Non conosco Emiliano, presidente della Regione Puglia, non l’ho conosciuto quando esercitava le sue funzioni di magistrato. Né poi. Non mi è simpatico come e più ancora di altri magistrati che si danno alla politica.
Non mi è simpatico il suo partito (P.D.).
Mi accade, ciò malgrado, di dover spendere le mie parole e quel tanto di stima che mi si può attribuire per esprimergli la mia solidarietà di concittadino e di uomo di legge, compiendo quello che ritengo un dovere civico pronunziandomi, cioè contro la bestialità di un’accusa, di cui i giornali del 16 ottobre danno notizia, accusa contro di lui formulata dalla Procura di Foggia.
Il dott. Marco Gambardella lo ha fatto oggetto di indagine per il reato di corruzione (che, intanto, stando all’enunciazione del fatto addebitatogli, c’entrerebbe come i cavoli a merenda). Egli avrebbe ipotizzato la nomina a commissario di un’azienda pubblica di “una persona indicata dalla politica” (?!?) “violando i principi di discrezionalità tecnica cui dovrebbe soggiacere la Pubblica Amministrazione (!??!) non consentendo una comparazione imparziale dei soggetti in gioco” (!?!?)
“Ciò ricevendo indicazioni politiche (!?!) da un Consigliere Comunale”.
Emiliano non ha nominato la persona indicatagli “nientemeno” che da un Consigliere Regionale e, dato il tempo oramai trascorso, è da ritenere che non abbia né abbia avuto alcuna intenzione di nominarla. Così anche la “ipotizzata nomina” che costituirebbe la storia condotta criminosa sarebbe solo una “ipotizzata” “intuizione del Sig. Procuratore”.
Vorrei poter sperare che tutto ciò sia una cavolata giornalistica, ma lo stile delle formulazioni di cotanto addebito non sembra quello giornalistico.
Il reato di abuso d’ufficio, che altrimenti meno peggio (meno fino ad un certo punto, che quello di cui all’art. 323 c.p. non è reato di cui sia ipotizzabile il tentativo) è divenuto oggi il reato di cui più frequentemente si abusa per un “uso alternativo”, cioè ingiusto della giustizia. Arma pericolosa nelle mani di certi magistrati.
In questo caso per ricorrere addirittura al “tentativo ipotetico” si è fatto però ricorso al reato di corruzione, della quale, malgrado l’ampiezza della esposizione dell’addebito, non vi è in essa traccia che possa anche solo farla “ipotizzare”.
Salvo che quell’indicazione “politica” secondo il P.M. non implichi in sé la corruzione. Politica=corruzione.
Vorrei sperare che i giornali ed i giornalisti che hanno diffuso la notizia si facciano carico di mettere a disposizione di lettori non analfabeti il testo esatto del capo di imputazione. Almeno quello.
Il reato di ipotizzata nomina, infatti, francamente, malgrado la mia lunga esperienza giudiziaria e politica, mi preoccupa assai. Anche se io, in genere, anziché “ipotizzare” nomine, “ipotizzo”, sempre invano, di mandare a quel paese certi “nominati” e certi cultori delle “ipotesi”.
Mauro Mellini
17.10.2019