‘Lobby & logge’, il libro intervista di Sallusti e Palamara prende spunto da numerose vicende di cui mi ero occupato nel 2019 nel mio saggio ‘Il sistema Montante’, pubblicato dall’editore Bonfirraro.
Per la verità a partire dal 2007 avevo iniziato a scandagliare quanto stava avvenendo in Sicilia, a causa di alcune evidenti derive istituzionali che avevano finito col favorire, in maniera illecita, alcune ben individuate lobby di potere, una delle quali faceva capo all’ex presidente di Confindustria Sicilia e vice presidente di Confindustria Nazionale, Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione in primo grado ed il cui processo d’appello, in corso presso il Tribunale di Caltanissetta, si concluderà tra marzo ed aprile. In questa intervista di Angelo Di Natale tocchiamo alcuni cogenti argomenti che hanno caratterizzato la sciagurata stagione dei falsi professionisti dell’antimafia.
Si tratta di alcuni ben individuati soggetti che hanno raccolto il testimone della mafia stragista e di quella che si era inabissata, dopo la cattura di Riina nel 1993.
Nel 2006, dopo l’arresto di Bernardo Provenzano, hanno messo a punto una nuova strategia criminale, imponendo una sorta di loro esclusivo potere poliziesco e paramilitare.
Di fatto hanno condizionato pesantemente anche molte attività d’indagine della Magistratura, al solito fine di favorire i loro interessi, in ogni settore dell’economia, della politica e di un’intera società. Tutte quante le pubbliche istituzioni sono state prese alla sprovvista, da quelli che poi si sono rivelati gli artefici di un ben articolato disegno criminale, in piena continuità con i soliti mafiosi di rango che hanno mandato in avanscoperta i loro compari, infiltrati dentro i gangli vitali dello Stato.
Hanno utilizzato l’infame stratagemma di accreditarsi, persino dentro i tribunali, quali autentici professionisti dell’antimafia, quando in realtà erano soltanto dei personaggi collusi con la mafia-mafia.