.
Luisa Pace