Salt Lake City (Utah) – Ronnie Lee Gardner, 49 anni, accusato e condannato per l’omicidio di un avvocato, mentre tentava di fuggire dal tribunale dove veniva giudicato per un precedente omicidio, è stato giustiziato nel carcere dove era detenuto nel braccio della morte.
Gardner, ha rinunciato all’iniezione letale, chiedendo di essere fucilato.
Dopo la mezzanotte Ronnie Lee Gardner, è stato legato ad una sedia nella camera della morte del carcere statale di Draper, Utah, dove è avvenuta l’esecuzione.
Un cappuccio nero è stato fatto scivolare sulla testa calva del condannato, mentre un piccolo bersaglio circolare è stato appuntato all’altezza del cuore.
Una sospensione della pena era stata negata dal Governatore Gary Herbert Giovedi.
Gardner, è la terza persona che sceglie di morire davanti a un plotone d’esecuzione nello Utah, a distanza di 14 anni dall’ultima esecuzione tramite fucilazione.
Lo Utah è l’ultimo Stato americano che permette ancora le esecuzioni per fucilazione.
Un vecchio stile di esecuzioni – scrivono i giornali americani – mediante una squadra di tiratori scelti volontari, che con molto sangue freddo, ma anche con un minimo di considerazione per la persona che vive i suoi ultimi momenti, eseguono la pena capitale comminata dal giudice.
A nulla sono valse le manifestazioni di protesta dinanzi al carcere, che è stato bloccato ed isolato già alle 4 del pomeriggio.
Nelle sue ultime ore, Gardner, che ha voluto digiunare, è stato visto leggere un libro intitolato “giustizia divina” di David Baldacci e guardare il Signore degli Anelli.
Prima dell’esecuzione, ha ricevuto visite da parte dei suoi familiari, dal suo avvocato e da un religioso.